Quando e perché richiedere un secondo parere medico?

Dopo la diagnosi di una malattia può capitare di avere dubbi sulla valutazione del medico e sulle terapie proposte: è una reazione naturale, dettata non dalla sfiducia verso il professionista quanto dalla preoccupazione per le proprie condizioni di salute e dal timore di non ricevere le cure più adeguate. In questi casi chiedere un secondo parere medico, ovvero un’opinione a un altro specialista, può essere utile per ricevere una conferma, oppure un suggerimento diverso, sulla diagnosi e sui trattamenti. In questo articolo spiegheremo in cosa consiste questa prassi e quando può essere di aiuto, sia per il paziente che per i medici. Illustreremo, poi, come procedere e daremo indicazioni e consigli per sfruttare al meglio questa opportunità.

Secondo parere medico: di cosa si tratta e quando è utile per il paziente

Il secondo parere medico è una valutazione supplementare sulle condizioni di salute di un paziente che può essere richiesta a un medico diverso da quello che sta seguendo il suo caso. Si tratta di un diritto del malato e ha l’obiettivo di conoscere il punto di vista di un altro professionista sulla diagnosi formulata o sul percorso terapeutico proposto per prendere decisioni più consapevoli sulla propria salute.

Questa soluzione è comune soprattutto dopo la diagnosi di una patologia complessa, come un tumore, che può mettere a rischio la vita del paziente o rendere necessarie cure invasive o un intervento chirurgico molto delicato: in queste situazioni può essere di aiuto sottoporre a un nuovo giudizio la diagnosi ricevuta o l’indicazione terapeutica fornita dal primo specialista per orientare meglio le proprie scelte. È possibile decidere di richiedere un secondo parere in caso di dubbi sulla valutazione del primo medico ma anche, semplicemente, per conoscere l’opinione di professionisti più esperti in una determinata disciplina o patologia. Il nuovo consulto potrà fornire rassicurazioni sulla diagnosi oppure formularne una alternativa, confermare l’appropriatezza del trattamento proposto o suggerire delle cure diverse.

In tutti i casi, questa prassi permette al paziente di far esaminare la sua situazione da un nuovo specialista e di esplorare ulteriori possibilità diagnostiche e terapeutiche, che lo guideranno nelle sue decisioni e lo aiuteranno ad affrontare la malattia con la tranquillità di ricevere l’assistenza migliore. 

Secondo parere, un’opportunità anche per i medici

Chiedere il parere di un collega rappresenta un supporto molto importante anche per i medici, che attraverso il confronto con un professionista o con un’équipe specializzati nel trattamento di una determinata patologia hanno maggiori probabilità di fare diagnosi più accurate e, quindi, di suggerire cure più appropriate, fornendo al malato un’assistenza sanitaria più mirata e potenzialmente più efficace. Come ricorda a titolo di esempio la Fondazione AIRC, uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “JAMA Open” ha evidenziato che la diagnosi di melanoma cutaneo risulta più precisa e attendibile dopo un secondo parere, soprattutto se richiesto a un patologo specializzato in dermatologia e oncologia.

Geber86/gettyimages.it

Anche un medico, quindi, può decidere di chiedere un’opinione a un altro medico se è incerto sulla diagnosi o sull’approccio terapeutico da adottare con un paziente. Confrontarsi con colleghi che hanno una maggiore specializzazione in un determinato ambito o un’esperienza più consolidata nel trattamento di specifiche patologie è un’opportunità per diagnosticare in modo più accurato una malattia e impostare il percorso terapeutico più efficace. Per questo motivo, può essere lo stesso professionista a chiedere il supporto di un altro specialista o a suggerire al paziente di consultarlo per avere una sua opinione. Come sottolinea AIRC, ci sono situazioni in cui il quadro clinico può risultare di non facile interpretazione, quindi il dialogo con un altro medico può aiutare ad analizzarlo meglio e a individuare le opzioni diagnostiche e terapeutiche più corrette.

A conferma della disponibilità dei medici a fare ricorso al secondo parere, l’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha stilato il Decalogo della seconda opinione in oncologia. Si tratta di un documento in dieci punti che ribadisce l’importanza, per un professionista, di suggerire questa soluzione in caso di dubbi diagnostici o terapeutici, illustrandone le motivazioni al paziente. Il Decalogo contiene anche un invito a sostenere e rispettare la decisione del malato di avvalersi di questa possibilità, segnalando, su sua richiesta, gli specialisti in grado di offrire il supporto più adeguato.

Come chiedere un secondo parere medico: raccomandazioni e consigli 

Il paziente che desidera interpellare un altro medico può rivolgersi a specialisti che operano nel centro che lo ha in cura oppure a una figura esterna, nel settore pubblico o in quello privato. La scelta del medico da consultare per una second opinion dovrebbe ricadere su un professionista con una comprovata esperienza nella patologia che è stata diagnosticata.

È utile chiedere consiglio al proprio medico di fiducia o al primo specialista consultato, che potrà indirizzare il malato verso il collega con il profilo più adatto ad analizzare il suo caso. È essenziale che il paziente si senta libero di esprimere con sincerità la propria intenzione di conoscere il punto di vista di un altro professionista, senza timore di tradire o fare un torto al primo: manifestare apertamente i propri dubbi e le proprie perplessità è uno dei principi chiave della comunicazione medico-paziente

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Allo stesso modo, è importante che il medico non viva come un affronto questa decisione ma, piuttosto, sia aperto all’ascolto del paziente e lo accompagni in questo percorso, fornendo al secondo specialista tutte le informazioni per valutare il caso clinico, accogliendo di buon grado il suo parere e discutendolo, poi, con il malato, per aiutarlo a fare scelte più consapevoli e appropriate. È anche importante, raccomanda la Fondazione AIRC, evitare passaggi da uno specialista all’altro: oltre a creare confusione nel paziente, infatti, potrebbero causare ritardi nelle cure, che non sempre è opportuno rimandare. Anche per questo motivo, la decisione deve essere ben soppesata, sempre con l’aiuto del medico di riferimento, tenendo conto dei tempi di attesa, dei costi e della necessità di spostarsi in un nuovo centro per sottoporre il proprio caso a un altro specialista.

Molti istituti consentono ai pazienti di richiedere un secondo parere on line, trasmettendo via email la propria documentazione sanitaria e ricevendo, sempre via email, il referto con la second opinion dello specialista scelto: questa soluzione permette di ottenere una seconda valutazione in modo più rapido rispetto a una visita tradizionale in presenza, per cui le liste di attesa possono essere molto lunghe. Si tratta di un’opportunità vantaggiosa anche perché evita di doversi recare personalmente nella struttura in cui il medico opera. Attraverso i servizi di telemedicina, anche due specialisti hanno la possibilità di confrontarsi tra loro a distanza, in videoconferenza, utilizzando il teleconsulto: si tratta di una consulenza tra medici che può prevedere anche la partecipazione del paziente e che li aiuta a scegliere la migliore opzione diagnostica e terapeutica e a condividere con il malato il percorso da adottare.

 

Come abbiamo visto, il secondo parere medico è uno strumento molto utile, soprattutto in presenza di patologie gravi appena diagnosticate. La polizza UniSalute 360 può rappresentare un valido alleato per richiederlo perché offre una copertura completa per tutta la famiglia e dà la possibilità di usufruire di visite specialistiche e accertamenti di alta diagnostica con cui monitorare il proprio stato di salute. Mette inoltre a disposizione del paziente una centrale operativa 24 ore su 24 per consulti medici telefonici, oltre a prevedere fino a tre pacchetti specifici (oncologia, grandi interventi e gravi malattie, odontoiatria) da aggiungere alla garanzia base per soddisfare tutte le esigenze di diagnosi, cura e prevenzione: in quelli dedicati alle patologie oncologiche e a grandi interventi e gravi malattie è inclusa la possibilità di richiedere una second opionion anche all’estero, per chi desidera una consulenza internazionale. Questa soluzione offre quindi un supporto importante a chi ha la necessità di consultare un secondo specialista per avere conferma sulla diagnosi ricevuta e sulle cure più appropriate. 


FONTI:

https://www.airc.it

https://www.fondazioneveronesi.it

https://www.ieo.it/

https://www.ospedalebambinogesu.it

 


Immagine in evidenza di jacoblund/gettyimages.it

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