coronavirus come si trasmette

Coronavirus: come funziona la catena del contagio

L’esistenza del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è stata resa pubblica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a inizio gennaio, a seguito di un focolaio di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella Cina centrale.  

Nelle ultime settimane il virus si è diffuso anche in Italia, catturando l’attenzione dei media e della comunità scientifica; come abbiamo avuto di spiegare in altri articoli pubblicati sull’argomento, si tratta di un virus nuovo di cui conosciamo ancora poco, sappiamo però per certo che è altamente contagioso. In questo articolo ci concentriamo proprio sulla catena del contagio, argomento che approfondiamo con l’aiuto del dott. Fausto Francia, epidemiologo, direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e membro del Comitato Scientifico di UniSalute. 

Come funziona il contagio del coronavirus? 

influenza contagio

Dirima/shutterstock.com

L’OMS spiega chiaramente che il SARS_CoV-2 si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline che si diffondono dal naso o dalla bocca. Ciò può avvenire per modalità diretta o indiretta, come ci spiega il dottore Francia, che chiarisce: “il contagio diretto avviene per via aerea, ovvero con un colpo di tosse o uno starnuto con cui emettiamo goccioline di saliva infetta. In questo modo, il virus può essere inalato da una persona che è molto vicina a noi. Il contagio indiretto può invece avvenire se, dopo aver tossito o starnutito, tocchiamo una qualunque superficie e, subito dopo, un’altra persona tocca la stessa superficie con le sue mani, per poi portarle al naso, agli occhi o alla bocca.” 

Il contagio indiretto è comunque un’eventualità limitata, sottolinea tuttavia il dottore Francia, “poiché il contatto dovrebbe avvenire entro breve tempo: il virus, infatti, all’esterno vive poco”. 

Perché è importante evitare il più possibile la diffusione del virus?

Come abbiamo approfondito in questo articolo, a proposito della pericolosità del virus e delle possibili complicanze ad esso correlate, è importante evitare il più possibile la diffusione perché: 

  • si tratta di un virus nuovo, di cui le autorità sanitarie non conoscono ancora il reale grado di infettività, che pare piuttosto elevato: proprio per questo, bisogna osservare una serie di accortezze quotidiane, che vedremo meglio nel paragrafo dedicato in seguito.
  • La complicanza maggiore del SARS_CoV-2 è la polmonite virale, che può interferire in modo molto serio con la respirazione.

Il dott. Francia, relativamente a questo punto, sottolinea che “in soggetti il cui apparato è già in sofferenza per via di altre patologie può portare a un’insufficienza respiratoria acuta e, nei casi peggiori, al decesso.” 

Comprendiamo, quindi, che è importante intervenire per quanto possibile sulla catena del contagio, anche per evitare che il virus colpisca persone che possono incorrere in complicanze potenzialmente mortali. 

Mascherina, facciamo chiarezza: chi deve indossarla e come si usa?

In queste ultime settimane si è dibattuto molto anche sull’utilizzo delle mascherine. Chiariamo questo aspetto utilizzando le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha diffuso un video e un elenco di punti molto chiari, ripresi dal Ministero della Salute: “L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti – si legge sul sito – oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani”. 

Fatta questa precisazione, l’OMS chiarisce inoltre che “non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie.”

Sintetizzando, la mascherina va indossata in due casi:

  • se si sospetta di aver contratto il virus e si presentano sintomi come tosse e starnuti;
  • se si vive a contatto con una persona con sospetta o confermata infezione. 

Come mettere e togliere la mascherina in modo corretto

Il Ministero fornisce anche una lista di istruzioni per mettere e togliere la mascherina in modo corretto

  1. Prima di indossare una maschera, pulire le mani con un detergente a base di alcool o sapone e acqua.
  2. Coprire la bocca e il naso con la maschera e assicurarsi che non vi siano spazi tra il viso e la maschera.
  3. Evitare di toccare la maschera mentre la si utilizza; se lo fai, pulisci le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone.
  4. Sostituire la maschera con una nuova non appena è umida e non riutilizzare le maschere monouso.
  5. Per rimuovere la maschera: rimuoverla da dietro (non toccare la parte anteriore della maschera); scartare immediatamente in un contenitore chiuso; pulire le mani con pulire le mani con una soluzione a base di alcool o acqua e sapone.

Periodo di incubazione: quanto dura e cosa fare se si entra in contatto con una persona contagiata

coronavirus a cosa porta

 

 

Via via che il virus si diffonde e purtroppo sempre più soggetti ne sono colpiti, aumentano anche le informazioni in nostro possesso riguardo alle sue caratteristiche, tra cui il periodo di incubazione, ovvero l’intervallo di tempo che intercorre tra la contrazione del virus e la manifestazione dei sintomi. 

Ad oggi, sappiamo che:

  • il periodo di incubazione varia in media tra 2 e 14 giorni
  • alcuni studi preliminari hanno riportato tempistiche più lunghe, anche fino a 27 giorni. 

Quindi, sono considerate a rischio di contrarre il nuovo coronavirus le persone che:

  • sono entrate in contatto con soggetti con infezione probabile o confermata con esami in laboratorio; 
  • hanno frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove sono ricoverati pazienti che hanno contratto il virus.

Pertanto, se si ritiene di essere tra i casi a rischio sopraelencati, occorre contattare il numero verde nazionale 1500, oppure i numeri emergenza 112 o 118.

Quanto sono contagiosi i pazienti senza sintomi? 

Secondo l’OMS, basandosi sui dati ad oggi disponibili, la trasmissione del virus avviene principalmente da persone che stanno già manifestando i sintomi: è comunque possibile che anche soggetti asintomatici, ovvero con sintomi assenti o molto lievi, possano trasmette il SARS_CoV-2. 

Il dottor Francia, su questo specifico punto, afferma che “sul tema del contagio da parte degli asintomatici c’è stata grande disquisizione da parte del mondo scientifico: in generale è bene tenere sempre presente che si tratta di una malattia molto contagiosa”. 

A differenza di chi manifesta i sintomi, prosegue il medico, “gli asintomatici dovrebbero essere meno infettivi, ma se hanno di fronte una persona molto ricettiva alla trasmissione, la ‘carica virale’ potrebbe comunque essere sufficiente a trasmettere l’infezione”.  

Immunità dopo la malattia e immunità di massa: cosa sappiamo?

Abbiamo fatto qualche domanda al dott. Francia anche per comprendere se può esistere l’immunità al coronavirus, ovvero se le persone che si ammalano sviluppano gli anticorpi per non riammalarsi, e quello che ci ha detto è che non possiamo ancora saperlo, perché lo scopriremo solo con il passare del tempo. 

“Pensiamo all’influenza stagionale” afferma Francia, “chi la contrae quest’anno, non è detto che non la contrarrà anche il prossimo, perché i virus sono soggetti a variazioni, ovvero si “camuffano” per non essere riconosciuti dal sistema immunitario. Dobbiamo ancora scoprire se il SARS_CoV-2 tende a modificarsi nel tempo e a generare nuove infezioni anche in coloro che hanno già contratto la malattia”.

Ad oggi, come sottolinea anche il medico, ha avuto successo la pratica di prelevare le immunoglobuline dal sangue di pazienti guariti dal nuovo coronavirus per somministrarle ai malati, e questo li sta aiutando a guarire. 

Per quanto riguarda invece l’immunità di massa, ovvero il principio secondo cui la catena dell’infezione di un virus può essere interrotta quando la maggioranza della popolazione è immune alla malattia, Francia non si sbilancia troppo, perché la comunità scientifica non è ancora in possesso di sufficienti informazioni. 

Ci dice che “per ora, speriamo che l’immunità di massa non si sviluppi in modo autonomo, perché significherebbe presupponendo che il virus generi immunità – che le persone si sono ammalate su larga scala. Diversa è invece l’immunità di gregge che si potrebbe verificare in seguito alla vaccinazione”. 

Best practice per limitare la diffusione del contagio

Lavare le mani

Secondo le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riprese anche dal Ministero della Salute, ci sono una serie di precauzioni quotidiane che, se osservate con regolarità, possono aiutare a rallentare la catena del contagio:

  • lavare spesso le mani;
  • mantenere una distanza di almeno un metro da persone che starnutiscono o tossiscono;
  • evitare di toccarsi occhi, naso e bocca;
  • seguire le corrette norme igienico- sanitarie, e accertarsi che lo facciano anche le persone con cui si vive a stretto contatto; 
  • indossare la mascherina solo se si presentano sintomatologie di tosse, raffreddore o difficoltà respiratorie; 
  • se non ci si sente bene, l’indicazione è quella di rimanere a casa;
  • se si iniziano a manifestare sintomi correlati al coronavirus, le autorità sanitarie si raccomandano di non recarsi al pronto soccorso, ma contattare il 118 o il 112 (a seconda della regione di residenza) o il numero verde nazionale 1500. Per questo punto, si consiglia di consultare il portale messo a disposizione della propria regione, dove si potranno trovare tutte le informazioni necessarie;
  • rimanere informati su SARS_CoV-2 utilizzando fonti ufficiali e siti scientifici accreditati

 

Articolo redatto da Silvia Bernardi, con il contributo del dott. Fausto Francia, epidemiologo, direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e membro del Comitato Scientifico di UniSalute.

 

Altre fonti:

who.int
epicentro.iss.it/
salute.gov.it/ 

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