donna seduta in poltrona allatta al seno neonato

Allattamento al seno: tutto quello che c’è da sapere


L’allattamento al seno è il nutrimento ideale nei primi mesi di vita. Offre numerosi benefici sia per la salute del piccolo sia per quella della madre, rafforzando inoltre il legame tra i due. Non ci sono regole rigide su tempi e frequenza delle poppate, ma modalità tra cui scegliere per adeguarsi al meglio alle esigenze di mamma e bambino. In caso di difficoltà, il supporto di professionisti del settore può fare la differenza; nei casi in cui l’allattamento non è possibile, il latte artificiale offre un’alternativa sicura.

L’allattamento al seno rappresenta un momento unico nella relazione tra madre e figlio: non solo una fonte di nutrimento, ma anche contatto e vicinanza emotiva. La comunità scientifica internazionale è concorde nel considerarlo la forma di alimentazione ideale nei primi mesi di vita, poiché fornisce tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno nel percorso di crescita, e al contempo getta le basi per un forte legame tra la mamma e il suo bambino.

Allattare, tuttavia, è una scelta che non di rado suscita interrogativi e incertezze. Sono numerosi i dubbi riguardanti la corretta gestione delle poppate, il loro impatto sugli equilibri quotidiani, le eventuali controindicazioni e le difficoltà che possono insorgere durante il processo. Quando e come bisogna allattare? Quante volte al giorno e per quanto tempo? In quali situazioni è sconsigliato farlo? In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza.

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Quali sono i benefici di allattare al seno?

L’allattamento al seno offre numerosi vantaggi sia al bambino sia alla mamma.
Per il neonato, il latte materno è un alimento completo, facilmente digeribile e capace di stimolare una serie di meccanismi vitali:

  • presenta una composizione equilibrata di zuccheri, grassi e proteine 
  • contiene anticorpi che rafforzano il sistema immunitario, riducendo il rischio di infezioni respiratorie e gastrointestinali nei primi mesi di vita
  • favorisce un corretto sviluppo neurologico e cognitivo
  • riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 1 e 2.

Anche la mamma trae benefici importanti. L’allattamento infatti:

  • favorisce il recupero post-parto, aiutando l’utero a tornare più rapidamente alle sue dimensioni naturali
  • ha un ruolo protettivo nei confronti di alcune patologie oncologiche, come il tumore al seno e alle ovaie
  • può avere una ricaduta positiva sull’umore, perché stimola la produzione di ossitocina, l’ormone del benessere
  • rappresenta un’opzione sempre disponibile e che non comporta alcun costo
  • può facilitare la perdita di peso dopo il parto.

Infine, il momento dell’allattamento rinsalda il legame emotivo tra madre e figlio, favorendo una relazione di vicinanza, cura e sicurezza che ha effetti positivi anche sulla salute psicologica del bambino. 

Quando iniziare ad allattare?

È possibile, e anzi consigliabile, avviare l’allattamento già da subito dopo il parto (idealmente nelle due ore successive), quando il neonato manifesta il suo istinto di cercare il seno. Il contatto pelle a pelle favorisce questo processo naturale, portando il bambino ad attaccarsi. Sarà proprio la suzione del neonato a stimolare la produzione di latte.

Durante i primi giorni, è normale che la quantità di latte sia limitata, ma non bisogna scoraggiarsi. La cosiddetta montata lattea, vale a dire il momento in cui la produzione aumenta per far fronte alle crescenti esigenze del bambino, avviene generalmente entro tre-quattro dal parto.

Quante volte al giorno si deve allattare un neonato?

Esistono due approcci principali all’allattamento:

  • l’allattamento a richiesta, raccomandato da molti esperti, consiste nell’offrire il seno ogni volta che il bambino mostra segni di fame, senza seguire orari rigidi. Questa pratica rispetta i ritmi naturali del neonato e contribuisce a stabilizzare la produzione di latte
  • l’allattamento a orario, invece, prevede poppate a intervalli regolari, in genere di 3-4 ore. Questo approccio può essere utile in alcune situazioni specifiche, anche se talvolta può non rispondere in modo adeguato alle esigenze variabili del bambino.

Nei primi mesi, è normale che il bambino si attacchi al seno 8-12 volte nell’arco delle 24 ore. 

Come capire se l’allattamento va bene?

Per valutare se l’allattamento sta procedendo bene è possibile far riferimento ad alcuni indicatori:

  • crescita del bambino, il primo segnale che sta ricevendo nutrimento adeguato
  • produzione regolare di urine (da 5 a 7 pannolini bagnati al giorno)
  • comportamento sereno del bambino, con momenti di veglia attiva alternati a periodi di sonno tranquillo.

Durante la poppata, il bambino deve essere ben attaccato al seno, con la bocca che copre gran parte dell’areola e non solamente il capezzolo, la lingua sul seno e il labbro inferiore rivolto verso il basso. Una suzione efficace è contraddistinta da movimenti ritmici e profondi, alternati a brevi pause.

È consigliabile proporre entrambi i seni, alternando quello con il quale si inizia. In questo modo la produzione di latte si mantiene equilibrata. Se dopo le prime settimane il latte risulta abbondante, può bastare un solo seno per poppata, ricordandosi comunque di cambiare lato a ogni pasto.

La mamma può contribuire a mantenere una produzione di latte seguendo un’alimentazione il più possibile sana e bilanciata, che assicuri il giusto apporto di liquidi, senza il bisogno di attenersi a regole restrittive.

giovana donna distesa su un divano allatta neonato

Il momento dell’allattamento rafforza il legame tra mamma e bambino.

Fino a quando allattare?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita. Successivamente, si possono introdurre alimenti solidi complementari mantenendo il latte materno fino a due anni e oltre, se lo si desidera.

Non esiste un momento giusto o sbagliato per smettere di allattare: la durata dell’allattamento è una scelta personale che deve tenere conto dei desideri della mamma e del neonato. Un’interruzione graduale è spesso la soluzione più indicata per consentire a entrambi di adattarsi al cambiamento.

Quando l’allattamento al seno non è possibile?

L’allattamento al seno è la scelta ideale nella maggioranza dei casi, ma ci sono circostanze, riguardanti lo stato di salute della mamma o del bambino, in cui può essere controindicato.

  • Condizioni della mamma:
    • infezioni trasmissibili tramite il latte materno (per esempio da HIV)
    • malattie severe (tubercolosi, sepsi, ecc.)
    • infezione da herpes simplex a entrambi i capezzoli
    • utilizzo di farmaci non compatibili con l’allattamento.
  • Condizioni del bambino: rare patologie metaboliche, come la galattosemia congenita, che impediscono la corretta digestione del latte materno.

In questi casi, il latte artificiale rappresenta una soluzione sicura ed efficace, studiata per assicurare al neonato un corretto sviluppo. 

Escludendo le vere e proprie controindicazioni appena descritte, va considerato che l’allattamento può associarsi talvolta a difficoltà pratiche, come ragadi, ingorghi o la percezione di scarsa produzione di latte. Si tratta di situazioni che non impediscono l’allattamento, ma che molto spesso richiedono il supporto di professionisti qualificati.

La consulenza di figure esperte è cruciale per superare eventuali criticità e vivere più serenamente l’esperienza dell’allattamento. Proprio per sostenere le neomamme nei primi mesi di vita del bambino, anche in caso di complicazioni o dubbi legati all’allattamento, UniSalute ha creato la polizza MyBaby, che offre servizi di prevenzione e assistenza.

 

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professionista sanitaria mostra a una donna come allattare al seno il suo bambino

Nel caso di dubbi o difficoltà nel percorso di allattamento, la soluzione migliore è affidarsi all’esperienza di un professionista.

Le domande più frequenti dei pazienti

Quanto spesso devo allattare il mio bambino?

Nei primi mesi, è normale allattare 8-12 volte nelle 24 ore. I neonati hanno bisogni variabili e l’allattamento a richiesta è in molti il metodo più indicato per assicurarsi che ricevano nutrimento adeguato.

Come capire se il bambino mangia abbastanza?

I segnali da tenere in considerazione sono: crescita regolare secondo le curve di crescita, almeno 5-7 pannolini bagnati al giorno dopo i primi giorni, periodi di veglia alternati a sonno tranquillo.

È normale provare dolore durante l’allattamento?

Un leggero fastidio nei primi giorni può essere normale, ma un dolore intenso o persistente indica di solito un problema di attaccamento che dovrebbe essere corretto con l’aiuto di un professionista.

È necessario seguire una dieta particolare durante l’allattamento?

Non serve seguire un’alimentazione rigida, ma un regime bilanciato, vario e ricco di liquidi. Alcuni bevande, come alcol e caffeina, vanno limitate.

Quando smettere di allattare?

Non esiste un momento preciso per smettere. L’OMS consiglia l’allattamento esclusivo fino ai 6 mesi; in seguito, se lo si vuole, si può decidere di portarlo avanti accanto ad alimenti solidi fino ai due anni e oltre.

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