Meningite batterica: quali sono i sintomi e come possiamo evitarla?

Negli ultimi anni, la meningite ha continuato a rappresentare una sfida per la salute pubblica a livello globale, nonostante un generale calo dei casi. Questa malattia infettiva del sistema nervoso, che causa l’infiammazione delle meningi – le membrane che rivestono il cervello – rimane una condizione seria che può mettere in pericolo la vita delle persone.

Secondo i più recenti dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’incidenza della meningite da meningococco in Italia è diminuita significativamente nel triennio 2019-2021, passando da 0,32 a 0,04 casi ogni 100mila abitanti. L’ultimo report del 2021 evidenzia che in Italia si sono registrati 26 casi di meningococco, 480 di meningite pneumococcica e 67 di meningite da emofilo. Questi dati mostrano una tendenza alla diminuzione per tutti e tre i tipi di meningite rispetto agli anni precedenti, sottolineando l’importanza di continuare a monitorare e prevenire questa grave infezione.

Per fare chiarezza sulla meningite, i suoi sintomi, le modalità di contagio, le opzioni terapeutiche e le strategie di prevenzione, abbiamo deciso di rivolgerci al Prof. Pierluigi Viale, Direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna. 

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Sintomi della meningite: la differenza tra meningite batterica e virale

“È cruciale comprendere che la meningite dovrebbe essere sospettata in qualsiasi paziente che presenta febbre accompagnata da mal di testa” spiega il professor Viale. “Inoltre, ai due estremi dell’età, i sintomi della malattia possono essere meno evidenti: nei bambini, segnali come apatia, scarsa reattività o l’assenza di pianto possono essere indicativi, mentre negli anziani, la malattia può presentarsi con cambiamenti nello stato di coscienza, anche senza febbre, risultando in comportamenti insoliti, irritabilità o rallentamento cognitivo. Riguardo alla meningite virale, questo termine copre una vasta gamma di condizioni cliniche che variano in base all’età del paziente, alla stagione e alla regione geografica. Ci sono meningoencefaliti virali con specifiche caratteristiche geografiche, come la meningite da virus toscana nelle aree dell’Appennino tosco-emiliano, la Tick Borne Encephalitis nelle zone di Belluno e delle Alpi Friulane, e la West Nile Fever nel Delta del Po. Queste malattie, diverse tra loro, seguono un andamento stagionale e sono associate a punture di insetti differenti.

Esistono poi forme ubiquitarie di meningite virale, che possono colpire persone di ogni età e in qualsiasi luogo. In questi casi, i sintomi sono più evidenti, con febbre alta e mal di testa severo, spesso accompagnati da alterazioni dello stato di coscienza. Queste forme hanno generalmente una prognosi favorevole, a differenza delle varianti batteriche della malattia” conclude Viale.

Meningite batterica e fattore tempo: perché intervenire tempestivamente

“È frequente che i pazienti si presentino al pronto soccorso lamentando un mal di testa febbrile che persiste da diversi giorni. In questi casi, se la diagnosi è di meningite virale, di solito non ci sono gravi complicazioni” precisa Viale. “Tuttavia, se l’esame della puntura lombare rivela una meningite di natura batterica, spesso causata da agenti patogeni come il meningococco, l’haemophilus influentiae o il pneumococco, è cruciale iniziare il trattamento il prima possibile. Nella meningite batterica, il tempo impiegato per avviare la terapia è direttamente proporzionale al rischio di mortalità”.

Quali sono le cause della meningite batterica e come si prende?

Come spiega il professor Viale, “la prevalenza di specifici agenti patogeni responsabili della meningite può differire a seconda dell’età del paziente e della presenza di comorbilità, cioè la coesistenza di più malattie in un singolo individuo. Generalmente, escludendo i casi neonatali, si osserva che l’haemophilus influenzae è più comune nei bambini, il meningococco colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti, mentre il pneumococco e la listeria monocytogenes sono più frequenti negli anziani. Questi batteri rappresentano la maggior parte dei casi di meningite batterica in Italia. Per quanto riguarda haemophilus, meningococco e pneumococco, i più comuni tra questi, il contagio avviene principalmente per via aerea, solitamente attraverso un contatto diretto”.

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La cura della meningite batterica è possibile? 

A questo proposito, il professor Viale spiega: “effettivamente, disponiamo di trattamenti antibiotici efficaci che, se somministrati correttamente e tempestivamente, possono risolvere l’infezione. Nonostante ciò, le meningiti batteriche presentano ancora un tasso di mortalità medio intorno all’11%. Questo elevato tasso è attribuibile sia ai pazienti che giungono in pronto soccorso in uno stadio avanzato della malattia, sia, purtroppo, a casi estremamente gravi che possono portare al decesso in poche ore, lasciando poco margine per un intervento efficace. Il tempo rimane un fattore cruciale nella gestione delle meningiti batteriche. Per questo motivo, la ‘scuola di Bologna’ segue da anni un protocollo che prevede un intervento terapeutico estremamente precoce, anche prima di ottenere una conferma diagnostica definitiva. In altre parole, se il medico, dopo aver esaminato il paziente, sospetta una sindrome meningea e non è in grado di eseguire una puntura lombare rapidamente (a causa della necessità di trasferimento in un ospedale specializzato o per altri motivi), inizia immediatamente il trattamento antibiotico e steroideo

Questo approccio, che anticipa l’intervento di alcune ore cruciali, può salvare la vita del paziente. Questo protocollo, adottato per la prima volta oltre 10 anni fa in Friuli Venezia-Giulia e ora nell’area bolognese, ha contribuito a una significativa riduzione del tasso di mortalità rispetto alla media nazionale”.

Sepsi meningococcica: cos’è e quali sono i sintomi e le conseguenze

“La sepsi meningococcica è una condizione medica grave e potenzialmente letale, causata dall’invasione del flusso sanguigno da parte di batteri meningococchi” spiega Viale. “Questi batteri, particolarmente aggressivi, possono scatenare una risposta infiammatoria sistemica, nota come shock settico, che può rapidamente portare al decesso. A differenza della meningite meningococcica, che colpisce le meningi e il sistema nervoso centrale, la sepsi meningococcica ha un impatto diretto sul flusso sanguigno e può causare danni a organi vitali.

I sintomi della sepsi meningococcica possono includere febbre alta, brividi, confusione mentale, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie e, in alcuni casi, eruzioni cutanee. La rapidità con cui si sviluppa questa condizione la rende particolarmente pericolosa, poiché può progredire velocemente da sintomi lievi a uno stato di shock settico” conclude Viali.

Vaccino per la meningite batterica: chi può farlo?

“Il vaccino contro la meningite è un potente strumento di prevenzione e ha dimostrato la sua efficacia nel tempo” chiarisce Viali. “Purtroppo, molti dei casi fatali di meningite si sono verificati in persone non vaccinate. Con l’aggiornamento del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025, l’Italia ha introdotto importanti novità nel calendario vaccinale, mirando a una copertura più ampia e a una maggiore protezione per tutte le fasce d’età.

Tra le novità più rilevanti, il PNPV prevede l’offerta della vaccinazione antimeningococcica quadrivalente (ACWY) al compimento del primo anno di età, sostituendo la precedente monovalente (C). Questo ampliamento mira a proteggere i bambini contro quattro ceppi di meningococco, inclusi quelli più diffusi come il meningococco C. Inoltre, la possibilità di includere la vaccinazione contro il meningococco B nell’adolescente, in base alla situazione epidemiologica regionale, rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro questa malattia.

Il PNPV mantiene la gratuità delle vaccinazioni raccomandate non obbligatorie fino ai 18 anni e per gli adulti in caso di adesione ritardata. Questo include vaccinazioni cruciali come l’esavalente nel primo anno di vita, la vaccinazione anti-HPV a partire dall’11° anno di vita e il richiamo anti-meningococcica ACWY a partire dal 12° anno di vita”.

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“È fondamentale che tutti, dai bambini agli adulti, seguano le raccomandazioni vaccinali della propria Regione. In particolare, i giovani adulti, che spesso conducono una vita sociale intensa, dovrebbero prestare particolare attenzione alla vaccinazione, così come gli anziani, per i quali sono raccomandate vaccinazioni specifiche come quella anti-pneumococcica e anti-Herpes Zoster. La vaccinazione è una misura preventiva essenziale che può ridurre significativamente il rischio di malattie gravi come la meningite e le sue complicazioni”.

Prevenzione della meningite: perchè è importante vaccinarsi

“In Italia, si osserva una tendenza alla diminuzione delle vaccinazioni, e spesso si sottovaluta il fatto che i benefici dei vaccini superano di gran lunga i loro costi e gli effetti collaterali, specialmente se confrontati con le conseguenze delle malattie che essi prevengono” sottolinea Viali. “Prendiamo, ad esempio, il vaccino contro il morbillo: la probabilità di sviluppare encefalite a seguito della vaccinazione è di 1 caso ogni 10 milioni, mentre il morbillo stesso, oltre ad essere una malattia molto fastidiosa, presenta un rischio di encefalite post-infezione di 1 caso su 1000.

È fondamentale adottare un approccio di fiducia e responsabilità civica nei confronti dei vaccini. Vaccinarsi non è solo un atto di cura personale, ma anche un gesto di solidarietà verso la comunità. Scegliere di non vaccinarsi riflette un atteggiamento individualista che può danneggiare l’intera società. Pertanto, promuovo l’idea che aderire alla vaccinazione sia un atto di educazione civica, un segno di civiltà e un indicatore della nostra apertura verso gli altri”.

Comprendere i sintomi della meningite e riconoscere l’importanza della vaccinazione ci permette di prendere decisioni informate e consapevoli. Ci sono altri aspetti che desiderate approfondire su questa infezione?


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    4 commenti

  1. Il suggerimento quindi qual’è? Potete fornire delle indicazioni dove e come vaccinarsi?
    Io lo vorrei fare ma non so neanche da dove cominciare, a chi rivolgermi, etc.
    grazie
    Cordialmente
    Chiara Falcini

    • Buonasera Chiara. Il Ministero della Salute, di recente ha rassicurato tutti sottolineando che non c’è nessuna emergenza sanitaria a livello nazionale. La regione in cui, già da qualche anno, si è riscontrato un numero più elevato di episodi di Meningococco C è la Toscana: il vaccino è dunque consigliato soprattutto a chi vi risiede o frequenta in modo continuativo questa regione. Se vuoi vaccinarti, puoi rivolgerti al tuo medico curante o alla tua Asl di riferimento. In tutti i casi, abbiamo in cantiere un articolo che spiega a chi rivolgersi per il vaccino e indica i casi in cui è consigliato ricorrervi.
      Grazie per averci scritto e buona serata 🙂

  2. Si salve, mia madre è’ da una settimana in stato di incoscienza dopo aver contratto meningite batterica Conseguenza di una infezione batterica alla Spodilodiscite grave che aveva. Insomma una infezione molto estesa. Ma è’ in vita da due settimana ma negli ultimi giorni e’ in stato di incoscienza. HA 70 anni. Siamo ovviamente tutti distrutti. Ma il fatto che sia in vita e’ comunque un buon segno? Si può sperare ? Un saluto Jara

    • Buongiorno Jara, ci dispiace molto per tua madre. La questione è molto delicata e riuscire a darti una risposta è difficile, perché bisognerebbe conoscere lo stato di salute di tua madre, indipendentemente dall’infezione batterica che l’ha colpita. In questi casi, solo i medici che la seguono possono esserti realmente d’aiuto e possono provare a darti una risposta. Ti siamo vicini Jara, speriamo davvero che tua madre si riprenda con successo. Un caro saluto.