Si tratta però di un’informazione molto diffusa, ma falsa. Infatti, non esistono vaccinazioni obbligatorie a norma di legge in Italia nel senso che, se il proprietario non le esegue, non vi è alcuna sanzione amministrativa o altro. Esistono al contrario alcune profilassi obbligatorie se decidiamo di viaggiare all’estero insieme al nostro amico a quattro zampe.
Andiamo, però, con ordine: vediamo infatti perché alcuni vaccini per cani sono erroneamente considerati obbligatori, come comportarsi in caso di viaggio all’estero e che vincoli effettivamente pone la legge italiana per i proprietari.
Non esistono vaccini obbligatori, ma consigliati
Come anticipato, dunque, la legge italiana non prevede che ci siano vaccini obbligatori per i cani all’interno dei propri confini. Tuttavia, coerentemente con le linee guida internazionali promosse dal Vaccination Guidance Group (VGG) della World Small Animals Veterinary Association, esiste un gruppo di vaccini definiti “core” che tutti i cani e tutti in gatti, indipendentemente da dove vivono nel mondo, dovrebbero effettuare.
La finalità è duplice: da un lato, infatti, è stato riscontrato che, soprattutto tra la popolazione canina randagia e quella che vive nei canili, permangono sacche di infezioni e che negli ultimi anni si è assistito ad un calo delle vaccinazioni, probabilmente associato a ragioni economiche; dall’altro, si ritiene che una strategia vincente per proteggere il maggior numero di cani e gatti sia puntare sull’”immunità di popolazione”, ovvero aumentare la percentuale di animali vaccinati in una determinata area per ridurre la prevalenza di una malattia.
Ma quali sono, dunque, i vaccini definiti “core” e quindi consigliati dai veterinari anche in Italia?
Vaccini cani: quali sono quelli consigliati in Italia?
L’associazione dei veterinari ha individuato tre malattie che per gravità ed effetti sono considerate pericolose al punto che, per prevenirle, la soluzione ottimale risiede nella vaccinazione.
Si tratta di:
- Cimurro
- Adenovirosi
- Parvovirosi
Vediamo più nello specifico che tipo di patologie sono, perché è importante proteggere i nostri amici animali e come fare.
Parvovirosi, la pericolosa gastroenterite emorragica
Il vaccino contro la parvovirosi è utile per prevenire il contagio di una patologia piuttosto seria, la gastroenterite emorragica. Solitamente viene proposto quando i cuccioli hanno circa 8 settimane, in casi più rari e sempre su indicazione del veterinario anche nel cane più adulto. In generale, sono necessari alcuni richiami a distanza di un tempo variabile.
Il vaccino contro il cimurro, il morbillo dei cani
Questo secondo vaccino solitamente consigliato dai veterinari per proteggere la salute dei cani è quello contro il cimurro, una malattia che colpisce i sistemi respiratorio, nervoso e gastroenterico. Nei casi più gravi può portare anche alla morte degli animali.
Solitamente viene somministrato ai cuccioli già svezzati oppure, in alternativa, agli adulti che trascorrono un lungo tempo in compagnia di altri animali, tenendo presente che, anche in questo caso, sono necessari dei richiami per assicurarsi che la copertura sia efficace.
L’antidoto all’epatite infettiva
L’Adenovirus di tipo 1 causa una malattia che, per i cani, è molto pericolosa: se riconosciuta troppo tardi può portare alla morte del nostro animale domestico e l’unica forma di prevenzione possibile è rappresentata dal vaccino. Viene somministrato a partire dai 3 mesi di età del cucciolo, infatti proprio il periodo entro il primo anno di vita è quello durante il quale i cani sono esposti ad un rischio maggiore.
Il calendario delle vaccinazioni del cane
Abbiamo visto, dunque, che sebbene non esistano vaccini obbligatori per legge, per alcune patologie molto gravi questa è la sola strategia per tutelare la salute dei nostri amici a quattro zampe. È dunque molto importante programmare insieme al proprio veterinario il protocollo vaccinale del cane, a partire dalle prime 6/8 settimane di età fino a circa 16 e, il richiamo a seguire circa 12 mesi più tardi: in questo modo stiamo infatti proteggendo il nostro cucciolo per un periodo, definito DOI (duration of immunity), di almeno tre anni.
Infatti, le linee guida del VGG sottolineano che la durata dell’immunità è di molti anni e il veterinario può verificarla effettuando un test anticorpale durante la regolare visita annuale di controllo. Da questo punto di vista è, quindi, cruciale non perdere questo tipo di appuntamento poiché è proprio in questa occasione possiamo assicurarci che la salute del nostro cane non sia a rischio.
Seguendo un protocollo, il veterinario valuterà infatti il caso specifico del nostro cane, e preparerà un vero e proprio calendario delle vaccinazioni. In generale, esiste un’indicazione di massima delle tempistiche che vengono seguite in casi normali:
- 6/8 settimane: in questa fase vengono somministrati i vaccini contro parvovirosi, cimurro e, se necessario, parainfluenza.
- Dopo 21 giorni da questo primo vaccino ne va eseguito uno che comprende epatite infettiva, parvovirosi, cimurro, leptospirosi e parainfluenza, ripetuto dopo altre tre settimane.
- Quando il cucciolo compie i primi 4 mesi di età si può fare, nei casi in cui sia necessario come vedremo nel paragrafo successivo, il vaccino anti-rabbia.
- Ogni anno, poi, non bisogna mancare l’appuntamento con il richiamo del pentavalente, ovvero di quello valido contro cinque patologie, e ogni 3 anni quello per la parvovirosi, il cimurro, la parainfluenza e l’epatite.
Il cane in viaggio: vaccino anti rabbia
Se, come abbiamo appurato, non esistono vaccini obbligatori per i cani che risiedono stabilmente in Italia con le loro famiglie, il discorso è differente per chi volesse andare all’estero con il proprio animale domestico.
Infatti, uno degli obiettivi dell’One Health Commitee della WSAVA e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale è quello di eliminare la rabbia canina entro il 2030. In quest’ottica è stato introdotto l’obbligo vaccinale contro questa patologia: il riferimento è all’allegato III del Regolamento UE 576 del 2013.
Esistono alcune deroghe a questo vincolo: come specificato sul sito del Ministero della Salute, ciascun paese membro dell’UE può autorizzare l’introduzione nel proprio territorio di cuccioli provenienti da altri paesi membri di età inferiore alle 12 settimane e non vaccinati contro la rabbia. Per sapere dove esiste questa possibilità è necessario consultare la sezione “Young Animals” del sito della Commissione Europea che riassume, in costante aggiornamento, la posizione di tutti gli stati dell’UE.
Oltre alla vaccinazione anti-rabbica, il proprietario che si appresta a partire in viaggio con il proprio cane deve prestare attenzione a come trasportare l’animale e a tutte le norme sanitarie richieste nel paese di destinazione e negli eventuali scali. Sempre a livello europeo, vengono disciplinati dal Regolamento delegato (UE) 1152/2011 anche i trattamenti contro Echinococcus multilocularis, un parassita che dal cane può essere trasmesso all’uomo e per questo ritenuto pericoloso.
Così come non dobbiamo dimenticare che il cane in viaggio dev’essere dotato di passaporto, rilasciato dall’azienda sanitaria locale su richiesta del proprietario solo se l’animale domestico è iscritto all’anagrafe canino. Il documento deve contenere:
- dati anagrafici
- elenco di tutte le vaccinazioni effettuate dall’animale
- visite mediche
- eventuali trattamenti contro l’echinococco multilocularis (richiesti, al momento, per Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Malta e Norvegia).
L’identificazione dell’animale può avvenire, all’interno dell’Unione Europea, anche tramite un tatuaggio, solo se apposto prima del 3 luglio 2011, oppure tramite il microchip, introdotto in tutta Italia in seguito all’accordo Stato Regioni del 24 gennaio 2013.
I costi delle vaccinazioni
Una preoccupazione condivisa da molti proprietari di cani quando si parla di vaccini è quella rappresentata dai costi. Essi variano di Regione in Regione e di veterinario in veterinario, tuttavia in media possono partire dai 20 Euro fino ad arrivare a circa 50. Un sacrificio economico che, tuttavia, viene sicuramente ripagato dalla sicurezza di tutelare la salute del nostro animale domestico.
In conclusione, dunque, è bene ribadire che non esistono, in Italia, vaccini dei cani obbligatori per legge. Al contrario, esistono dei vincoli come il vaccino antirabbica per chi volesse viaggiare in compagnia del proprio animale domestico e l’obbligo di registrazione ed identificazione dell’animale tramite il microchip. Alcuni vaccini possono talvolta essere definiti come “obbligatori” dal punto di vista medico perché le evidenze scientifiche confermano che si tratta della strategia più efficace per tutelare la salute del proprio cane.
Per questa ragione, non si può prescindere da una visita e un confronto costante con il proprio veterinario che saprà consigliare e seguire il proprietario durante tutti i passi necessari a garantire il buon stato di salute del cane. A tal proposito, non devono essere i costi delle visite o dei vaccini a scoraggiarci: una soluzione è quella proposta da UniSalute che offre una polizza assicurativa specifica per animali domestici, Doctor Pet, che prevede la gratuità della visita annuale nel caso di infortunio o malattia, prestazioni scontate presso i centri convenzionati che garantiscono un risparmio fino al 30% rispetto alle normali tariffe e un servizio di consulenza specifico che consente al proprietario di porre i propri dubbi direttamente ad un veterinario specializzato. In questo modo avrete la possibilità di godervi in salute il vostro cane, in Italia e all’estero, a maggior ragione dopo aver chiarito cosa intendiamo per vaccini “obbligatori” per i cani. Conoscevate tutte le regole a tal proposito?
6 commenti
I vaccini obbligatori, in base a quale legge lo sono?
Informazioni false.
Nessun vaccino è obbligatorio.
Complimenti per l’onesta’.
Buongiorno Giovanni, è vero che nessuno di questi vaccini è obbligatorio dal punto di vista legislativo, e che non sono previste sanzioni amministrative per i proprietari di cani che decidono di non effettuarli. Possiamo tuttavia considerarle “vaccinazioni obbligatorie” da un punto di vista medico, nel senso che non farle comporta dei seri rischi per la salute del cane. Speriamo di aver risolto l’equivoco e ti ringraziamo per averci fatto notare l’imprecisione. Per maggiore chiarezza, faremo le dovute modifiche all’articolo esplicitando al meglio questo concetto.
Una domanda: Se uno fa la cucciolata e li regala, chi paga i vaccini il nuovo proprietario o il proprietario della madre dei cuccioli? Perché ho un cucciolo di quasi 4 mesi e chi me l’ha dato se ne sta fregando sia dei vaccini,sia del passaggio e sia del microchip… E non so come muovermi…
Ciao Sissi, è difficile da parte nostra darti una risposta perché questa rubrica del blog si occupa di altri aspetti, legati più che altro alla salute degli animali domestici. Ci dispiace, speriamo che tra i lettori del blog che leggono il tuo commento ci sia in grado di darti la risposta di cui hai bisogno.
Un saluto e a presto 🙂
Si può vaccinare un cucciolo all’interno della comunità europea in un paese diverso da dove risiede abitualmente?