Ma quali sono le cause di questo infortunio? Vediamolo insieme per scoprire anche qual è il tipo di prevenzione più opportuna.
Il tendine d’Achille
Il tendine d’Achille è il più lungo del corpo umano e unisce i muscoli del polpaccio al piede, innestandosi sull’osso del calcagno. È il più robusto, ma è anche sottoposto a grosse sollecitazioni: durante la corsa, ad esempio, il carico è 7 volte superiore a quello del peso corporeo. A differenza degli altri tendini, non è avvolto da una guaina tendinea; si rigenera lentamente e per questo motivo è più esposto a patologie degenerative. Nonostante la sua resistenza, infatti, il sovraccarico dovuto ad allenamenti intensi e alla pratica sportiva può causare delle microlesioni, che il tessuto non riesce a riparare in poco tempo e che alla lunga portano alla sua rottura parziale o totale.
Rottura del tendine d’Achille: le cause
Gli uomini sono più colpiti dalla rottura di questo tendine, con un rischio fino a 5 volte maggiore rispetto alle donne, mentre fascia di età più interessata da questo infortunio è compresa tra i 30 e i 40 anni.
La rottura del tendine può avvenire mentre si compie un movimento banale, come salire o scendere le scale, durante la pratica sportiva o in seguito a una caduta e molte volte è, come abbiamo visto, il risultato di una condizione di ripetuto stress. Questo accade soprattutto a chi pratica sport, sia a livello agonistico che amatoriale, con una certa intensità, ma la rottura del tendine di Achille può colpire anche persone che conducono una vita sedentaria. Le tendinopatie, infatti, possono essere il risultato dell’utilizzo di scarpe scomode e con tacchi troppo alti, a volte correlato a difetti della postura e della camminata. Ci sono, inoltre, dei fattori congeniti, ma anche l’abuso di medicinali come i corticosteroidi o alcuni antibiotici costituisce un fattore di rischio, così come il sovrappeso.
Come si effettua la diagnosi
In caso di rottura del tendine d’Achille, il dolore si manifesta all’improvviso e in modo acuto, e da subito la deambulazione risulta compromessa. La sensazione è quella di essere stati colpiti da un calcio nella parte posteriore della gamba; a volte, durante la rottura, è possibile addirittura avvertire un rumore sordo, una specie di schiocco.
In corrispondenza della rottura del tendine è solitamente visibile un avvallamento, l’area intorno al tallone è gonfia e l’infortunato non riesce a piegare il piede verso il basso; per capire l’entità della lesione – totale o parziale – è necessaria però un’ecografia.
Prevenzione e cura della tendinopatia e della rottura
In caso di dolore nella sede del tendine d’Achille, a causa di una sospetta tendinopatia, la prima cosa da fare è ridurre il carico di lavoro sul tendine stesso. Chi pratica sport deve quindi diminuire l’intensità e la frequenza degli allenamenti, cercando comunque di evitare movimenti che lo sollecitano troppo. Il medico valuterà inoltre, se opportuna, la prescrizione di farmaci antinfiammatori, ma è soprattutto la laserterapia ad essere efficace per ridurre il dolore nella fase iniziale.
Anche le onde d’urto sono utilizzate con ottimi risultati per trattare le tendinopatie che interessano il tendine d’Achille; nella pratica dell’attività sportiva, inoltre, può essere d’aiuto l’applicazione di un tape. Anche una camminata scorretta, come abbiamo ricordato prima, può causare l’insorgenza di una tendinite: in questo caso un esame specialistico e la realizzazione di un plantare apposito è una soluzione efficace anche per chi pratica sport.
L’approccio chirurgico
Nel caso di rottura del tendine di Achille, invece, la cura dipende comunque dalla gravità della lesione e dall’età della persona. Se si tratta di una rottura completa, la soluzione migliore è generalmente l’intervento chirurgico, che serve a ricucire i due lembi del tendine. Se la rottura è soltanto parziale, invece, si può applicare un tutore con dei sostegni per il tallone, per fare in modo che la lacerazione del tendine possa rimarginarsi. La fisioterapia è fondamentale in entrambi i casi, e la ripresa dell’attività, sia quotidiana che sportiva, avviene normalmente nell’arco di massimo 6 mesi.
Fare attività sportiva è fonte di benessere per il nostro corpo, ma a volte si può incorrere in infortuni più o meno gravi, che costringono ad una pausa più o meno prolungata, durante la quale c’è bisogno di rivolgersi a un fisioterapista. Un consulto fisioterapico con un esperto in un centro convenzionato è uno dei servizi inclusi in Fisioterapia, il pacchetto dedicata, abbinabile a uno o più piani sanitari dell’intera offerta assicurativa UniSalute.
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