La difficoltà risiede nel fatto che molto spesso è difficile individuare i sintomi in tempo, perciò abbiamo chiesto alla dottoressa Samanta Russo della Clinica Semprini di approfondire l’argomento e spiegarci come si contrae, quali sono i sintomi, come curarlo e come tutelare il nostro amico a quattro zampe dal cimurro.
Cimurro nel cane: di che malattia si tratta?
I cimurro è una malattia infettiva causata da un virus della famiglia del Morbillivirus. Non tutti i cani sono ugualmente esposti all’azione infettiva, infatti, colpisce in prevalenza i cuccioli, indipendentemente dalla razza. In generale, sono più a rischio quelli che non hanno assunto il colostro, ovvero il latte materno prodotto nelle prime 24/48 ore, e quelli che, dopo 6/8 settimane, non vengono vaccinati.
Abbiamo riassunto e spiegato in precedenza quali sono i vaccini fortemente consigliati per i cani e che patologie prevengono; per quanto riguarda il cimurro, il vaccino è un appuntamento fondamentale per evitare la malattia che, in alcuni casi, può portare anche alla morte.
Il rischio, però, è circoscritto ai cani. Dobbiamo sapere, infatti, che questo virus non è in grado di infettare né le persone né altri animali domestici. Si propaga per vie aeree, si replica nell’epitelio a livello delle tonsille e da lì si diffonde nel resto dell’organismo attraverso il sangue ed il sistema nervoso.
Il contagio può avvenire anche per un contatto con “portatori sani”, ovvero animali che hanno il virus del cimurro, ma non presentano la sintomatologia – a meno che non subiscano uno stress tale per cui assistiamo ad un tracollo delle difese immunitarie. Non si può prevedere con facilità come si diffonde la malattia e ciò rende primario prestare attenzione alla prevenzione.
Come riconoscere i sintomi del virus?
Il cimurro è una malattia insidiosa: i sintomi che lo contraddistinguono, presi singolarmente, fanno pensare a delle semplici patologie molto comuni e poco gravi. Infatti, il virus induce problemi respiratori, gastroenterici, dermatologici e neurologici che, generalmente, compaiono ad uno stadio più avanzato della malattia:
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Tosse
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Starnuti
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Vomito
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Diarrea
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Iperceratosi dei cuscinetti e del tartufo
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Spaccature nei cuscinetti
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Masticazioni a vuoto
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Crisi convulsive
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Mioclonie
Il Morbillivirus comporta anche un calo dei globuli bianchi nel sangue del cane, che indebolisce ulteriormente il sistema immunitario: la conseguenza è che il cucciolo malato è esposto ad infezioni secondarie che vanno a complicare il quadro clinico.
Come riconoscere la malattia?
Per il padrone non è semplice accorgersi che il proprio cucciolo ha contratto il cimurro: i sintomi che abbiamo appena menzionato, infatti, ricordano quelli di una semplice influenza. Tuttavia, la combinazione di più problemi oppure la presenza di piccole ulcere in bocca o di lesioni cutanee possono trasformarsi in un prezioso campanello d’allarme. La situazione è, invece, ormai grave quando compaiono i sintomi neurologici: alla luce dell’anamnesi, escludendo ingestione di tossici, farmaci, piante che possano giustificare l’insorgenza di sintomi neurologici nel cucciolo tra le prime diagnosi differenziali ci sono una patologia congenita, una patologia infiammatoria/infettiva e, tra queste ultime, sicuramente il cimurro. A questo punto l’intervento di un veterinario non si può rimandare se vogliamo tutelare la salute del nostro amico a quattro zampe.
Terapia e ricovero
Il cimurro nel cane è una patologia grave proprio perché non esistono farmaci antivirali che agiscono sul Morbillivirus. Il veterinario concentra i propri sforzi in terapie di supporto che agiscano su sintomi correlati: per esempio, può prescrivere una terapia antibiotica ad ampio spettro, oppure procedere con il ricovero in clinica del cucciolo, soprattutto nel caso di problemi gastrointestinali.
Monitorato 24 ore su 24, il cane viene seguito con attenzione, viene predisposta una terapia farmacologica e la fludioterapia. In alcuni casi, si può procedere anche con l’alimentazione tramite un sondino per fornire al cucciolo tutti gli strumenti necessari per opporre resistenza al cimurro.
L’obiettivo della terapia veterinaria è superare la fase critica della malattia nell’attesa che il sistema immunitario risponda al virus. La velocità e l’intensità della reazione dipendono da fattori soggettivi: ci sono cani che hanno una predisposizione genetica migliore, altri che hanno ricevuto del colostro in piccola quantità e quindi hanno qualche chance in più, altri ancora che semplicemente sono più forti. “Per questo motivo, sottolinea la dottoressa Russo, vale sempre la pena provare a curare i cuccioli.
Tuttavia, quando emergono i sintomi neurologici è molto difficile che qualsiasi intervento permetta una guarigione completa del cane: anche se il cucciolo si riprende, è molto probabile che rimarranno dei segni della malattia come tic nervosi o deficit più gravi.
La profilassi è l’unica vera arma che abbiamo per tutelare il nostro amico a quattro zampe: quando prendono il cimurro, infatti, è molto difficile che si salvino. Vaccinare e assicurarsi che la madre e il cucciolo nella vita fetale e neonatale siano stati seguiti nel modo corretto è la cosa migliore da fare.
Dopo il cimurro, cosa fare con il nostro cane?
Nel caso in cui, fortunatamente, il cane superi il cimurro, è come se fosse stato vaccinato, per cui ha gli anticorpi necessari a difendersi dal virus in futuro. Di conseguenza, proprio come tutti gli altri cani vaccinati, dovrà rispettare i richiami durante tutta la vita: è l’unica garanzia che, se dovesse venire di nuovo a contatto con il virus, saprà difendersi.
A volte può capire che restino dei danni neurologici, più o meno gravi in base alla gravità dell’infezione o alla tempestività delle cure. Tuttavia la maggior parte dei cuccioli che guarisce, non porterà segni tangibili dell’infezione.
I consigli per prevenire il cimurro nel cane
Il primo consiglio che la dottoressa Russo dà a chi vuole prendere un cucciolo è assicurarsi che la provenienza dell’animale sia garantita. È importante sapere chi sono i genitori, cosa succede nei giorni immediatamente successivi alla nascita, e a quali vaccini era stata sottoposta la madre. Tutti questi elementi contribuiscono a determinare lo stato di salute del sistema immunitario del nostro cagnolino. È fondamentale, inoltre, procedere tempestivamente con l’iter vaccinale del cucciolo.
Sin dai primi giorni è importante contattare un veterinario a cui fare riferimento con il quale programmare il protocollo vaccinale del nostro amico a quattro zampe. Una valida soluzione è quella di stipulare un’assicurazione per animali domestici scegliendone una che sia compatibile con le proprie esigenze. La polizza DoctorPet di UniSalute, per esempio, prevede una visita gratuita all’anno in caso di malattia del cane, tariffario agevolato per altre prestazioni veterinarie nei centri convenzionati, un servizio di consulenza 24 ore su 24 per richiedere le informazioni più varie, dalla farmacia aperta più vicina ad un consiglio per un centro di toelettatura.
La prevenzione e la salute del nostro amico a quattro zampe dipende da noi, così possiamo farci trovare pronti e goderci appieno la gioiosa compagnia del nostro cucciolo.
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