Pet Therapy cavallo bimbo

Pet Therapy: in che modo gli animali ci aiutano a “guarire”?

C’è chi riesce a combattere l’insonnia con l’aiuto di un amico a 4 zampe e chi per curarsi ha scelto il lama. C’è il carcere che ha adottato un cane, chi ha riscoperto le particolari doti dell’asino e c’è persino una scuola, in Australia, che ha deciso di affidare ai gatti la lotta allo stress da prestazione degli studenti. La pet therapy, coi suoi continui progressi e i suoi ormai svariati utilizzi, è ormai molto più che una terapia, e si estende a sempre più specie e a sempre maggiori usi. In Italia, in attesa di una apposita legge, esistono dal 2015 delle linee guida ministeriali, che hanno lo scopo di definire e regolamentare l’attività degli operatori che svolgono questo tipo di interventi, garantire agli utenti la specializzazione dei terapeuti, dettare le regole per la sicurezza di uomini e animali.

Cos’è la pet therapy

Come spiega il ministero della Salute in una sezione del suo sito interamente dedicata a questo argomento, si tratta di “una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico”. In altre parole, e sgombrando il campo da usi impropri di “terapeuti a 4 zampe”, l’animale può essere un mediatore, un aiuto per l’uomo. Questa sua capacità, tuttavia, non può essere considerata alla stregua di un farmaco.

Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che alcune specie animali inducono nell’essere umano uno stato di benessere generale, di gioia, di buonumore, che a sua volta porta ad un incremento dell’attività metabolica, alla riduzione della pressione arteriosa e all’aumento delle difese immunitarie, ma non solo.

Pet therapy gatto

La pet therapy si è dimostrata positiva, ad esempio, nelle patologie a carattere psicologico e deambulatorio e utile per gli anziani afflitti da disabilità e solitudine, con buoni effetti sul fisico e sull’umore. I risultati di questo tipo di cura sono un corpo più tonico, la riduzione di stress e insonnia,e una mente più elastica: secondo gli studi più recenti questi importanti risultati sono legati al fatto che il legame con l’animale ci fa liberare gran quantità di ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, un ormone responsabile della felicità la cui presenza ci aiuta ad essere più fiduciosi, empatici ed è dunque in parte responsabile della nostra felicità.

Dove viene praticata

In Italia, grazie all’approvazione ufficiale di questa terapia, e dunque dal 2003, è possibile usufruirne grazie a diverse associazioni accreditate dal ministero, in alcuni reparti ospedalieri e in moltissime case di riposo. L’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, ad esempio, ha dedicato un intero programma settimanale a questo tipo di terapia: si è infatti notato che, in alcuni casi anche molto gravi, l’animale è l’unica fonte di gioia del piccolo paziente. La pet therapy è stata dunque inserita nel programma di riabilitazione.

Il ministero invita comunque chi avesse intenzione di affidarsi a questa disciplina di informarsi bene sulle effettive competenze del terapista. Qualunque centro di buon livello deve essere in grado di produrre il nulla osta ricevuto per svolgere l’attività, così come la specializzazione delle varie figure professionali coinvolte. Ecco una selezione di centri ufficiali distribuiti su tutto il territorio.

Le specie più “terapeutiche”

Pet therapy- avallo

Sono tanti gli animali in grado di apportare benefici all’uomo: che si tratti di un cavallo, di un cane, di un gatto o di un’altra specie scelta dai responsabili di programmi di pet therapy, la sua presenza risveglia l’interesse dell’uomo o della donna che interagisce con lui, assorbe la sua attenzione, stimola energie positive. E tanti sono i settori di intervento.

Il cavallo viene considerato uno dei principali aiuti in soggetti affetti da autismo, ma anche per la cura di disabilità fisiche, grazie alla sua capacità di mettere in gioco e migliorare il sistema nervoso e muscolare del corpo umano.

ll cane, grazie alla sua socievolezza, mostra una straordinaria utilità in terapie legate in generale alla difficoltà di socializzazione e di apprendimento, ma con buoni risultati anche con pazienti affetti da Alzheimer o come aiuto contro la depressione.

Sorprendenti sono anche le capacità del delfino, in grado di aiutare persone chiuse in sé stesse: questo animale viene ritenuto, insieme al cavallo, uno dei principali aiuti per soggetti autistici, in particolare di giovane età. Per gli anziani, ma anche per le persone sole e con problemi comunicativo-relazionali, uno degli animali ideali è invece il gatto, la cui presenza aiuta a combattere ansia e stress. Questi i più noti e presenti nei centri in cui si pratica la pet therapy, ma l’elenco è ancora lungo: ci sono l’asino, il coniglio, la tartaruga, il criceto, il canarino, il pesce la mucca e la capra.

L’importanza di una buona formazione per gli operatori

per therapy

Capuski/gettyimages.it

Se dunque il principale terapista è l’animale, attorno a lui ruotano varie figure professionali: importante è senz’altro quella del coadiutore, ma una funzione fondamentale per la riuscita del suo operato svolgono anche il medico, lo psicologo, il veterinario, l’etologo.

Una volta stilato il progetto e decise le modalità dell’intervento, a occuparsi del caso sarà una vera equipe multidisciplinare. La normativa divide i cosiddetti Interventi assistiti con animali (Iaa) in:

Terapie assisitite (Taa), per la cura di disturbi fisici, neuro e psicomotori, cognitivi, relazionali.

Educazione assisitita (Eaa), che sostiene e stimola la relazione e l’inserimento sociale delle persone in difficoltà.

Attività assistite (Aaa), finalizzate al miglioramento della qualità della vita e del rapporto con l’animale.

La pet therapy e la crescita dei bambini

Bimb -e animali

Gli esperti considerano l’animale importante nella crescita del bambino. Il bimbo, infatti, giocando esprime le sue emozioni e arricchisce l’espressività tattile e gestuale: un animale può aiutarlo a raggiungere questi risultati in modo semplice e naturale. Crescere insieme a un gatto o a un cane regala responsabilità, stimola l’attenzione, accelera la maturazione di vostro figlio.

La pet therapy non è, dunque, solo un modo particolare per farsi curare, e difatti non è esclusivamente legata a una patologia o a un problema. Piuttosto, è un efficace modo per capire quanto di positivo l’animale può trasmettere: ai bambini, agli anziani, a chi soffre, a chi è stressato, a chi non ha nulla di particolare ma si gioverà sicuramente dell’energia e dei messaggi positivi trasmessi da un amico a 4 zampe.

Sono tanti i veterinari che consigliano a chi ha un bimbo, se ce ne sono le condizioni logistiche, di adottare un cane o un gatto: avrà benefici il piccolo, li avrà anche il resto della famiglia. A patto, ovviamente, che verso il nuovo arrivato si prestino particolare attenzione e amore: con i controlli, i vaccini e le cure del caso. E se i costi del veterinario sono eccessivi per il vostro portafogli, date un’occhiata alle polizze assicurative per animali domestici, UniSalute Pet offre l’accesso a consulenze dedicate con il servizio “Il veterinario risponde” e tariffe agevolate sulle prestazioni veterinarie, garantendo un’ assistenza di qualità e risparmio economico.

La salute degli animali merita attenzione e cura: se poi, visti i benefici della pet therapy, se ne può avvantaggiare anche la nostra, tanto meglio.

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