La malaria è una malattia infettiva che si trasmette all’uomo attraverso la puntura delle zanzare anofele. Per quanto questa infezione rappresenti un problema sanitario a livello mondiale, è utile ricordare che in Italia la malaria è stata debellata dagli anni ‘50 e i casi che, tuttavia, ancora oggi si verificano nel nostro paese, sono legati a viaggiatori che rientrano dai paesi dove la patologia è più diffusa. Proprio per questo motivo vogliamo approfondire l’argomento fornendo alcune informazioni riguardo la malaria e i suoi sintomi, ma soprattutto soffermandoci sulla profilassi antimalarica, cui dovrebbero sottoporsi i turisti prima di recarsi in paesi a rischio.
Malaria del viaggiatore: le mete a rischio
Come abbiamo visto, i casi di malaria di Italia sono “di importazione”, ovvero la malattia viene contratta all’estero, in zone ad alto rischio. Si tratta per la grandissima maggioranza dei casi di Africa, ma esistono alcune zone endemiche anche in Asia centrale e America Latina. In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 91 nazioni a rischio in tutto il mondo, con differenti gradi di probabilità a seconda delle zone del paese. In generale la lista dei paesi in cui la malaria è endemica comprende:
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tutta l’Africa, eccetto il Marocco, la Libia e l’Egitto
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il Sud-Est asiatico e il Medio Oriente
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Messico, Centro America e gran parte del Sud America, ad eccezione di Cile, Uruguay ed Argentina.
In America Latina il rischio è generalmente basso e legato solo ad alcune stagioni e zone (non c’è rischio nelle città). Africa, Medio Oriente e Sud-Est asiatico sono invece zone endemiche con alta probabilità di contrarre l’infezione, per cui è consigliata un’adeguata profilassi antimalarica, prima, durante e dopo il viaggio, con modalità che approfondiremo. Vediamo, intanto, come si manifesta l’infezione.
Malaria: sintomi e trasmissione
Si tratta della seconda malattia infettiva per numero di contagi e mortalità, dopo la tubercolosi e il 90% dei casi si concentra in Africa. A causarla è un parassita del genere plasmodium: trasmesso all’uomo mediante la puntura di un particolare tipo di zanzara, la Anopheles femmina, esso entra in circolo nell’organismo, colpendo i globuli rossi e le cellule del fegato.
Nello specifico, sono 4 le tipologie di plasmodio che possono generare la malattia:
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Plasmodium falciparum
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Plasmodium vivax
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Plasmodium ovale
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Plasmodium malariae
Vivax e falciparum sono i più comuni e tra questi l’ultimo rappresenta la forma più letale.
L’immunità umana
Nelle zone ad esposizione intensa, le persone nel corso degli anni possono sviluppare un’immunità parziale, che non elimina il rischio di contrarre la malattia, ma lo riduce, impedendo che in caso di infezione si sviluppi una forma particolarmente aggressiva.
Vediamo ora con quali sintomi si manifesta la malattia.
Sintomatologia e diagnosi
Come per la meningite, anche la malaria ha un sintomo caratteristico (seppur non esaustivo della sintomatologia), ovvero la febbre. Possiamo dire che ogni manifestazione di febbre proveniente da area endemica è considerata malaria, fino a prova contraria. Tuttavia, i primi sintomi, che compaiono dopo un’incubazione che va dai 7 ai 30 giorni, possono essere difficili da attribuire e, inoltre, la febbre è solitamente accompagnata da brividi, dolori muscolari, vomito o nausea, tosse. Per cui, in presenza di segnali sospetti, se si è in viaggio o si è da poco rientrati da una zona in cui la malaria è endemica, è opportuno sottoporsi ad una visita clinica che confermerà o meno la presenza del parassita plasmodio attraverso analisi di laboratorio che, nella maggior parte dei casi, si effettuano su striscio di sangue o test immunologici. La malaria è un’infezione seria, dunque necessita di una terapia specifica che deve essere iniziata il prima possibile.
Terapia
Esiste un’ampia scelta di farmaci somministrati per via orale contro la malaria, ma ad oggi la terapia più efficace per la sua azione antiparassitaria è quella a base di artemisina, un principio attivo ottenuto dalla pianta Artemisia Annua, già conosciuta per le sue proprietà dalla medicina cinese e oggi studiata anche per la sua azione antitumorale. Tuttavia, è utile far presente che in alcuni casi si possono sviluppare fenomeni di resistenza, che impediscono al trattamento di agire in modo efficace, almeno alle dosi standard. Nei casi più gravi, soprattutto se la malaria è causata dal parassita Plasmodium falciparum, i pazienti vengono trattati per via endovenosa continua.
Non ci rimane che approfondire insieme quali sono le raccomandazioni per i viaggiatori diretti in zone a rischio malaria.
Prevenire la malaria: come ridurre il rischio di contagio?
Per quanto riguarda la prevenzione, non esiste un vaccino per la malaria, ma ci sono una serie di misure comportamentali da adottare in viaggio, oltre all’uso di repellenti ed indumenti adatti. Si tratta di:
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evitare di dormire all’aperto e scegliere se possibile camere dotate di condizionatore d’aria e zanzariere (diversamente spruzzare insetticidi a base di piretroidi o utilizzare diffusori di insetticida)
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accendere spirali antizanzare quando si è in verande o terrazze all’aperto
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evitare di dormire vicino a zone di raccolta d’acqua
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impregnare vestiti e zanzariere di insetticidi (prestando attenzione alle mucose di occhi, naso e bocca).
Tuttavia, per ridurre ulteriormente il rischio di contagio (rimane comunque la possibilità di venire infettati), prima di partire è consigliabile sottoporsi a profilassi farmacologica (chemioprofilassi), della quale esistono 6 schemi, basati su altrettanti farmaci, la cui scelta dipende da una serie di fattori che potranno essere opportunamente valutati da un medico, come età, peso e salute della persona, zona e durata del viaggio, possibili reazioni allergiche.
La profilassi farmacologica
I principali farmaci utilizzati per la chemioprofilassi sono:
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atovaquone-proguanile o doxiciclina – va iniziato 1-2 giorni prima dell’arrivo nella zona a rischio di malaria e assunto giornalmente;
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meflochina – la cui terapia va iniziata almeno una settimana prima dell’arrivo in zona endemica e va assunto 1 volta alla settimana.
Ai viaggiatori internazionali, quindi, con largo anticipo prima di partire è consigliato di informare il proprio medico, che, in base al paese di destinazione e allo stato di salute del paziente, suggerirà le migliori azioni preventive. Inoltre, è utile consultare le informazioni per i viaggiatori disponibili sui siti online di ogni paese e seguire le misure indicate. La profilassi antimalarica può essere effettuata presso la propria ASL di riferimento.
La malaria, se non tempestivamente curata, può portare a complicanze come insufficienza renale o edema polmonare, fino a progredire con coma e morte. Particolare attenzione deve essere posta in bambini e donne incinte, soggetti a maggior rischio in cui possono verificarsi infezioni particolarmente aggressive, con decorso rapido.
In linea generale, ai bambini molto piccoli e alle donne in gravidanza è sconsigliato viaggiare in zone a rischio malaria anche perché per queste persone possono risultare nocivi anche la chemioprofilassi o l’uso intenso di repellenti chimici. È buona regola, pertanto, affidarsi scrupolosamente alle indicazioni del proprio medico curante, che potrà fare tutte le valutazioni del caso.
Voi vi siete mai sottoposti a profilassi antimalarica? Qual è la vostra esperienza?
Fonti:
Ministero della Salute
SC Malattie Infettive e Tropicali I, osp. Amedeo di Savoia, Torino SS Medicina dei Viaggi
MET Clinica del Viaggiatore s.r.l. – Centro di Medicina Preventiva e Tropicale
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