Vediamo, dunque, come avviene la trasmissione, quali sono i sintomi della varicella e come curarla, puntando a ridurre il fastidio causato dal prurito.
Varicella: come avviene il contagio?
La varicella è una patologia infettiva provocata dal virus Varicella zoster, appartenente alla famiglia degli Herpesvirus. Si trasmette solamente da uomo a uomo, per via aerea attraverso tosse e starnuti, tramite il contatto diretto con una delle lesioni causate dalla malattia, oppure attraverso la placenta durante la gravidanza.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di un disturbo benigno che guarisce in una decina di giorni. Tuttavia è importante curarla prontamente sia per evitarne la diffusione sia per limitare i rischi di degenerazioni: infatti, il decorso è più aggressivo se ad essere colpiti sono adolescenti ed adulti, e nel 10/20%, sempre secondo il Ministero della Salute, in alcuni casi può causare l’herpes zoster, quello che viene comunemente chiamato “fuoco di sant’Antonio”, anche a distanza di anni.
I sintomi: come riconoscere la malattia
Per riconoscere la presenza o meno della varicella è importante prestare attenzione ad alcuni sintomi ben specifici che, nella maggior parte dei casi, compaiono in serie: inizialmente, infatti, la varicella si manifesta con un’eruzione cutanea maculo-papulosa, le tipiche bolle rosse che causano prurito. È accompagnata, poi, da qualche linea di febbre e da una sensazione di generale malessere.
Le bolle, chiamate scientificamente papule pruriginose, compaiono sulla testa, sul tronco, sul viso e sugli arti in fasi successive, per poi trasformarsi, spesso, in vescicole, pustole e crosticine che cadranno in maniera autonoma.
Non esiste un numero fisso di papule per tutte le persone contagiate dalla varicella: solitamente oscilla tra le 250 e le 500, ma in alcuni casi possono essere anche molto meno, ragion per cui è importante non sottovalutare anche i primissimi sintomi. Infatti, la varicella ha una fase di incubazione di 2 o 3 settimane durante il quale è già possibile trasmettere la malattia; il periodo di contagio, inoltre, non si può considerare concluso finché tutte le croste non siano cadute.
Quali sono i rischi legati alla varicella?
Sebbene si tratti, per l’appunto, di una malattia generalmente benigna e molto diffusa, la varicella può portare a delle complicanze che è bene tenere in considerazione. Infatti, tra di esse ci sono superinfezioni batteriche, trombocitopenia, artrite, polmonite, epatite e meningoencefalite. Queste patologie sono più frequenti se la malattia viene contratta in età adulta così come può rappresentare un problema grave in gravidanza.
Infatti, le complicazioni in questo caso possono colpire sia la madre che il feto. La varicella contratta dalla madre nel terzo trimestre della gestazione, per esempio, può avere conseguenze molto gravi. Un altro caso pericoloso è quello della varicella neonatale grave, se la madre viene a contatto con il virus nel periodo compreso tra 5 giorni prima del parto e 2 giorni dopo: nel 30% dei casi, l’esito è letale per il bambino. Infine, non va sottovalutata nemmeno la sindrome da varicella congenita connessa ad un contagio della madre tra l’ottava e la ventesima settimana di gravidanza.
Come alleviare il prurito?
La diagnosi della varicella avviene tramite una semplice visita medica poiché, per uno specialista, è possibile individuare con facilità la causa delle papule pruriginose. La terapia che deve essere sempre concordata con uno specialista, mira ad alleviare i sintomi permettendo al virus di fare il suo corso senza determinare danni. Per questo motivo, si consiglia un farmaco antipiretico per contrastare la febbre: meglio evitare quelli a base di acido acetilsalicilico come l’aspirina, poiché aumentano il rischio di sindrome di Reye, e preferire le soluzioni a base di paracetamolo.
Il problema più sentito legato alla varicella, soprattutto tra i bambini, è però il prurito. È fondamentale, infatti, che le bolle non vengano grattate perché ciò rallenta la guarigione. Come fare, dunque, per provare ad alleviare il fastidio? Una soluzione è quella di cospargere la cute interessata dalle bolle con del talco mentolato all’1% e, solo su indicazione del proprio medico, somministrare un farmaco antistaminico.
Una soluzione efficace per alleviare il prurito è anche quella di indossare biancheria e capi di cotone, tenendo sempre mani e unghie pulite in maniera da ridurre anche gli effetti del grattarsi.
L’isolamento per ridurre il contagio
Trattandosi di una malattia molto contagiosa, il Ministero della Salute ha individuato anche alcuni provvedimenti specifici nei confronti del malato, aggiungendo alcuni suggerimenti per famiglia e conviventi con il fine di ridurre le possibilità di diffusione della varicella.
Infatti, è necessario che il soggetto infetto venga isolato in casa per almeno 5 giorni a partire dalla comparsa delle prime vescicole. Devono essere ridotti i contatti con altre persone, ed evitati assolutamente quelli con chi non ha mai contratto la malattia, neonati o donne in gravidanza.
Nei casi più gravi, può essere prevista anche l’ospedalizzazione e, allora, va tutelato anche il personale del nosocomio che può essere esposto alla malattia.
Essendo una malattia molto diffusa e molto nota, la varicella non deve spaventarci, tuttavia, come abbiamo visto, un intervento tempestivo, il confronto con il proprio medico curante, e prendere alcune precauzioni sono fondamentali sia per evitare il diffondersi del contagio, sia come buona pratica di prevenzione. Prassi da non sottovalutare e che può entrare nella routine quotidiana in maniera naturale, soprattutto se ci si affida ad un’equipe di specialisti come quelli convenzionati con UniSalute e a disposizione nel caso si stipuli un piano sanitario individuale. Conoscete quali sono le opportunità a vostra disposizione e in che modo possono aiutare in caso di malattie infettive come la varicella, ma non soltanto? Raccontateci le vostre esperienze e strategie per alleviare i sintomi di questa malattia.
Fonti:
salute.gov.it
isss.it
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