Fobia dei cani: quali sono i sintomi?
“La paura dei cani, o cinofobia, può avere forme e intensità diverse – spiega l’intervistata. – C’è chi semplicemente preferisce non accarezzarli, chi non ha problemi con quelli di piccola o piccolissima taglia ed è invece spaventato dai più grandi, o addirittura da una razza o un colore in particolare; c’è, infine, chi si paralizza quando li vede, o cambia strada pur di non incrociarli”. La dottoressa precisa che in alcuni casi estremi si può provare timore anche di fronte alla semplice rappresentazione di un cane, come un suo disegno o una foto.
Come altre fobie, i sintomi sono paralisi, tachicardia, sudorazione e comportamenti incontrollati, che possono sfociare in veri attacchi di panico. “Il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM -5) – aggiunge la psicologa – inserisce la paura dei cani tra le fobie specifiche: considerata da molti come un banale timore, può condizionare l’esistenza dell’individuo, che finisce per sviluppare un’ansia anticipatoria, ovvero uno stato di agitazione che precede l’incontro che sta per avvenire o che potrebbe avvenire. In questo modo la persona viene limitata nelle sue scelte e nelle relazioni”. I cani, infatti, sono animali domestici molto diffusi: chi soffre di cinofobia “può trovare terrorizzante anche una semplice passeggiata per le vie del centro e potrebbe quindi privarsi di uno o più momenti di socialità, perciò il disturbo può risultare a tratti invalidante”.
Quali sono le cause della fobia dei cani?
Come accade per altre fobie, per esempio la paura dell’aereo, le cause non vanno ricercate necessariamente in un evento traumatico. La dottoressa Bastelli, infatti, ricorda che la cinofobia si può ricondurre a diversi fattori: può esserci “una predisposizione ansiosa di base, o la mancanza di abitudine nel relazionarsi con un animale, ma anche il condizionamento della società che, ad esempio, individua come pericolose alcune specifiche razze. A volte – prosegue – mancano le occasioni di entrare in contatto con gli animali, di imparare a interpretare i loro segnali, di comprendere e anticipare i loro comportamenti. In questo modo si finisce per averne paura, come spesso accade con ciò che non si conosce”.
Perché ad avere paura dei cani sono soprattutto i bambini?
La paura dei cani può però anche dipendere da “un’esperienza traumatica (un attacco o un morso) che la persona ha vissuto. Solitamente questo tipo di eventi spiacevoli avvengono con i bambini, perché in loro presenza i cani possono trovarsi in difficoltà. I movimenti imprevedibili, le urla, i pianti e un comportamento a volte invadente possono disorientare il cane fino a metterlo nella condizione di sentirsi minacciato e, quindi, di doversi difendere. In questo caso, a volte, è sufficiente un abbaio ravvicinato perché il bambino sviluppi un trauma, che nel tempo si traduce in fobia, soprattutto se l’episodio poi non è gestito, spiegato e contestualizzato da un adulto che aiuti il bambino ad affrontare il problema”.
Per garantire una pacifica e sicura convivenza tra il bambino e l’animale domestico c’è bisogno di alcune particolari attenzioni. Come spiega la dottoressa, infatti, “i bambini dovrebbero prendere gradualmente confidenza con i cani in un ambiente protetto, con un adulto consapevole che spieghi, supervisioni e diriga l’interazione. I più piccoli devono imparare a rispettare gli spazi del cane, a non invadere il suo territorio, a non disturbarlo quando mangia o dorme, a non avvicinare animali estranei senza il permesso del loro padrone. Il fatto che i cani accettino di buon grado che un bambino monti loro in groppa o tiri loro la coda non significa che lo apprezzi”. Un lavoro consapevole e attento va svolto anche con l’animale, per insegnargli cosa gli è concesso fare e quali sono i suoi spazi. “Questo è particolarmente valido nel caso in cui un bambino entri a far parte di una famiglia nella quale c’è già un cane. L’animale va preparato, deve essere parte del cambiamento che sta per avvenire, deve avere modo di prendere confidenza con il neonato, i suoi oggetti e i suoi spazi, per considerarlo come un nuovo membro della famiglia e non come una minaccia estranea”.
Come superare la cinofobia
Nonostante si tratti di un disturbo che, come abbiamo visto, può pregiudicare la qualità della vita di chi ne soffre, la dottoressa rassicura affermando che “la fobia dei cani può essere superata in maniera naturale quando la persona riesce a esporsi gradualmente al contatto con i cani. L’aiuto di uno psicoterapeuta accelera questo processo ed è fortemente consigliato nel momento in cui l’individuo sente che la sua paura interferisce con le proprie attività quotidiane”.
Quali sono gli approcci terapeutici alla fobia dei cani?
Il metodo più utilizzato, sia nell’approccio terapeutico a questa che ad altre fobie, è la ‘desensibilizzazione sistematica’, che prevede diversi passaggi. “La persona deve prima di tutto imparare delle tecniche di autocontrollo emotivo per rilassarsi, tra queste possiamo ricordarne: il Training Autogeno, il rilassamento progressivo di Jacobson, alcune tecniche di respirazione. Lo psicoterapeuta invita poi il paziente ad affrontare una scena che lo spaventa. Si parte dal grado di intensità minore – spiega l’intervistata – come la semplice esposizione a una fotografia. Nel momento in cui percepisce la paura, la persona impara a rilassarsi grazie al sostegno del terapeuta. Riesce, così, progressivamente, a indebolire la propria fobia (procedimento di desensibilizzazione) e quindi ad affrontare la situazione. A quel punto sarà pronta per il passo successivo, di intensità maggiore – ad esempio, immaginare la scena di un contatto con l’animale – fino ad arrivare al giorno in cui sarà in grado di affrontare, sempre con gradualità, l’incontro effettivo con un cane. Nei casi in cui la cinofobia risulti molto potente – soprattutto quando insorge a seguito di eventi particolarmente traumatici – si rivela utile insistere e curare nei dettagli l’aspetto immaginativo, prima di proporre l’incontro reale con il cane”. La psicologa aggiunge a tal proposito che ciò avviene sempre dopo aver realizzato un apprezzabile stato di rilassamento: a questo punto, il terapeuta chiede al paziente di visualizzare un cane socievole, giocherellone, animato da comportamenti amichevoli. “Con cautela e lenta progressività invita poi la persona ad avvicinarsi e a realizzare un buon contatto con il cane medesimo. L’adozione di una simile tecnica immaginativa consente al paziente di ristrutturare la rappresentazione mentale che egli ha del cane. Lo si porta, infatti, a costruirsi l’immagine di un animale da compagnia che nel corso del tempo ha la meglio su quella preesistente dell’animale pericoloso”.
Quando la fobia dei cani nasconde un’altra paura
La dottoressa Bastelli introduce anche un’altra casistica, poiché la cinofobia, al pari di tutte le altre fobie, può rappresentare “un’azione psichica di ‘copertura’. Attraverso un meccanismo piscologico involontario, si sposta una minaccia d’altro genere sul cane, che diventa così un animale pericoloso. Per esempio, una persona può temere, in maniera perlopiù inconsapevole, un genitore, un fratello maggiore, un amico; allo stesso modo, a una situazione minacciosa può essere impedito l’accesso alla coscienza quando risulti parecchio destabilizzante a livello emotivo. In questi casi la psicoterapia, una volta individuato il pericolo ‘originario’, aiuta il paziente a prenderne coscienza ed a elaborare le opportune strategie per neutralizzarlo o superarlo”.
L’importanza del sostegno di amici e familiari
Superare la fobia dei cani, indipendentemente dalle cause, è un processo che comporta tempi diversi a seconda dei vari individui. “Per tutti, però, – specifica l’intervistata – si rivela particolarmente importante il sostegno dei familiari e degli amici. Le persone vicine devono riuscire a mostrare comprensione, senza sminuire o minimizzare le ansie, ma anche senza fomentarle o acuirle. In questo senso, ad esempio, non è d’aiuto evitare di entrare in contatto con i cani per non mettere a disagio chi ne ha paura”. Infine, la psicologa insiste sull’aspetto della conoscenza, poiché “per evitare le situazioni di pericolo, spesso è sufficiente sapere come comportarsi in presenza di questi animali, quali stimoli vanno evitati e quali comportamenti invece trasmettono loro sicurezza e serenità. Scappare di corsa da un cane, ad esempio, aumenta la possibilità di essere rincorsi, così come infilare le mani in tasca può portare l’animale a pensare che ci sia del cibo per lui e spingerlo ad avvicinarsi”.
Questi accorgimenti sono validi tanto più in presenza di un bambino, e se non si possiedono le necessarie competenze sull’addestramento di un cane, rivolgersi a un esperto è sempre una buona idea, quando si decide di far entrare in famiglia un animale domestico. “Gli addestratori insegnano – aggiunge la psicologa – che i cani non vanno guardati dritti negli occhi, né bisogna avvicinarsi a loro in maniera frontale, ma è sempre consigliabile farlo attraverso una curva e offrendo il fianco. Sono tanti gli accorgimenti che si possono avere quando ci si relaziona con un cane – conclude la dottoressa Chiara Bastelli – e imparare a conoscerli può di certo aiutare a sviluppare con lui un rapporto sereno di pacifica convivenza e reciproca accettazione”.
Che rapporto avete con gli animali? Avete mai sofferto di fobia dei cani?
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