I primi 1000 giorni, il progetto del Prof. Pecorelli
Il professor Pecorelli ha curato, in partnership con altri enti in Italia e all’estero, un progetto dedicato all’analisi delle caratteristiche biologiche, delle condizioni ambientali e delle abitudini comportamentali della popolazione bresciana per un periodo di 36 mesi, focalizzandosi sul benessere dei bambini e del contesto ambientale e sociale che li circondavano nei primi 1.000 giorni di vita. L’obiettivo era lo sviluppo di un modello di cura olistico e integrato che potesse contribuire a prevenire le malattie, preservando il benessere psico-fisico degli individui nelle diverse fasi della vita.
Secondo questo modello, la prima fase di analisi si svolge durante la gravidanza: in questo periodo, si vanno a monitorare diversi comportamenti e condizioni sia delle madri che dei padri come, per esempio, le abitudini legate alla dieta, al movimento, oltre che il livello di stress, per poter trarre da questi dati preziose informazioni su quali siano le possibili conseguenze di ciascuna variabile e come queste diventino fondamentali non solo durante la gestazione, ma anche entro il secondo compleanno del bambino.
Il progetto, primo nel suo genere, può, nelle intenzioni dei curatori, rappresentare uno spunto da cui partire per impostare una nuova strategia di prevenzione, più efficace e sostenibile. Comprendere, infatti, quali sono i fattori che dal pre-concepimento, durante la gravidanza e nei primi due anni del bambino possono favorire o evitare l’adozione di uno stile di vita scorretto, con tutto ciò che ne consegue, può fare concretamente la differenza.
Prima del concepimento, l’importanza di uno stile di vita sano
La nutrizione pre-concepimento, dunque, insieme all’attività fisica, gioca un ruolo determinante sulle cellule germinali, ragion per cui gli esperti hanno individuato in 180 giorni il tempo necessario per poter preparare l’organismo al concepimento nel modo migliore possibile.
In questo periodo di tempo, che corrisponde circa a 6 mesi, gli studiosi suggeriscono a entrambi i genitori di seguire alcuni consigli:
- fare esercizio fisico con costanza
- seguire una nutrizione sana e astenersi da alcol, fumo e droghe
- controllare e ridurre lo stress
- evitare l’esposizione all’inquinamento atmosferico
- dare spazio a pratiche di benessere come, per esempio, massaggi, musica, meditazione, senza dimenticare l’importanza del riposo.
Perché seguire uno stile di vita sano?
Curare l’alimentazione e svolgere regolare attività fisica, rappresentano best practice valide per chiunque voglia prevenire le malattie croniche e salvaguardare la propria salute, ma diventano ancora più importanti per chi decida di avere un figlio. Muoversi, infatti, va a stimolare una specifica sezione del cervello, l’ippocampo, che è responsabile della neuro-genesi, ovvero della produzione e della sintesi di nuove cellule nervose. Fare attività fisica, già prima del concepimento, dunque, è un modo per mantenere giovane il cervello e, contemporaneamente, per stimolare il futuro neuro-sviluppo del feto durante la gravidanza, perché le sostanze attivate con il movimento passano attraverso la placenta.
Prevenzione 2.0
In conclusione, gli studi e le ricerche focalizzate sul rapporto tra stile di vita, gravidanza e prevenzione, portano ad un approccio innovativo alla salute dei bambini che diviene centrale ancor prima del concepimento. Infatti, gli effetti paterni e materni pre-concezionali (e materni post concezionali) sul rischio di sviluppo di una malattia metabolica da parte della prole, sono ormai evidenze scientifiche, evidenziate anche dal Ministero della Salute.
In secondo luogo emerge chiaramente come lo stile alimentare dei genitori influenzi la risposta dei figli a sfide successive: per esempio una dieta obeso-genica, consumare i pasti davanti alla televisione, prediligere cibi industriali o ricorrere spesso al “junk food” aumentano il rischio di malattia nei bambini.
Infine, l‘adozione di stili di vita che tengano conto degli effetti intergenerazionali (ovvero delle conseguenze che i comportamenti dei genitori hanno sui figli), ha importanti implicazioni per la prevenzione di sovrappeso, obesità, ma anche sindrome metabolica e altre patologie cardiovascolari che sono, attualmente, diffuse in maniera trasversale in Italia.
Una volta presa consapevolezza di queste considerazioni, presentate chiaramente dal professor Pecorelli in occasione del convegno UniSalute, è più semplice comprendere il perché una vita sana non sia soltanto un’alternativa, ma una vera e propria necessità e un investimento in termini di salute, sia nel presente che in futuro.
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