Difficoltà a sentire i suoni distanti o a comprendere le parole pronunciate a voce bassa o in una stanza rumorosa: sono alcuni dei sintomi dell’ipoacusia, un disturbo dell’udito che si manifesta in modo più o meno grave e che, nelle forme più severe, può essere molto invalidante e compromettere in modo significativo la qualità della vita.
In questo articolo approfondiremo quali sono i livelli di gravità della perdita dell’udito provocata dall’ipoacusia. Illustreremo poi le cause di questo deficit, esamineremo in quali casi e come può essere curato, e quali sono le misure di supporto a disposizione di chi deve convivere con un’ipoacusia permanente.
Cos’è l’ipoacusia
L’ipoacusia è un deficit uditivo che provoca una riduzione della capacità di sentire. Può avere diverse cause scatenanti, dalle malformazioni congenite ai traumi, dalla presenza di corpi estranei nell’orecchio al fisiologico calo dell’udito che si verifica con l’avanzare dell’età.
La compromissione della funzione uditiva può interessare un solo orecchio (ipoacusia monolaterale) oppure entrambi (ipoacusia bilaterale) ed essere transitoria o permanente.
I livelli di gravità
L’ipoacusia può presentarsi con vari livelli di gravità che determinano una riduzione più o meno marcata della capacità uditiva. Approfondiamo quali sono e a quali sintomi sono associati.
Ipoacusia leggera
Le forme lievi di ipoacusia rendono difficile sentire il parlato a basso volume o proveniente da lontano. Per chi ne soffre risulta problematico anche udire e comprendere le parole in presenza di rumori di sottofondo. Nonostante questo deficit, è comunque possibile sentire e capire chi parla con un tono di voce normale e si trova alla distanza di un metro.
Ipoacusia moderata
Chi soffre di ipoacusia moderata ha difficoltà a riconoscere le parole pronunciate a volume normale, anche a breve distanza. Riesce, invece, a sentire e comprendere il suo interlocutore se gli parla ad alta voce e da un metro di distanza.
Ipoacusia severa
Chi ha una forma severa di ipoacusia è in grado di sentire solo il parlato a voce molto alta, per esempio le parole che gli vengono urlate nell’orecchio, oppure i suoni a volume elevato. Non riesce, invece, a udire la maggior parte del parlato delle normali conversazioni.
Ipoacusia profonda
Questo tipo di ipoacusia è la più grave e compromette in modo significativo la funzione uditiva. Chi ne soffre non riesce a sentire alcun suono e percepisce quelli ad alto volume soprattutto come vibrazioni.
Classificazione e cause
Come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, a seconda dell’area dell’orecchio danneggiata, dell’eventuale coinvolgimento del nervo acustico e delle cause scatenanti, le ipoacusie si dividono in tre grandi categorie: ipoacusia di trasmissione o conduttiva, ipoacusia neurosensoriale e ipoacusia mista, una combinazione tra le due tipologie precedenti.
Ipoacusia di trasmissione o conduttiva
Questa forma di ipoacusia colpisce l’orecchio esterno o medio, provocando un difetto di trasmissione del suono al cervello che compromette la capacità uditiva.
L’ipoacusia conduttiva può avere cause temporanee: spesso, per esempio, è legata a un processo infiammatorio come l’otite, un’infezione dell’orecchio medio, oppure può dipendere dalla presenza di un corpo estraneo o di un tappo di cerume che ostruisce l’orecchio.
Può tuttavia accadere che l’ipoacusia di trasmissione sia legata a problematiche non transitorie oppure più gravi, come:
- malformazioni congenite dell’orecchio
- traumi alla testa
- la perforazione di un timpano provocata da un rumore troppo forte.
Ipoacusia neurosensoriale
L’ipoacusia neurosensoriale è causata da un danno dell’orecchio interno o del nervo acustico, che fa sì che i suoni siano percepiti in modo distorto o che non si riescano più a sentire alcune frequenze, per esempio i toni acuti.
Le cause più frequenti di questo disturbo sono l’esposizione a rumori forti, per esempio negli ambienti di lavoro, e l’invecchiamento. Con l’avanzare dell’età, infatti, l’orecchio interno si danneggia e perde la capacità di trasmettere i suoni, che di conseguenza non vengono più percepiti distintamente: questa forma di ipoacusia si chiama presbiacusia.
L’ipoacusia neurosensoriale può anche essere legata ad altri fattori, per esempio all’assunzione di farmaci, come i chemioterapici, che hanno un effetto ototossico, cioè possono influire negativamente sull’udito. Nei neonati, l’ipoacusia può essere una complicazione della gravidanza: una delle possibili cause è la sindrome da rosolia congenita, che il bambino può sviluppare se la futura mamma contrae questa malattia infettiva e che causa un deficit uditivo.
Il trattamento
La terapia dell’ipoacusia dipende dal tipo di disturbo di cui il paziente soffre e dalle cause che lo hanno scatenato e, purtroppo, non sempre è risolutiva.
L’ipoacusia da trasmissione, in genere, può essere affrontata con trattamenti medici o chirurgici e in molti casi è totalmente curabile. Se la causa è un’otite, per esempio, l’infezione può essere gestita con antibiotici o antinfiammatori: una volta guarito, il paziente potrà recuperare completamente l’udito. Allo stesso modo, se del cerume ostruisce l’orecchio è sufficiente che lo specialista otorinolaringoiatra lo rimuova per tornare a sentire perfettamente i suoni. In situazioni più gravi, tuttavia, la funzione uditiva può risultare irrimediabilmente compromessa.
L’ipoacusia neurosensoriale è quasi sempre permanente: di solito chi ne soffre non riesce a recuperare completamente l’udito e deve fare ricorso a un impianto di amplificazione o a un percorso di riabilitazione uditiva che lo aiuti a condurre una vita il più possibile di qualità.
Le tutele per chi soffre di questo disturbo
I disturbi dell’udito, quando sono permanenti e riducono in modo significativo la capacità di sentire, sono considerati patologie invalidanti perché condizionano pesantemente l’attività lavorativa e le relazioni familiari e sociali.
Anche l’ipoacusia, nelle forme più gravi, è un deficit uditivo che dà diritto a vedersi riconoscere una percentuale di invalidità e di beneficiare delle tutele previste dalla legge. Chi ne soffre può richiedere invalidità civile INPS oppure, se l’ipoacusia è la conseguenza di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale, l’invalidità lavorativa INAIL, prevista anche per i malati oncologici.
Per il riconoscimento dell’invalidità e l’assegnazione dei relativi contributi, esistono specifiche tabelle INPS e tabelle INAIL che stabiliscono il punteggio di invalidità associato ai diversi livelli di compromissione dell’udito.
Un’ipoacusia che ha causato un’invalidità civile con perdita della capacità uditiva valutata in almeno 75 decibel dà diritto alla pensione per sordi INPS. In caso di inferiore riduzione dell’udito, invece, è possibile godere delle agevolazioni previste per tutte le forme di invalidità civile: l’indennità di accompagnamento e, a seconda del grado di compromissione della capacità lavorativa, la pensione di inabilità o l’assegno di invalidità.
Chi ha un’invalidità lavorativa, invece, può avere accesso a prestazioni economiche come l’assegno di incollocabilità INAIL, riservato agli invalidi che non sono più in condizione di lavorare.
Accanto alle misure disposte dallo Stato, esistono altre forme di tutela, come la polizza UniSalute Invalidità, che garantisce un capitale se la malattia pregiudica in modo totale o parziale la capacità lavorativa. Questo strumento prevede anche un’indennità giornaliera in caso di ricovero e un piano di cura post ricovero. Rappresenta, quindi, un’importante opportunità per proteggere la stabilità economica, la salute e la serenità della persona con invalidità e della sua famiglia.
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