Tecarterapia: cos’è, come si esegue e quali sono i suoi benefici

In più occasioni, in questo blog, abbiamo parlato della fisioterapia e dei benefici che apporta all’apparato muscolo-scheletrico. Tra i numerosi trattamenti che rientrano in questo campo c’è la tecarterapia, una tecnica che riscuote particolare interesse tra i pazienti e che viene generalmente consigliata per intervenire su problematiche di tipo ortopedico, reumatologico, ma anche per traumi sportivi, ad esempio. Vediamo insieme in cosa consiste esattamente, come funziona, quali sono gli effetti positivi a essa attribuiti e le eventuali controindicazioni.

Che cos’è la tecarterapia e come funziona?

La tecarterapia è un trattamento riabilitativo non invasivo e indolore, diventato particolarmente popolare in ambito fisioterapico negli ultimi anni. Si basa sull’utilizzo dell’elettromagnetismo che, nel caso delle terapie fisiche, prevede l’impiego di energia fisica a scopo terapeutico, prodotta da apparecchiature apposite. 

Il termine “tecar” è l’acronimo di “Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo”, che descrive la modalità con cui questa pratica porta uno stimolo biologico ai tessuti. La sua particolarità è quella di favorire la produzione di calore a partire dall’interno del corpo (calore endogeno) stimolando così la naturale capacità di riparazione dei tessuti e inducendo l’organismo a collaborare attivamente a tale scopo. 

Questo trattamento, infatti, utilizza un dispositivo che si basa sul principio fisico del condensatore al fine di creare un movimento alternato di attrazione e repulsione delle cariche elettriche degli ioni presenti all’interno del tessuto da trattare. Questa stimolazione aumenta la temperatura interna, nell’area oggetto di intervento, generando una serie di effetti che favoriscono i processi riparativi. La tecarterapia, dunque, si differenzia da altri trattamenti, come ad esempio la laserterapia, gli ultrasuoni e l’elettroterapia, dove è il macchinario stesso a produrre calore (calore esogeno). 

zoranm/gettyimages.it

Precisiamo, comunque, che durante la procedura di tecarterapia la persona non avverte corrente, ma solo una piacevole sensazione di tepore nella zona interessata. 

La tecnica può lavorare in due modalità differenti:

  • capacitiva, usata per agire sui tessuti molli e superficiali, che hanno una minore resistenza nei confronti della corrente, come muscoli, vasi sanguigni e sistema linfatico;
  • resistiva, efficace su tessuti come cartilagini, ossa, tendini, che presentano una maggiore resistenza nei confronti del passaggio di corrente.

Tecarterapia: i benefici e le applicazioni possibili

L’azione della tecarterapia determina un maggiore afflusso di sangue nella zona da trattare; si verifica dunque un incremento del microcircolo e di calore in quell’area e una vasodilatazione, portando un maggiore afflusso di ossigeno e di nutrienti

A questo trattamento viene attribuita la capacità di:

  • agevolare i processi di guarigione;
  • avere un effetto antidolorifico e antinfiammatorio;
  • drenare liquidi infiammatori ed ematomi;
  • rilassare i tessuti (risultato secondario dell’aumento di temperatura). 

Tuttavia è importante specificare che si tratta di una tecnica ancora oggetto di dibattito e ricerche, nonostante la sua diffusione e il fatto che tanti pazienti abbiano affermato di averne tratto beneficio. 

Quali sono le problematiche per cui è consigliata la tecarterapia?

Dopo aver visto gli effetti associati alla tecarterapia, scopriamo nel dettaglio le possibili applicazioni. In genere, viene suggerito di utilizzarla all’interno di un percorso terapeutico che prevede anche altre metodiche riabilitative, ad esempio in ambiti come reumatologia, ortopedia, medicina dello sport, riabilitazione post operatoria

Alcuni campi di utilizzo sono:

La tecarterapia può essere abbinata ad altri trattamenti, come massoterapia o terapia di tipo manuale. In genere, inoltre, è possibile anche adoperarla durante la fase acuta di una patologia, in questo caso impostando i parametri in modo che non si verifichi un incremento termico. 

Samo Trebizan/gettyimages.it

Come avviene una seduta di tecarterapia e quante ne servono?

Ci si può immaginare una seduta di tecarterapia come un delicato e piacevole massaggio caldo, che tende ad avere anche un effetto rilassante sul paziente. La persona viene fatta accomodare su un lettino e il fisioterapista, dopo aver applicato sulla zona interessata una crema specifica (che gioca un ruolo importante nella conduzione energetica) appoggerà una piastra sulla parte opposta a quella da trattare, e con un secondo elettrodo massaggerà l’area oggetto di trattamento

La durata di una seduta è di circa 25 minuti e il numero totale varia da caso a caso (di solito ne servono dalle 5 alle 10). Nel caso in cui la tecarterapia venga abbinata ad altre tecniche, la procedura di base sarà integrata con ulteriori manovre.  

Esistono poi diverse tipologie di macchine per tecarterapia, più o meno accessoriate rispetto alla modalità base. 

Tecarterapia: quando non andrebbe usata?

La tecarterapia deve essere prescritta da uno specialista dopo un’attenta valutazione del paziente e della problematica da trattare. È considerata una tecnica sicura: come anticipato, infatti, non è dolorosa e non presenta particolari controindicazioni. 

Tuttavia ci sono condizioni specifiche in cui, di solito, si consiglia di non utilizzarla, ad esempio:

  • in presenza di neoplasie (salvo diverse indicazioni del medico);
  • durante la gravidanza;
  • in persone portatrici di pacemaker e di dispenser elettronici di farmaci;
  • anche in chi soffre di alterazioni della sensibilità alla temperatura si suggerisce cautela. 

In ogni caso, sarà il medico a valutare la situazione caso per caso e a stabilire se ci sono situazioni e problematiche che non consentono di procedere con questo trattamento o, eventualmente, le accortezze da adottare. 

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E voi conoscevate la tecarterapia e le sue applicazioni?

 

Fonti:

fisioterapiaitalia.com

humanitas-care.it

gavazzeni.it

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