A molti può essere capitato, durante il percorso scolastico, di avere problemi con la matematica. Esiste però una condizione, chiamata discalculia, causata da un particolare assetto neuropsicologico che non aiuta il bambino nell’acquisizione delle abilità matematiche. Non va dunque confusa con difficoltà dovute, ad esempio, a scarsa motivazione o poco impegno, né alla qualità dell’istruzione o a deficit cognitivi. Si tratta di una situazione che richiede una diagnosi accurata e un approccio personalizzato che aiuti lo studente nell’apprendimento e nell’inclusione.
Scopriamo meglio cos’è la discalculia, quali sono i sintomi e come si interviene per facilitare lo studio.
Che cos’è la discalculia?
La discalculia rientra tra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (comunemente abbreviati in DSA), un gruppo di disturbi del neurosviluppo che appaiono in età evolutiva e che comprendono difficoltà nella lettura, nella scrittura o nel calcolo.
La discalculia, nello specifico, riguarda proprio quest’ultimo aspetto e può manifestarsi con problemi a:
- imparare le procedure di conteggio scritto e a mente;
- riconoscere in modo immediato piccole quantità, senza doverle contare;
- memorizzare le tabelline;
- leggere i numeri;
- comporre e scomporre delle quantità e saperle comparare (ad esempio distinguere la maggiore dalla minore);
- mettere i numeri in ordine crescente o decrescente.
Come gli altri DSA (di cui fanno parte, oltre alla discalculia, dislessia, disortografia e disgrafia), questo disturbo non è legato al livello di intelligenza della persona (che tende ad avere un quoziente intellettivo nella norma) e non è connesso a disturbi di tipo cognitivo, neurologico, sensoriale o a problemi ambientali.
Come si legge sul sito dell’Associazione Italiana Dislessia, i DSA non sono una malattia perché sono determinati da un diverso neuro funzionamento del cervello e non da un danno di tipo organico. Le persone con questa condizione sono in grado di mettere in pratica una determinata abilità (come il calcolo e la numerazione), ma per farlo serve loro più tempo e un elevato livello di attenzione.
Per quanto riguarda la sua diffusione, la discalculia ha un’incidenza minore rispetto ad altri DSA come dislessia e disortografia, ed è anche meno studiata. In particolare, secondo MI – DGSIS – Ufficio Gestione Patrimonio informativo e Statistica, nell’anno scolastico 2018/2019, gli alunni con discalculia sono stati pari a 96.081. Per quanto riguarda nello specifico la scuola primaria, hanno rappresentato lo 0,8% del totale degli alunni.
Discalculia: quali sono i sintomi
Come vedremo fra poco, esistono varie forme di discalculia che portano a problemi differenti. Prima di illustrarli può essere utile prendere in esame, in maniera più dettagliata, alcuni segnali che possono essere spia di questo disturbo. Alcuni di essi possono cominciare a notarsi anche in periodo prescolare. Per una diagnosi corretta, tuttavia, bisogna attendere la fine del terzo anno di scuola primaria.
La discalculia tende a manifestarsi con diverse difficoltà:
- attribuire un numero agli oggetti;
- riconoscere i simboli numerici;
- fare calcoli semplici;
- apprendere le procedure matematiche di base;
- comprendere i segni aritmetici;
- contare;
- scrivere e leggere i numeri nel modo giusto;
- studiare le tabelline;
- incolonnare correttamente i numeri durante il calcolo;
- comprendere e risolvere i problemi di aritmetica.
Queste problematiche non sono necessariamente tutte presenti: il bambino, infatti, può avere determinate criticità e non altre. Vediamo come vengono classificati gli errori provocati dalla discalculia.
Discalculia: tipologie di errori
Le difficoltà di una persona con discalculia possono, generalmente, riguardare tre aree differenti:
- errori dei fatti numerici: lo studente non riesce a memorizzare i risultati di operazioni frequenti, come ad esempio le tabelline o i calcoli a mente automatizzati. In questo caso, quindi, non sono propriamente intaccate le capacità di calcolo.
- Errori di tipo procedurale: l’alunno ha problemi nel ricordare o applicare le procedure aritmetiche (ad esempio prestito, incolonnamento, riporto).
- Dislessia delle cifre: il bambino può fare confusione tra un numero e un altro, avere difficoltà nel leggerli e scriverli, ma anche nel capire a che grandezze si riferiscano. Quando il numero presenta uno zero, quest’ultimo potrebbe essere omesso oppure potrebbero esserne aggiunti degli altri (ad esempio 30 può diventare 300). Un numero come 31 può essere scambiato per 13 e viceversa.
Quali sono le cause della discalculia?
Le cause che determinano la discalculia non sono, ad oggi, ancora chiare. Tra gli elementi che secondo la comunità scientifica possono concorrere al suo sviluppo c’è, ad esempio, l’ereditarietà. I ricercatori hanno infatti scoperto che spesso un bambino con discalculia ha un altro familiare, come un genitore o un fratello, che presenta disturbi simili.
Anche fattori ambientali potrebbero essere implicati: il fatto che la madre, durante la gravidanza, abbia assunto alcol o che il piccolo sia nato prematuro sembra poter incidere sulla discalculia.
Ricordiamo anche che questa condizione può presentarsi in maniera isolata, ma anche associarsi ad altri DSA (è frequente la contemporanea presenza di dislessia e discalculia) e al disturbo di deficit dell’attenzione (ADHD) sia con iperattività che senza.
Inoltre, esiste anche la discalculia acquisita, una condizione che però non rientra tra i DSA perché, appunto, non è di carattere evolutivo ma è causata da un trauma o da una malattia.
Discalculia: come avviene la diagnosi?
Se un bambino presenta difficoltà con le procedure di matematica di base anche per un lungo periodo, non è detto che si tratti di discalculia. Questo disturbo, infatti, richiede la valutazione di uno specialista per una diagnosi corretta che, come anticipato, non può essere effettuata prima della fine del terzo anno di scuola primaria. Il motivo è evitare falsi positivi derivanti dallo scambio di una maggiore lentezza nell’apprendimento – che può verificarsi a questa età e che, normalmente, si risolve nei primi tre anni – con la discalculia.
È comunque fondamentale giungere a una diagnosi il prima possibile perché, in caso contrario, il bambino rischia di accumulare tanti insuccessi scolastici senza capire le ragioni delle sue difficoltà, con conseguenze negative a livello psicologico e di autostima.
La discalculia viene individuata attraverso test standardizzati che consistono, principalmente, in prove di matematica di base. In particolare, serve escludere altre ipotesi che possono causare difficoltà in matematica come, ad esempio, deficit di tipo cognitivo e neurologico, problemi sensoriali e fattori ambientali come prolungate assenze da scuola. Il disturbo, per essere definito discalculia, deve inoltre causare importanti problemi adattivi nella persona, intaccando lo svolgimento dei compiti tipici della vita scolastica o la quotidianità. Nella vita di tutti i giorni, ad esempio, potrebbero verificarsi criticità nella gestione del tempo e del denaro.
Ricordiamo che la certificazione di DSA – necessaria per avere diritto, a scuola, a un Piano Didattico Personalizzato – può essere ottenuta solo tramite servizi sanitari o enti accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.
Discalculia: come si interviene?
Non è corretto parlare di terapia con riferimento alla discalculia. Come detto in precedenza, non è una malattia da cui è possibile “guarire”, perché il neuro funzionamento che determina il disturbo fa parte della persona e sarà sempre presente.
Tuttavia, è possibile compensare la discalculia (e gli altri DSA) attraverso attività di potenziamento o di tipo riabilitativo.
In ambito scolastico va pianificato il già citato Piano Didattico Personalizzato (PDP). Sono gli insegnanti, dopo aver osservato le modalità di apprendimento della persona, a svilupparlo. Ogni alunno, infatti, va aiutato in modo diverso con l’obiettivo di rafforzare le sue capacità attraverso apposite strategie. In particolare, secondo quanto stabilito dalla Legge 8 ottobre 2010, n.170, vanno predisposte:
- misure compensative, che permettono all’allievo di imparare e studiare con più efficacia. Tra queste rientrano calcolatrice, tavola pitagorica, mappe concettuali e mentali o formulari.
- misure dispensative, come concedere allo studente più tempo per l’esecuzione delle verifiche, la possibilità di non svolgere una parte dei compiti per casa o dei compiti in classe.
Gli specialisti, nell’ambito di un percorso di riabilitazione e potenziamento, possono inoltre avvalersi di esercizi specifici e software didattici messi a disposizione da case editrici che operano nel campo nell’apprendimento. Sicuramente, poi, è fondamentale una cooperazione costante tra scuola e famiglia per la massima inclusione scolastica del bambino.
Riconoscere il prima possibile questo disturbo è quindi essenziale per intraprendere il percorso più adeguato e permettere alla persona con discalculia di trovare strumenti efficaci per apprendere al meglio. Lo stesso vale in tutti gli ambiti che riguardano la salute. Riuscire ad accorgersi per tempo di determinate problematiche consente, infatti, di adottare le strategie migliori per far fronte al problema ed evitare che peggiori.
Una polizza sanitaria come UniSalute Famiglia può essere molto utile da questo punto di vista, inoltre permette di usufruire del servizio “il pediatra risponde” per ricevere immediata consulenza in caso di dubbi sul benessere del vostro bambino.
Conoscevate la discalculia?
Fonti:
aiditalia.org
uppa.it
fatebenefratelli.it
miur.gov.it
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