Telemedicina e diabete: gestire la malattia attraverso il telemonitoraggio

Il diabete è una malattia cronica che richiede controlli regolari, in particolare dei valori della glicemia, cioè dei livelli di glucosio nel sangue. La telemedicina, soprattutto attraverso il telemonitoraggio, rappresenta una modalità innovativa, integrativa rispetto alla medicina tradizionale in presenza, per misurare i parametri vitali e prendersi cura della propria salute a distanza. In questo articolo approfondiremo in che modo il telemonitoraggio può favorire una gestione più efficace del diabete, sia di quello di tipo 2 che di quello di tipo 1, e spiegheremo quali sono i vantaggi di utilizzare questa tecnologia per la presa in carico delle persone diabetiche.

La telemedicina per il trattamento del diabete: un approccio sempre più diffuso e apprezzato

La telemedicina sfrutta le potenzialità delle nuove tecnologie per offrire prestazioni sanitarie da remoto, ovvero erogate senza che il paziente e il medico, oppure due medici, si trovino fisicamente nello stesso luogo. In Italia, la telemedicina ha avuto un fortissimo impulso durante la pandemia di Covid-19, quando ha permesso di garantire l’accesso alla diagnosi e alle cure e di salvaguardare il diritto alla salute in un periodo in cui, per i lockdown, non era possibile effettuare esami e visite mediche in presenza. Questa modalità di fornitura dei servizi sanitari ha rappresentato una risorsa preziosa soprattutto per i malati cronici, per i quali la continuità assistenziale e il monitoraggio continuo delle proprie condizioni di salute è cruciale, come è emerso da un’indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute condotta in collaborazione con Nomisma.

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Tra loro, anche i pazienti diabetici hanno fatto ampio ricorso alla telemedicina per prendersi cura della loro salute. Dalla monografia degli Annali 2021 dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi) “L’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla gestione dei pazienti con diabete e il contributo della telemedicina“, realizzata da AMD e dalla Fondazione AMD Onlus, emerge che nel 2020 in Italia sono state assistite in modalità remota circa 50mila persone con diabete, sia di tipo 2, che in genere si manifesta in età adulta, che di tipo 1, una forma di diabete che colpisce i bambini e gli adolescenti.
Insieme alla televisita – una visita medica che si svolge a distanza grazie a strumenti come videochiamate e chat –, il telemonitoraggio è stato una delle prestazioni di telemedicina più utilizzate dai malati di diabete nel primo anno di pandemia: questo servizio permette al paziente di misurare e condividere con il proprio curante parametri clinici come i valori della glicemia, che è essenziale tenere sotto controllo per chi soffre di questa patologia cronica. Vediamo perché e in che modo il telemonitoraggio può essere di aiuto.

L’importanza della misurazione della glicemia nei pazienti diabetici

La misurazione regolare della glicemia è una procedura fondamentale per la corretta gestione del diabete. Permette, infatti, di regolare la terapia per mantenere i valori glicemici entro livelli adeguati, di valutare l’efficacia del trattamento e, eventualmente, di modificarlo se attraverso il monitoraggio vengono registrate concentrazioni non ottimali di glucosio nel sangue. L’obiettivo è quello di tenere sotto controllo la malattia e di prevenire complicanze ed esiti gravi come il coma ipoglicemico. La misurazione costante della glicemia consente di assicurare alla persona diabetica gli interventi più utili – dall’assunzione di insulina o di farmaci ipoglicemizzanti all’adozione di una dieta idonea – per mantenere o riportare questo valore entro i livelli di guardia.

Questo parametro può essere rilevato con un esame del sangue ma anche autonomamente dal paziente attraverso l’automonitoraggio glicemico domiciliare, che consiste nella misurazione dei valori di glucosio con uno strumento portatile di facile utilizzo, il glucometro, attraverso il prelievo di una piccola goccia di sangue dal dito. Questa procedura permette alla persona con diabete di assumere correttamente le terapie, per esempio aggiustando il dosaggio dell’insulina sulla base dei risultati dell’automonitoraggio. Consente inoltre di individuare eventuali oscillazioni potenzialmente problematiche o condizioni di ipoglicemia asintomatiche, che devono essere comunicate al medico per valutare con lui l’opportunità di una rimodulazione del trattamento. Molti glucometri sono anche dotati di una memoria interna in cui è possibile conservare i valori di numerose misurazioni glicemiche, oltre a dare la possibilità di trasferirli al proprio computer per tenere traccia dell’andamento della glicemia nel tempo.

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Controllo della glicemia nei malati di diabete: quale supporto può dare il telemonitoraggio?

Nella gestione di questi aspetti può entrare efficacemente in gioco il telemonitoraggio, ovvero il controllo a distanza di una serie di parametri vitali e clinici del paziente, come appunto la glicemia, che attraverso specifici dispositivi vengono rilevati in modo continuo e automatico e trasmessi a un’apposita centrale di raccolta, dove possono essere consultati e valutati dal medico, ma anche archiviati e scaricati dal paziente. Questo servizio si basa sull’integrazione tra più strumenti tecnologici che dialogano tra loro: può sfruttare, per esempio, glucometri dotati di connettività bluetooth che, tramite app installabili sul proprio smartphone, sono in grado di ricevere e trasmettere dati a piattaforme in cui questa informazioni vengono immagazzinate e sono disponibili sia per il malato che per il personale medico. Spesso questi sistemi di monitoraggio prevedono anche l’invio di alert se vengono registrati valori della glicemia non a norma. Si tratta di una soluzione che sfrutta le tecnologie digitali per assicurare un controllo glicemico regolare e un filo diretto costante tra medico e paziente: grazie al telemonitoraggio è dunque possibile valutare a distanza, senza necessità che il malato lasci la propria abitazione per recarsi in ambulatorio, il decorso della malattia, la risposta alla terapia e l’eventuale necessità di modificare il trattamento.

Da un’indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzata nel 2021 in collaborazione con Nextplora in Italia, è emerso che gli apparecchi per la misurazione della glicemia sono stati uno degli strumenti per il controllo da remoto della propria salute più apprezzati nel periodo della pandemia, a conferma del peso sempre più significativo che il telemonitoraggio, e la telemedicina in generale, stanno conquistando nella gestione del diabete. Grazie a questa funzionalità, del resto, è possibile monitorare non solo i valori della glicemia ma anche quelli della pressione, che spesso nelle persone con diabete risultano più elevati: sia l’iperglicemia che i meccanismi metabolici alterati dalla malattia, infatti, determinano una tendenza all’ipertensione. Ma quali sono, in concreto, i vantaggi del telemonitoraggio per chi soffre di questa patologia?

I benefici del telemonitoraggio nella gestione del diabete

Il telemonitoraggio rappresenta un’opportunità preziosa per il trattamento del diabete, sia per i medici che per i pazienti: permette, infatti, un controllo più puntuale e tempestivo dei parametri clinici del malato e della loro evoluzione nel tempo e una più semplice gestione di questi dati per assicurare alla persona un’assistenza sanitaria efficace e personalizzata nella tranquillità del suo ambiente domestico.

Grazie a questo servizio è possibile potenziare, rendendola più immediata, la comunicazione medico-paziente attraverso dispositivi tecnologici che consentono di misurare, registrare in modo continuativo e rendere disponibili, facilmente e in tempo reale, informazioni sempre aggiornate sulle condizioni di salute del malato: questo dà modo di valutare la necessità di correttivi nelle terapie e di intervenire con rapidità.

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Molti studi hanno anche messo in evidenza il ruolo svolto da strumenti come il telemonitoraggio nel migliorare l’autogestione della malattia da parte dei pazienti e nel favorire una più stretta aderenza alle terapie, con effetti positivi sui valori metabolici. In dettaglio, un’indagine condotta da un team di ricercatori della Tianjin Medical University, in Cina, ha valutato gli esiti di interventi di telemedicina su persone con diabete di tipo 2. Ne è emerso che i pazienti che utilizzavano applicazioni mobile per condividere con i medici dati sui loro parametri vitali mostravano una riduzione dell’emoglobina glicata: si tratta di un valore che riflette l’andamento della glicemia in un determinato arco temporale, in genere nei 2-3 mesi prima del prelievo, e che permette di monitorare il controllo glicemico e l’efficacia della cura in quel periodo. Un altro studio, svolto in Australia dalla School of Medicine della Griffith University, ha osservato che il ricorso a prestazioni di telemedicina, come la televisita e il telemonitoraggio, può non solo essere efficace nel ridurre i valori dell’emoglobina glicata, ma anche avere un impatto positivo sulla qualità della vita dei malati, incrementando il loro senso di autoefficacia nelle gestione della malattia.

Il telemonitoraggio può dunque essere considerato uno strumento molto utile per integrare le opportunità offerte dalla medicina in presenza e potenziare i percorsi assistenziali delle persone con diabete. Si tratta di una modalità di erogazione di servizi sanitari complementare a quelle tradizionali, la cui applicazione deve essere valutata insieme al medico e al diabetologo tenendo conto della predisposizione e del livello di alfabetizzazione tecnologica del malato. Le evidenze scientifiche finora disponibili sono, comunque, incoraggianti e suggeriscono che questo servizio abbia il potenziale per favorire una gestione ottimale, più sicura ed efficiente, della patologia, sia nei pazienti più giovani con diabete di tipo 1, sia negli anziani fragili con diabete di tipo 2.

 

FONTI:

aemmedi.it

pubmed.ncbi.nlm.nih.gov

diabete.net

humanitas.it

issalute.it


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