Con l’avanzare dell’età il nostro organismo cambia, così come lo stile di vita, e aumentano di conseguenza le attenzioni da prendere per rimanere in salute. Ad esempio, il nostro corpo va incontro a una fisiologica perdita di peso, ma se non avviene con un ritmo graduale c’è il rischio che questa sia un sintomo di un profondo disturbo fisico, emotivo o mentale, oppure che la persona vada incontro a gravi carenze nutrizionali, abbassamento delle difese immunitarie e quindi allo sviluppo di alcune patologie.
Ecco perché, quando si riscontra un’involontaria e importante tendenza al dimagrimento, è fondamentale indagarne subito le motivazioni: in questo articolo passeremo in rassegna alcuni delle possibili cause della perdita di peso negli anziani e vedremo quando è il caso di preoccuparsi e come intervenire.
Calo ponderale: quali sono le cause?
Nel corso della nostra vita, tutti noi sperimentiamo una variazione del peso: di norma, le persone tendono a raggiungere il loro peso massimo intorno ai 60 anni e, verso i 70, a subire un lieve calo. In alcuni casi, però, si riscontra un dimagrimento consistente, fino addirittura al 5-10% del peso corporeo nell’arco di 6 mesi: questa perdita improvvisa e non intenzionale di peso risulta essere associata all’aumento dello sviluppo di diverse patologie e a un maggiore rischio di mortalità.
Le cause alla base di un calo ponderale involontario possono essere molteplici e di diversa natura: come anticipato, un dimagrimento eccessivo può nascondere qualcosa di più grave e non è detto che sia necessariamente legato a una diminuzione dell’appetito, come saremmo portati a pensare in un primo momento. Anzi, come evidenziato da MDS Manuals, le cause possono essere suddivise in quelle riscontrate nelle persone che hanno un aumento dell’appetito e quelle nelle persone che hanno invece una riduzione dell’appetito.
Con l’aumento dell’appetito, le cause più comuni di un calo di peso involontario sono:
- iperattività tiroidea (ipertiroidismo)
- diabete incontrollato
- disturbi che causano malassorbimento o problemi gastrointestinali
Con la riduzione dell’appetito le cause più comuni di un calo ponderale involontario sono:
- cancro: uno dei primi segni dell’insorgenza di una neoplasia è proprio una perdita improvvisa di peso
- effetti avversi dei farmaci, che possono alterare il gusto e l’olfatto, dare senso di di laurea e vomito o provocare disturbi gastrointestinali
- abuso di sostanze, come l’alcool.
A questo proposito, non è raro riscontrare veri e propri casi di anoressia in età geriatrica, che si manifesta con una drastica diminuzione dell’appetito, accompagnata spesso da un senso di repulsione nei confronti del cibo. Le cause dell’anoressia senile possono essere varie, come diminuzione del senso dell’olfatto e del gusto, patologie del cavo orale e dei denti, disfagia (ossia la difficoltà nella deglutizione, molto comune negli anziani), depressione e perdita della motivazione a mangiare e deterioramento cognitivo e percettivo.
Da non sottovalutare sono proprio alcune patologie, come la demenza o l’Alzheimer, che possono avere un forte impatto sulle abitudini alimentari delle persone. Spesso, chi ne soffre non riesce più ad alimentarsi da solo, ma ha bisogno di un aiuto esterno, con il rischio di assumere meno calorie rispetto al fabbisogno del proprio organismo.
Attenzione alle cause psico-sociali
L’isolamento sociale e la solitudine sono fattori primari e importanti che possono portare a una vera e propria mancanza di interesse nel cibo. Non solo, essere soli può tradursi in una difficoltà pratica nel fare la spesa o a cucinare: da tenere conto anche il fatto che molti anziani, conducendo uno stile di vita più sedentario, tendono a subire una notevole perdita di massa muscolare, che li porta ad avere minore resistenza e più difficoltà a compiere anche i movimenti più semplici o a camminare. Isolamento e solitudine possono anche causare episodi depressivi, che influenzano tantissimo la sfera dell’alimentazione: in molti casi, chi soffre di depressione si sente stanco, perde la voglia di prendersi cura di se stesso e non ha più interesse ad alimentarsi correttamente.
Infine, non va nemmeno sottovalutata la condizione economica-finanziaria: la povertà è tra le cause principali della malnutrizione, in quanto le persone non riescono a mangiare in quantità sufficiente e a procurarsi cibi sani e di qualità.
Perdita di peso: i segnali d’allarme
Come visto, sono tanti i fattori che possono portare a un calo ponderale involontario: per questo, è fondamentale effettuare una valutazione approfondita per valutare effettivamente quale sia la causa principale.
Ma a cosa bisogna prestare attenzione? Ci sono sintomi o “campanelli” che possono far scattare l’allarme? La risposta è ovviamente sì: esistono una serie di segnali a cui prestare attenzione, che riguardano sia cambiamenti nelle abitudini alimentari che sintomi fisici veri e propri.
Se uniti al calo ponderale involontario, dovessimo riscontrare
- frigorifero vuoto e avanzi di cibo accumulati
- cibi freschi, come frutta e verdura, lasciati avvizzire
- monotonia nella composizione dei pasti
- fare meno di 3 pasti al giorno
- consumo ridotto di proteine
e a livello di sintomi
- febbre e sudorazione notturna
- dolore osseo
- respiro affannoso e tosse
- sete e aumento della minzione
- cefalea
- dolore alla mandibola durante la masticazione
- nuovi disturbi della vista (per esempio, visione doppia, offuscamento della vista o punti ciechi)
è importante rivolgersi subito a un medico per indagare le cause del dimagrimento.
Come trattare la perdita di peso negli anziani
Essendo un problema multifattoriale, durante l’anamnesi il medico terrà conto di tutti gli aspetti medici e psico-sociali indagando eventuali problematiche intestinali e di deglutizione, farmaci assunti ed effetti collaterali, sintomi come astenia, malessere, febbre e sudorazione notturna e cambiamenti nell’alimentazione o nella situazione familiare e sociale del paziente, e così via.
In alcuni casi, un dimagrimento involontario può essere semplicemente causato dall’apporto calorico inadeguato della dieta: può essere quindi sufficiente rivolgersi a un nutrizionista per adattare l’alimentazione allo scopo di ridurre la perdita di peso e somministrare supplementi nutrizionali da assumere tra un pasto e l’altro. Se invece dietro la perdita di peso si nascondono cause più “serie” come ipotiroidismo, patologie oncologiche e così via, il medico prescriverà esami più approfonditi per individuare la causa alla base e, di conseguenza, il trattamento più adeguato.
Più complesso se le cause sono psico-sociali: in questo caso, la prima cosa da fare è fornire il proprio supporto alla persona e farla sentire meno sola. Come detto, la solitudine è uno dei maggiori problemi, per questo è fondamentale cercare di essere il più possibile partecipi nella sua vita, magari facendogli compagnia nel momento del pasto, il che permette anche di monitorare l’assunzione di cibo. Non solo: è importante cercare di portare l’anziano fuori casa per evitare che si chiuda troppo nei suoi pensieri, coinvolgendolo magari in attività ricreative o fisiche, anche solo una passeggiata in mezzo alla natura.
Per incentivare l’appetito negli anziani demotivati e poco interessati al cibo, può essere utile curare alcuni dettagli per rendere il pasto un’occasione di benessere personale e stimolare il suo appetito, come:
- rendere piacevole e accogliente l’atmosfera in cucina
- curare la preparazione della tavola, scegliendo una tovaglia pulita e colorata
- prediligere sì alimenti sani, ma variando il menù e realizzando piatti appetitosi e gustosi
- cercare di accontentare anche i gusti della persona, nel limite del possibile
- coinvolgere l’anziano nella scelta del menù.
Avere un fisico e una mente sana influiscono tantissimo nell’accettazione del cibo, contrastando quindi la perdita di peso e allontanando gravi rischi per la salute.
Fonti:
Immagine in evidenza di Goodboy Picture Company/gettyimages.it
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