I rischi dell’aria condizionata
L’aria condizionata si rivela preziosa per regolare la temperatura all’interno di ambienti troppo caldi, soprattutto durante la stagione estiva, ma un uso eccessivo dell’impianto può causare alcuni problemi di salute. Gli esperti raccomandano di utilizzarla in modo corretto, evitando di impostare il termostato su temperature troppo basse. Il flusso di aria fredda è infatti connesso all’insorgere di disturbi di varia gravità a carico di soggetti fragili, soprattutto anziani e bambini, o di patologie respiratorie, come bronchiti e rinosinusiti batteriche, o ancora dolori articolari. Vediamo i principali.
Gli effetti su bambini e anziani
Tra i soggetti più sensibili ai disturbi legati a un uso eccessivo dell’aria condizionata ci sono bambini e anziani. Per i più piccoli l’esposizione a un flusso d’aria, soprattutto nel caso in cui fossero accaldati o sudati, potrebbe provocare mal di gola, raffreddore o tosse. Lo stesso vale per gli anziani che, a causa del freddo eccessivo, potrebbero anche andare incontro a una riduzione dello stimolo della sete, rischiando, di conseguenza, la disidratazione.
Cefalea da freddo
La lunga permanenza in un ambiente climatizzato può scatenare anche il mal di testa, che in questo caso la Società Internazionale delle Cefalee definisce “Cefalea da freddo”. Rispetto a una normale emicrania, si manifesta con un dolore più lieve – che però interessa tutto il capo – e di minore durata: può scomparire infatti nel giro di mezz’ora, se ci si allontana dalla fonte di aria fredda.
Sindrome dell’Occhio Secco
Tra i disturbi che possono essere accentuati dall’esposizione al getto di aria fredda proveniente dal condizionatore c’è la Sindrome dell’Occhio Secco. Nell’86% dei casi è causata dalla dislacrimia, ossia l’eccessiva evaporazione lacrimale legata a un’ostruzione o a un malfunzionamento delle ghiandole responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime.
La Sindrome dell’Occhio Secco si manifesta con:
- fastidio agli occhi;
- bruciore;
- arrossamento;
- alterazione della vista;
- sensazione di corpo estraneo negli occhi;
- sensibilità alla luce;
Chi soffre di questa sindrome può risentire degli effetti dell’aria eccessivamente secca emessa dall’impianto di condizionamento che va ad acuire la sintomatologia. A questi soggetti, in particolare, gli esperti consigliano di non eccedere nell’uso del condizionatore e di curare con maggiore attenzione la pulizia dei filtri.
Cervicalgia e dolori articolari da aria condizionata
Tra le conseguenze dell’esposizione al flusso dell’aria condizionata o ai repentini sbalzi di temperatura ci sono anche dolori articolari e cervicalgia, da non sottovalutare. Quest’ultima provoca un dolore localizzato dell’area cervicale che può portare con sé cefalea e capogiri. Il collo è, infatti, tra le parti del corpo maggiormente esposte al getto di aria proveniente dal condizionatore: in caso di freddo eccessivo la sua muscolatura si contrae, innescando il dolore.
Un’altra zona sensibile alle correnti d’aria fredda è la schiena: se si infiamma la muscolatura che sostiene la colonna vertebrale, ne risente direttamente tutta l’articolazione. Per prevenire questo tipo di inconvenienti è consigliabile cercare di impostare una temperatura non troppo bassa evitando di esporre direttamente collo e schiena al flusso d’aria. In generale, a parte il trattamento con antinfiammatorio, è possibile dare sollievo alle aree interessate dal dolore con stretching e massaggi dolci.
Patologie a carico delle vie respiratorie
A fare le spese di un uso eccessivo dell’aria condizionata sono, spesso, le vie respiratorie: a evidenziarlo è una ricerca italiana pubblicata sulla rivista Clinical and Translational Allergy, coordinata da Gennaro D’Amato che presiede la commissione su Climate Change Aerobiology and Respiratory Allergy della World Allergy Organization (WAO).
Secondo lo studio, all’origine dei problemi a carico delle vie aeree ci sono gli sbalzi: la diminuzione improvvisa della temperatura, senza una fase intermedia che possa dare all’organismo il tempo di adattarsi, contribuisce all’irritazione dell’apparato respiratorio, favorendo così le infezioni. In genere, questo meccanismo si innesca anche con uno sbalzo di 2-3 gradi, e quando l’escursione supera i 5 gradi aumenta la probabilità di avere conseguenze serie.
A contatto con le basse temperature dell’aria proveniente dal condizionatore, infatti, le ciglia che ricoprono le mucose (e che fungono da filtro per germi e micro-polveri esterni) si bloccano. Inoltre, i vasi sanguigni si restringono, riducendo l’apporto di ossigeno e nutrienti, e contemporaneamente aumenta la frequenza respiratoria, portando a un raffreddamento di trachea e bronchi. Lo sbalzo di temperatura sollecita i processi di evaporazione delle mucose delle vie respiratorie, che tenderanno a seccarsi di più innescando i processi infiammatori. Il freddo inibisce o blocca del tutto anche l’attività dei macrofagi (le cellule attive sul fronte della risposta immunitaria) esponendo l’organismo al rischio di infezioni, soprattutto se i filtri del condizionatore non sono perfettamente puliti. In generale, la combinazione del getto d’aria fredda con un ambiente poco salubre può facilmente portare all’irritazione delle vie aeree.
Legionellosi
Tra le patologie respiratorie connesse all’uso di un impianto di condizionamento dell’aria con filtri non perfettamente puliti c’è la legionellosi. Questa malattia attacca l’apparato respiratorio causando anche forme acute di polmonite. Il batterio che ne è responsabile è la Legionella pneumophila che si concentra prevalentemente in ambienti caldi e umidi, nelle acque di fiumi e laghi, da cui raggiunge ambienti artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici. Tra le condizioni che favoriscono il proliferare di questo batterio, oltre a una temperatura compresa tra 20 e 50 gradi, c’è infatti la presenza di acqua stagnante e la formazione di biofilm, incrostazioni e alghe nelle tubature, nei serbatoi o all’interno di impianti di condizionamento non sottoposti a manutenzione. La legionellosi si contrae respirando aerosol contenente il batterio, e l’infezione si manifesta attraverso la Malattia del legionario, che si comporta come una polmonite acuta, o attraverso la Febbre di Pontiac, una forma meno grave che si manifesta con sintomi simil-influenzali e che tende a risolversi nell’arco di 2-5 giorni.
Aria condizionata e Covid-19: i condizionatori sono un fattore di rischio?
Il tema della trasmissione di microrganismi pericolosi e agenti patogeni attraverso l’aria condizionata si è posto in particolare durante la pandemia, quando a più riprese sono stati accesi i riflettori sull’ipotesi che il contagio da Covid-19 potesse avvenire anche per mezzo del flusso d’aria proveniente dall’impianto di condizionamento. Su questo è arrivata la smentita dall’Istituto superiore di Sanità: il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ISS, Giovanni Rezza, ha infatti dichiarato che l’ “effetto aerosol” connesso all’aria condizionata non è assolutamente provato. Sul tema è intervenuta anche l’Organizzazione mondiale della Sanità che ha, inoltre, spiegato che i condizionatori prelevino aria dall’esterno e, quindi, favorendone il ricambio, possono contribuire a ridurre il rischio di contagio.
Diversa la posizione del dottor Fausto Francia, epidemiologo, Direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e Membro del Comitato Scientifico di UniSalute secondo cui gli impianti di raffrescamento e climatizzazione dell’aria potrebbero costituire un fattore di rischio, veicolando la diffusione del virus in ambienti indoor, soprattutto nel caso in cui si utilizzi un programma di ricircolo dell’aria. “Tuttavia” ha sottolineato “esistono dei filtri in grado di trattenere le particelle virali: il consiglio è, dunque, di farsi valutare l’attività di filtrazione degli scambiatori di aria da un tecnico per verificare l’effettivo livello di filtraggio”.
Le regole per godersi l’aria fresca senza rischi
Nelle giornate estive più calde ricorrere all’aria condizionata diventa quasi necessario per migliorare il microclima di abitazioni e uffici: il Ministero della Salute ha stilato un vademecum con regole e accorgimenti da seguire per non incorrere in spiacevoli effetti collaterali. Vediamo i punti principali da mettere in pratica nella quotidianità.
- Non di impostare la temperatura domestica a un livello eccessivamente basso rispetto alla temperatura esterna: per evitare sbalzi termici è consigliabile non scendere mai sotto i 25-27 gradi;
- nel passaggio da un ambiente più caldo a uno più freddo e ventilato è preferibile coprirsi;
- se l’ambiente non è particolarmente caldo, ma il tasso di umidità è alto, può essere sufficiente l’uso del deumidificatore in alternativa al condizionatore;
- è consigliabile posizionare i terminali di mandata e di ripresa dell’impianto a distanza dalle aree di normale permanenza;
- la presa d’aria esterna deve essere collocata in modo da garantirne il rinnovo
- è molto importante curare la manutenzione degli impianti di condizionamento: la periodica pulizia dei filtri e dell’unità esterna eviterà l’accumulo di polveri e scorie che potrebbero essere messe in circolo attraverso i canali di distribuzione dell’aria.
Per proteggersi dai rischi di un uso eccessivo dell’aria condizionata basta trovare il giusto equilibrio, cercando di proteggersi dal flusso diretto dell’aria e curando la manutenzione dell’impianto: in questo modo si potrà contare su una preziosa alleata per affrontare anche le giornate più calde.
E voi eravate a conoscenza dei rischi legati all’aria condizionata?
Fonti:
humanitas.it
salute.gov.it
aiponet.it
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