Quando si parla dei cambiamenti climatici che stanno coinvolgendo il pianeta, spesso ci si concentra sulle conseguenze che essi hanno sulla nostra salute fisica. In realtà, l’emergenza climatica che stiamo vivendo sembra avere un impatto importante anche sul benessere mentale e, secondo gli esperti, la sua influenza in tal senso sarà sempre maggiore con il passare del tempo.
Si tratta della cosiddetta “eco-ansia”, una condizione sempre più diffusa, in particolar modo tra i giovani, collegata alle preoccupazioni per l’ambiente e per ciò che succederà in futuro.
Dopo aver parlato di altre forme di ansia, come l’ansia da prestazione o l’ipocondria, cerchiamo dunque di capire meglio cos’è l’eco-ansia, quali sono le sue conseguenze e com’è possibile gestire la paura del cambiamento climatico.
Eco-ansia: che cos’è, da cosa è causata e quali sintomi provoca
Come si legge in un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità presentato lo scorso giugno, “eco-ansia” è un concetto emergente, di cui ancora non c’è una definizione chiara e condivisa da tutti, nato per descrivere la risposta che diverse persone hanno davanti alla crisi climatica. Questa situazione, infatti, può generare negli individui varie emozioni come, ad esempio:
- tristezza;
- paura;
- disperazione;
- dolore;
- rabbia;
- vergogna;
- senso di impotenza.
In particolare, in un rapporto del 2017 dell’American Psychological Association ed ecoAmerica, l’eco-ansia è stata definita “una paura cronica del destino ambientale”. Tuttavia, ad oggi non si tratta di una condizione medica ufficialmente riconosciuta e in genere è considerata una risposta del tutto comprensibile e razionale alla situazione che il nostro pianeta sta affrontando, perché il climate change è un problema reale. Gli esperti ritengono che l’eco-ansia possa comunque avere ripercussioni importanti e rappresentare un elemento di stress in grado anche di peggiorare eventuali disturbi mentali già presenti, nonché di influenzare la propria visione del mondo e del futuro.
Solastalgia: l’angoscia di vedere i luoghi cari cambiare per sempre
Questa sensazione di ansia può tradursi in vari modi. Davanti ai cambiamenti ambientali che coinvolgono i luoghi cari, ad esempio, alcune persone potrebbero sperimentare la “solastalgia”, concetto coniato dal filosofo ambientale australiano Glenn Albrecht che significa “la nostalgia di casa che si prova quando si è ancora a casa”. Questa parola descrive, infatti, l’angoscia che può assalirci quando l’ambiente in cui si vive subisce un cambiamento drastico e irrevocabile: vedere i paesaggi che ci sono familiari e in cui abbiamo vissuto trasformarsi radicalmente a causa dei mutamenti climatici può portare a un senso di perdita e di profondo sconforto.
Come il cambiamento climatico influisce sulla salute mentale
Secondo molti studiosi, oltre alle preoccupazioni per l’ambiente e per il futuro del pianeta, il cambiamento climatico può influire sulla salute mentale anche in altri modi. In primo luogo, in maniera diretta, ad esempio attraverso i disastri naturali, che possono avere un impatto severo su chi li subisce, causando varie conseguenze come gravi sintomi di ansia o stress post-traumatico. In un precedente approfondimento, abbiamo proprio affrontato il tema degli effetti del terremoto sulla psiche.
Anche i mutamenti graduali, come l’aumento delle temperature, il peggioramento della qualità dell’aria e la siccità, per gli esperti sono in grado di influenzare, a vari livelli, il nostro benessere psichico, così come i rischi di carattere sociale ed economico associati al climate change.
I giovani tra i soggetti più predisposti all’eco-ansia
L’ansia climatica è una condizione piuttosto diffusa. Secondo i dati di un sondaggio dell’American Psychological Association del 2020, più del 50% degli adulti statunitensi ritiene il cambiamento climatico il problema più importante a cui il mondo di oggi deve far fronte. Inoltre, uno studio pubblicato da The Lancet nel 2021 evidenzia che l’84% dei bambini e dei giovani adulti fra i 16 e i 25 anni è almeno moderatamente preoccupato per la crisi climatica, mentre il 59% è molto o estremamente preoccupato.
Proprio i più giovani, infatti, sembrano essere tra i soggetti maggiormente colpiti da questa forma di ansia. Secondo alcuni studiosi, i bambini sono più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico sulla salute mentale perché hanno risposte più forti agli eventi meteorologici estremi; inoltre, come si legge su Harvard Health Publishing, la spiegazione di questa forte influenza sulle nuove generazioni va ricercata anche nel fatto che saranno proprio i bambini e i giovani a subire, in futuro, i maggiori effetti del climate change.
Tra i gruppi più predisposti, inoltre, possono esserci le comunità indigene che vivono in regioni geograficamente vulnerabili, con un conseguente rischio di perdita dell’identità culturale, ma anche le persone più attive e attente nei confronti dell’ambiente, o che hanno un rapporto particolarmente stretto con la natura, e chi subito cambiamenti ambientali causati dal climate change.
Come far fronte all’eco-ansia e gestire questo stato d’animo
L’ansia climatica è un tema che richiede attenzione e ulteriori ricerche da parte degli studiosi per definire meglio la problematica, conoscere le sue ripercussioni sulla popolazione e capire come gestirla nel modo giusto. Al momento non esistono strategie specifiche per far fronte a questa situazione, tuttavia molti specialisti forniscono alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare a ridurre i livelli di preoccupazione, ad esempio:
- non negare o reprimere il proprio disagio, ma riconoscere e accettare i sentimenti provati;
- agire, mettendo in atto comportamenti utili a contrastare il cambiamento climatico, come ad esempio la riduzione dei rifiuti, dell’uso dell’auto, la partecipazione a iniziative ed eventi a favore dell’ambiente;
- trascorrere più tempo nella natura.
D’altra parte, però, gli esperti ricordano anche che ci sono dei limiti alle responsabilità del singolo e che non si può certamente pretendere di cambiare la situazione da soli: questa consapevolezza può aiutare ulteriormente a ridurre il peso e l’angoscia provati.
Sottolineano inoltre l’importanza di supportare i giovani che provano questo stato d’animo, dando valore alle loro preoccupazioni e sostenendoli nelle azioni benefiche per l’ambiente. Allo stesso tempo, se si soffre di disturbi di ansia, è possibile anche valutare di rivolgersi a un professionista per conoscerne più a fondo le cause e capire come farvi fronte efficacemente.
Occuparsi della propria salute mentale – capendo anche come distinguere tra stress positivo e stress negativo – è fondamentale, perché il benessere dell’organismo passa anche attraverso una buona condizione psichica.
Senza dimenticare, poi, che prendersi cura di sé significa anche adottare sane abitudini quotidiane, che riguardano sia l’alimentazione che l’attività fisica, e sottoporsi a regolari controlli per prevenire patologie o accorgersi per tempo di eventuali problemi. Per questo può essere utile sottoscrivere una polizza sanitaria scegliendola tra le tante opzioni offerte dai Piani Individuali di UniSalute: si tratta di una serie di proposte studiate per soddisfare diverse esigenze, tra cui è possibile trovare l’assicurazione sanitaria più indicata alle proprie necessità.
E voi avevate mai sentito parlare di eco-ansia o vi riconoscete in questo stato d’animo?
Fonti:
apa.org
who.int
health.harvard.edu
healthline.com
istitutobeck.com
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