Inclusione dentale: come riconoscerla e trattarla

L’inclusione dentale è una condizione che può riguardare sia adulti che bambini. È spesso causa di diversi problemi come carie, ascessi, infiammazioni gengivali e malocclusioni: per questo è importante diagnosticarla per tempo e trattarla, se necessario. Il tipo di intervento, tuttavia, cambia a seconda del dente coinvolto e della gravità del problema. 

Scopriamo insieme da cosa è causata l’inclusione dentale, come si manifesta e le principali strategie per risolverla.

Cos’è l’inclusione dentale?

Si parla di inclusione dentale o di “dente incluso” quando uno o più denti non riescono a fuoriuscire entro i limiti temporali fisiologici, restando nascosti (del tutto o in parte) all’interno dell’osso e della gengiva. Tra i più soggetti a questa situazione sono i denti del giudizio, ma anche altri denti possono esserne coinvolti, ad esempio canini e premolari. 

Generalmente, possiamo distinguere quattro tipologie di inclusione dentale:

  • temporanea: il dente non erompe nell’età prevista, ma completa questo processo con tempistiche più lente, fuoriuscendo dalla gengiva più in là nel tempo;
  • permanente: in questo caso, invece, il dente non emergerà mai;
  • totale: il dente è completamente nascosto e non si vede;
  • parziale: il dente è parzialmente visibile, perché in parte uscito da osso e gengiva.

Inclusione dentale nei bambini

Come anticipato, questa condizione può presentarsi sia da bambini sia da adulti. Per quanto riguarda i denti del giudizio, per esempio, dato che questi in genere spuntano tra i 18 e i 25 anni, si potrebbe dover aspettare questo limite di età prima di parlare di inclusione dentale. Qualora non uscissero, sarà il dentista a fare le dovute valutazioni caso per caso. 

Il problema può manifestarsi anche durante l’infanzia, quando sono ancora presenti i denti da latte, anche perché, come vedremo fra poco, una delle principali cause dell’inclusione dentale è proprio la caduta prematura dei denti decidui. 

Ma quanto tempo impiegano, di solito, i denti permanenti per crescere? La comparsa dei denti permanenti comincia intorno ai 6-7 anni e prosegue fino ai 12-13 anni. Si tratta, comunque, di un periodo indicativo che può subire delle variazioni da persona a persona. In questo arco temporale avviene la caduta dei denti da latte e la progressiva sostituzione con quelli permanenti. 

Sottoporre il bambino a visite periodiche dal dentista è importante in questa fase, in modo da accorgersi per tempo di eventuali problematiche. In particolare, se uno o più denti permanenti non dovessero spuntare, è fondamentale un controllo odontoiatrico per scoprirne la causa: il motivo potrebbe essere un’inclusione dentale, ma anche un’agenesia dentale, situazione in cui il germe del dente non si è proprio sviluppato, oppure ragioni differenti. 

Da cosa è causata l’inclusione dentale?

Tra i principali fattori che possono provocare l’inclusione dentale rientra la caduta prematura di un dente deciduo (dente da latte): se a causa di un trauma, per esempio, il bambino perde un dente da latte prima del tempo, il corrispettivo dente permanente può andare incontro a inclusione. Questo accade perché, prima che il nuovo dente sia pronto per uscire, i denti da latte vicini andranno a occupare lo spazio lasciato vuoto, e questo ostacolerà la fuoriuscita del dente permanente.

L’inclusione dentale può essere anche provocata da:

  • palato stretto;
  • affollamento dentale, che impedisce ai denti di avere abbastanza spazio;
  • traumi ai denti, che hanno danneggiato quelli permanenti durante la loro formazione;
  • malformazioni genetiche;
  • problemi orali non trattati, ad esempio la presenza di cisti.

Inclusione dentale: sintomi e complicanze

Non sempre un dente incluso provoca problemi e manifestazioni evidenti, tuttavia, nella maggior parte dei casi, dà origine a una serie di sintomi e conseguenze come:

A creare più problemi, di solito, sono i denti del giudizio, detti anche “terzi molari”. Se non hanno sufficiente spazio possono infatti allinearsi in modo scorretto, e provocare lo sviluppo di carie e infezioni alle gengive, per esempio, anche perché un dente del giudizio incluso tende a rendere più complicata l’igiene orale. Inoltre, possono causare malocclusioni e la formazione di cisti, in grado di indebolire l’osso stesso.

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Come si tratta l’inclusione dentale?

La diagnosi di inclusione dentale viene fatta attraverso una visita e un accurato esame radiologico. Il tipo di intervento dipende dal singolo caso e non sempre è necessario: generalmente, infatti, se il dente è allineato e non provoca problemi lo si può lasciare al suo posto, sottoponendo il paziente a regolari controlli odontoiatrici per tenere monitorata la situazione. 

Nei casi in cui sia necessario agire, invece, il trattamento viene valutato in base a fattori come il dente coinvolto, la gravità del problema e l’età del paziente. 

Quando il dente del giudizio incluso causa infezioni gengivali, rende difficile masticare o crea molte difficoltà nell’igiene orale quotidiana, di solito viene suggerito di estrarlo chirurgicamente, operazione che, nella maggior parte dei casi, avviene in anestesia locale. L’intervento consiste nell’incisione della gengiva e nell’estrazione del dente grazie ad appositi strumenti chirurgici. Al termine, vengono applicati sulla gengiva alcuni punti di sutura.

L’uso di un apparecchio ortodontico, invece, può essere una soluzione consigliata in caso di canino incluso, per esempio. L’utilità dell’apparecchio è creare lo spazio necessario nell’arcata dentale per permettere al canino di continuare a crescere. In altri casi può essere necessario un intervento ortodontico-chirurgico, che consiste nella disinclusione del dente e, successivamente, nel suo corretto posizionamento tramite trattamento ortodontico. 

In ogni caso, sarà lo specialista a indicare l’approccio e le modalità più indicate al singolo caso, anche in considerazione dell’età della persona. Sicuramente, individuare precocemente un’inclusione dentale è fondamentale per mettere in pratica il tipo di intervento più idoneo. Proprio per questo, come anticipato, sottoporre i bambini a visite dentistiche regolari è un’abitudine importante, che può essere incentivata e favorita anche dalla sottoscrizione di una polizza sanitaria come UniSalute Dentista, soluzione che include una visita annuale gratuita e tariffe agevolate, rispetto a quelle presenti sul mercato, su tutte le prestazioni odontoiatriche.

Conoscevate l’inclusione dentale e le conseguenze che comporta?

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