ascesso dentale

Ascesso dentale: quali sono i fattori di rischio, come riconoscerlo e come intervenire

Sedersi sulla poltrona del dentista è, per molti di noi, un momento difficile a prescindere dal tipo di intervento che dobbiamo intraprendere. Il mal di denti, qualunque sia la sua causa, rappresenta infatti uno tra i fastidi più dolorosi e invalidanti; allo stesso modo, le cure odontoiatriche possono risultare lunghe, complesse e spesso, purtroppo, proibitive. Ecco perché, soprattutto quando è in gioco la nostra salute orale, l’attenzione ai sintomi è un comportamento virtuoso che ci aiuta a intervenire in tempo, evitando la degenerazione del fastidio in una patologia più grave. Oggi vogliamo soffermarci sull’ascesso dentale, una tra le conseguenze più importanti delle infezioni batteriche a carico delle gengive; lo facciamo insieme al dottor Pietro Guandalini, Odontoiatra e membro dello staff dei Centri Medici UniSalute.

Dai sintomi alla diagnosi di ascesso dentale

ascesso sintomi

I danni a carico delle gengive risultano particolarmente insidiosi perché non sempre la loro sintomatologia è apertamente riconoscibile; pertanto non è consigliabile attribuire eventuali irritazioni o gonfiori a un mal di denti generico e passeggero, ma è sempre il caso di recarsi da un professionista che sappia interpretare correttamente i sintomi.

Chi di noi ha avuto esperienza con l’ascesso dentale sa che si tratta di un’infezione batterica, e che le sue manifestazioni possono essere eclatanti e molto dolorose. Ma è possibile individuare in tempo la formazione di un ascesso? A tal proposito, abbiamo chiesto in via preliminare al dottor Pietro Guandalini quali sono le principali tipologie di ascesso dentale e quale diffusione hanno tra i pazienti.

“L’ascesso dentale comprende in realtà un ampio gruppo di infezioni acute che possono originare dal dente o dai tessuti parodontali duri e molli di supporto del dente (osso e gengive). Tali infezioni si manifestano solitamente con un’infiammazione e successiva produzione di pus, localizzata nei tessuti parodontali, con presenza di dolore e gonfiore.

Tra i sintomi comuni riportati dai pazienti in fase acuta, si annoverano anche febbre e mal di testa e, in generale, l’ascesso rappresenta uno dei più frequenti motivi per i quali i pazienti si rivolgono al proprio dentista per trattamenti d’urgenza. Richiede una diagnosi e un trattamento mirati e non deve essere sottovalutato o trattato in modo inadeguato; il rischio è che possa evolvere in un quadro clinico anche grave”.

“In base alla loro origine – prosegue il dottor Guandalini – possiamo diagnosticare:

 

  • ascessi periapicali, cioè derivanti da problematiche odontoiatriche di varia natura;
  • ascessi parodontali, che riguardano i tessuti di sostegno del dente;
  • ascessi pericoronali, dovuti alla presenza di un elemento non completamente manifesto, come ad esempio un dente del giudizio”.

 

Come intervenire: terapie e soluzioni in caso di ascesso dentale

cura ascesso dentale

Una volta accertata la presenza di un ascesso, il nostro dentista proseguirà quindi con la definizione della diagnosi. Nel corso della prima visita odontoiatrica si cercherà di stabilire la natura esatta dell’infezione e la sua origine nell’ambito del quadro clinico odontoiatrico del paziente. Di seguito, si procederà a stabilire un iter terapeutico che, insieme alla remissione dei sintomi, accompagni il paziente verso la totale guarigione.

Come conferma ancora il dottor Guandalini, “nella maggior parte dei casi gli ascessi presentano fortunatamente un quadro controllabile dopo la rimozione della causa primaria dell’infezione. Il percorso terapeutico ad hoc comprende interventi di varia complessità: spesso è sufficiente  rimuovere chirurgicamente l’ascesso, ma potrebbe essere necessario anche devitalizzare il dente o addirittura estrarlo”.

Spesso si fa precedere la fase chirurgica da una terapia antibiotica, che deve essere mirata e prescritta dal dentista. “Fondamentale è essere consapevoli – ricorda il dottor Guandalini – che l’antibiotico può coadiuvare la regressione della fase acuta, ma non risolve il problema che ha generato l’ascesso”. Rispetto ai fattori di rischio per questa patologia, infatti, la placca batterica risulta all’origine della maggior parte dei casi di ascesso dentale; per questo motivo, abbiamo chiesto all’intervistato di guidarci attraverso la scelta di un metodo di prevenzione efficace e alla portata di tutti.

Prevenzione e monitoraggio delle patologie orali di origine batterica

prevenzione orale

“In termini di igiene orale  ci ricorda il dottor Guandalini – non esiste una strategia specifica per la prevenzione dell’ascesso dentale. Trattandosi di una patologia di origine batterica, è necessario piuttosto, con la supervisione del proprio dentista di fiducia, stabilire una routine che ci consenta di mantenere una buona igiene orale e di salvaguardare, al contempo, smalto, gengive ed eventuali inserti post-operatori”.

“Esistono, certamente – conclude il dottor Guandalini – manovre igieniche personalizzate che tengano conto di eventuali trattamenti odontoiatrici pregressi, ma è necessario pianificarle con il proprio dentista di fiducia durante le sedute di igiene professionale”.

Frequentare con costanza il proprio dentista di fiducia ha dunque un valore terapeutico e, al contempo, preventivo: può cioè servirci ad apprendere una serie di comportamenti utili e salvifici per la salute e l’aspetto dei nostri denti.

E se non abbiamo un dentista di fiducia o abbiamo bisogno di affidarci a un nuovo studio odontoiatrico? Andare sul sicuro al primo tentativo è possibile, se ci lasciamo guidare da un’equipe di esperti: UniSalute Dentista, per esempio, è molto di più di un’assicurazione sanitaria, perché offre un servizio completo di consulenza e controllo ancor prima dell’intervento chirurgico vero e proprio.

Aderendo a questa polizza dedicata alla salute dei denti, infatti, la visita di controllo e l’igiene orale sono gratuite; il risparmio, inoltre, è garantito anche su altri interventi odontoiatrici, tra cui la  devitalizzazione e l’estrazione.

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SITOGRAFIA:
salute.gov.it

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