Detto in altre parole, tutti possiamo essere buoni nuotatori, l’importante è capire qual è l’allenamento di nuoto più adatto a noi, scegliere uno stile di nuoto funzionale e non incappare in alcuni degli errori più comuni che possono compromettere la riuscita del nostro progetto orientato al benessere, nonché causarci infortuni.
ABC dell’allenamento di nuoto: da dove partire?
È vero che tutti possiamo imparare a nuotare bene, tuttavia ciascuno ha le sue doti fisiche e le proprie caratteristiche da cui partire per pianificare l’allenamento più utile. Secondo gli esperti, per i principianti è preferibile cominciare da un corso di nuoto base, anche individuale, che miri ad un duplice obiettivo: permetterci di comprendere il nostro livello di partenza e imparare la tecnica dei quattro stili. Infatti stile libero, dorso, rana e delfino non si possono improvvisare e, affinché il beneficio dell’allenamento di nuoto sia tangibile, è fondamentale apprendere come eseguire al meglio i movimenti natatori. Al contrario, il rischio è di affaticare la schiena e le articolazioni facendosi male.
Per i principianti, gli esperti consigliano un programma in due sedute settimanali che varia di volta in volta. L’obiettivo primario è apprendere prima stile libero e dorso per passare solo in seguito agli altri due fondamentali. Si può partire con un numero di vasche prossimo alle 30, alternando i due stili, eseguiti anche con un braccio solo alla volta e prestando attenzione alla posizione della testa. Dopo venti sedute si calcola che il principiante dovrebbe riuscire a completare più di 40 vasche, ma meno di 50, nello stesso tempo in cui inizialmente ne completava 30.
Dal punto di vista dell’organismo, la finalità dell’allenamento di nuoto è migliorare le capacità aerobiche, potenziare la resistenza e interiorizzare gli elementi base del coordinamento e della tecnica.
Allenamento per amatori ed esperti: cos’è lo swim test e come effettuarlo
Chi, invece, è un nuotatore già più esperto e vuole capire se è pronto a cambiare piano di allenamento può mettersi alla prova con lo swim-test. Si tratta di un metodo per misurare le capacità aerobiche, che dà l’opportunità di verificare se le sessioni di nuoto sono abbastanza frequenti e intense.
Lo swim-test consiste nel nuotare per un’ora alla stessa andatura del proprio record sui 100 metri, a cui vengono aggiunti 40 secondi. Se, per esempio, il record è pari ad 1 minuto e 50 secondi, la soglia oltre la quale definiamo un nuotatore “master”, l’andatura oraria prevede di nuotare i 100 metri in 2 minuti e 30 secondi durante l’intero test. Per superarlo, dovrebbe percorrere circa 90 vasche da 25 metri in un’ora.
In generale, gli esperti sottolineano che un nuotatore “master”, o amatore ma a livelli semi-agonistici, possiede una buona tecnica in tutti e quattro gli stili, esegue correttamente le virate in tutti e quattro i casi, è capace di eseguire ripetizioni di almeno 400 metri senza bisogno di riposo.
Per l’amatore, si consiglia di pianificare 3 o 4 sessioni di allenamento a settimana, tutte diverse. In questa fase vengono inserite nel programma anche le ripartenze a tempi fissi, ovvero un tempo determinato di ripresa tra una ripetizione e l’altra determinato dai tempi di percorrenza. Infatti, è interessante e utile misurare i tempi in cui si percorrono le vasche da utilizzare come punto di partenza per migliorare l’allenamento.
Allenamento nuoto: gli errori da evitare
Nuotatori alle prime armi o esperti amatori rischiano tutti di incorrere in alcuni errori durante l’allenamento o nella programmazione della sessione. Errori che è meglio conoscere ed evitare, perché potremmo pagare care le conseguenze di un cattivo allenamento e ridurre in parte l’effetto benefico dell’attività fisica.
Sottovalutare l’importanza di un istruttore
Il primo errore che in molti fanno è sottovalutare l’importanza di farsi seguire da un allenatore. Poco importa quanta esperienza abbiamo accumulato in piscina, è in ogni caso utile confrontarsi con un esperto che saprà consigliare e calibrare la programmazione delle sessioni di allenamento sulla base delle esigenze e delle caratteristiche individuali.
Utilizzare pesi in acqua
Spesso si pensa che aggiungere peso su mani e piedi ci aiuti a sviluppare più forza. Questa scelta potrebbe, però, aumentare il rischio di farci male. Infatti, l’acqua di per sé oppone al corpo maggior resistenza rispetto all’aria e, quindi, solo questo elemento fa sì che lo sforzo aumenti in maniera naturale.
Trascurare stretching e riscaldamento
È utile ribadire un consiglio valido per qualsiasi allenamento efficace: come già spiegato nell’articolo su donne e fitness, non bisogna mai sottovalutare l’importanza del riscaldamento all’inizio della sessione e lo stretching alla fine. Un accorgimento da tenere a mente sempre, anche in piscina.
Respirare in maniera scorretta
Concentratissimi nei movimenti, nei tempi e nello stile, può capitare di “dimenticarci” di respirare o di farlo in maniera scorretta. Si può chiedere allora consiglio ad un istruttore, oppure preferire il dorso, che prevede che si nuoti con la testa rivolta verso l’alto. Per lo stile libero, invece, è importante resistere alla tentazione di guardare avanti: ogni volta che si alza la testa, infatti, il corpo assume una posizione scorretta. Il consiglio è fissare la linea disegnata sul fondo della maggior parte delle piscine e, per respirare, inclinare leggermente la testa a destra o a sinistra, in base alla bracciata e al ritmo di nuotata.
Effettuare movimenti bruschi
Il nuoto è uno sport armonico: teniamolo presente quando, magari per eccesso di sicurezza, può capitare di lanciarsi in movimenti molto veloci e concitati. Il rischio è di eseguirli in maniera scorretta portando ad un sovraccarico di lavoro sulla schiena e lungo la colonna vertebrale, affaticando il corpo senza però allenarlo veramente.
Seguire questi semplici consigli ci aiuta a praticare un allenamento di nuoto efficace e salutare, tuttavia, quando si pratica sport, può sempre capitare di farsi male. Perché, quindi, non stipulare una polizza assicurativa fisioterapica che coprirebbe i costi della riabilitazione in caso di infortunio? Così possiamo tuffarci in piscina con serenità e concentrarci solo sugli obiettivi che ciascuno si è posto.
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