Morbo di Crohn: definizione e sintomi
Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa hanno molto in comune, a partire dal fatto che vengono classificate come malattie infiammatorie croniche intestinali (abbreviato in IBD, inflammatory bowel disease): nel caso della prima, però, la patologia si presenta attraverso ulcerazioni della mucosa intestinale in qualsiasi punto, mentre la seconda è solitamente limitata a retto e colon. Nella maggior parte dei casi, il morbo di Crohn colpisce l’ultimo segmento dell’intestino tenue e il colon, tuttavia non sono rari i casi in cui si alternano frammenti sani con aree colpite dalla malattia.
Le cause non sono note, tuttavia i sintomi più frequenti sono:
- diarrea, anche con sanguinamenti;
- dolore addominale;
- perdita di peso;
- infiammazioni al fegato, agli occhi oppure alla pelle.
Esistono, poi, alcuni sintomi che manifestano la patologia, ma più propriamente rappresentano delle complicanze come fistole e stenosi dei tratti intestinali che possono causare delle cicatrici che compromettono, parzialmente e progressivamente, le funzionalità intestinali.
Quali potrebbero essere le cause?
Sebbene, come anticipato, non siano attualmente chiare le cause del morbo di Crohn, medici e ricercatori sono stati capaci di individuare alcuni potenziali fattori di rischio. In primo luogo, si esclude che si tratti di una patologia ereditaria o genetica.
Elementi che, invece, potrebbero facilitare la comparsa della malattia sono:
- fattori generici di tipo ambientale;
- fumo;
- alterazioni della flora batterica intestinale;
- deficit o problematiche del sistema immunitario.
Diagnosi del Morbo di Crohn
Individuare la malattia non è semplice, perché si manifesta in maniere differenti. Secondo quanto viene illustrato sul sito dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, nel 20% dei casi l’esordio è acuto e presenta sintomi forti e inequivocabili. Ma molto più spesso il morbo di Crohn mostra piccoli segnali, poco chiari e poco specifici che tendono ad essere sottovalutati. Se può capitare che rientrino autonomamente, accade molto più di frequente, nel 90%, dei casi che la malattia ricompaia entro 5 anni dal primo episodio.
La diagnosi vera e propria, effettuata da uno specialista, può avvenire grazie a vari esami obiettivi come, per esempio, la colonscopia con esame istologico, l’ecografia delle anse intestinali e molti altri che consentono di analizzare l’effettivo stato di salute delle mucose lungo tutto il canale.
Cura e prevenzione del Morbo di Crohn
Una volta individuato il morbo di Crohn, la terapia proposta varia di caso in caso. Metà dei pazienti a cui viene diagnosticato, infatti, convivono con sintomi di lieve e moderata intensità, mentre nel 25% dei casi circa gli effetti sono più gravi e invalidanti. Capita, infatti, che chi ne soffre sia costretto ad assentarsi dal lavoro, rinunciare ad attività quotidiane, modificare alcune abitudini (come la frequenza delle minzioni) con il risultato che la qualità della vita, spesso, si abbassa. Il tipo di terapia proposta prevede, inoltre, un costo costante piuttosto alto (circa 746 euro all’anno, secondo le stime riportate dalla Fondazione Veronesi) che consistono generalmente in visite, esami, medicinali e integratori.
Ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che, in media, passano ben tre anni tra la comparsa dei primi sintomi e l’effettiva diagnosi della malattia: un periodo non breve durante il quale il paziente vive spesso una condizione di disagio, psicologicamente non semplice. Questa è una delle ragioni per cui, per quanto non esista una vera e propria prevenzione del morbo di Crohn, la diagnosi precoce viene considerata alla stregua di una strategia preventiva.
Di fatto, si consiglia di rivolgersi ad uno specialista nel caso in cui diarrea o dolori addominali siano presenti per un periodo di tempo superiore alle 4 settimane. In particolar modo se si osservano altri sintomi come una sensibile perdita di peso. Si può richiedere, in questi casi, esami del sangue, delle feci e un esame non necessariamente invasivo dell’addome per poter individuare tempestivamente la presenza di ulcerosi.
È importante, infine, sottolineare che il morbo di Crohn può rappresentare un fattore di rischio per la comparsa del cancro del colon-retto, ragion per cui a chi ne soffre viene suggerito di sottoporsi a colonscopia almeno una volta all’anno a partire da dieci anni dalla diagnosi in poi. Inoltre, individuare tardivamente la malattia può portare anche ad una compromissione dell’intestino tale per cui è necessario intervenire chirurgicamente.
La prevenzione è, nel caso di morbo di Crohn come in moltissimi altri casi, una sana abitudine quotidiana da non sottovalutare mai, nonostante talvolta comporti dei costi sia in termini economici che di tempo non leggeri da sostenere. Per questo, stipulare una polizza assicurativa in ambito sanitario, come i piani individuali proposti da UniSalute, può essere una soluzione per non sottovalutare nessun aspetto della propria salute, ma con la tranquillità di poter contare su un team di specialisti a disposizione a prezzi vantaggiosi. Conoscevate i sintomi e le caratteristiche del morbo di Crohn?
1 commento
Sono un Professore Ordinario di Pediatria abituato a tenere lezione agli studenti di Medicina e Chirurgia sul Morbo di Crohn. In base alla mia esperienza didattica posso affermare che l’articolo é stato scritto con precisione e semplicità, qualità rare nel nostro mondo.
Mi complimento con la Giornalista e mi auguro di leggere altri suoi articoli in campo medico.