Il rapporto tra endometriosi e gravidanza è complesso e delicato, e non tutte le donne con questa problematica corrono il rischio di infertilità. Abbiamo quindi voluto parlarne con il Prof. Pierandrea De Iaco, Direttore dell’Unità di Ginecologia Oncologica del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, per capire meglio quali sono le possibilità per una donna con endometriosi di restare incinta, perché la malattia può avere un’influenza negativa in tal senso e quali sono i trattamenti da seguire se si desidera la maternità.
L’endometriosi causa sempre infertilità?
L’endometriosi è una malattia abbastanza diffusa nella popolazione femminile. Come spiega il Prof. De Iaco, “ne soffre dal 10 al 15% delle donne in età riproduttiva. Tuttavia, non tutte le pazienti con endometriosi presentano un rischio di infertilità. Le difficoltà ad avere una gravidanza, infatti, riguardano il 30-50% delle persone con questa malattia. L’endometriosi non è l’unica causa dei problemi a restare incinta, ma gioca un ruolo importante, in quanto l’infertilità nella donna è provocata dall’endometriosi nel 20-50% dei casi”.
Perché l’endometriosi può incidere sulla possibilità di avere figli?
Come anticipato, l’endometriosi è una patologia in cui delle cellule dell’endometrio si sviluppano in una posizione anomala, ad esempio all’interno delle ovaie o sulla superficie di altri organi (tube, peritoneo, vescica, intestino, uretere). Queste gruppi di cellule endometriali vengono chiamate “focolai”. “Esse causano la produzione di numerose sostanze infiammatorie – spiega il medico – che possono provocare un’alterazione dei meccanismi necessari al perfetto funzionamento del sistema riproduttivo, dunque della corretta funzione dell’ovocita, degli spermatozoi, delle tube e dell’utero. Oltre a questa infiammazione, negli stadi più avanzati, la malattia determina aderenze, occlusioni, retrazioni degli organi dell’apparato riproduttore, oltre a una diminuzione di produzione di ovociti adeguati da parte dell’ovaio (sia in termini di numero che di qualità): tutto ciò si associa nella riduzione della capacità di ottenere una gravidanza”.
Una patologia difficile da identificare: i sintomi dell’endometriosi
L’endometriosi è una condizione che, generalmente, si presenta con sintomi chiari come:
- dismenorrea (dolore mestruale)
- dolori a livello pelvico, con diffusione in zona lombare e, talvolta, con ripercussioni su vescica, retto e vagina, che possono diventare cronici.
- dolori durante i rapporti sessuali.
In questi casi, l’ecografia pelvica permette di diagnosticare l’endometriosi, in quanto vengono osservate cisti ovariche con caratteristiche tipiche, per cui vengono riconosciute con semplicità dall’ecografista.
Talvolta, invece, l’endometriosi si presenta in maniera sfumata e con sintomi vaghi, per cui è diagnosticata con ritardo. “A volte, in effetti, è difficile riconoscerne le manifestazioni e identificare correttamente la malattia, tant’è che esistono casi che vengono mal interpretati per tanto tempo, malgrado siano seguiti dai migliori medici”, afferma l’intervistato.
“In certi casi la patologia viene individuata solo dopo che la donna è stata vista da molti specialisti (ginecologi, urologi, gastroenterologi, internisti, ortopedici), fino a casi estremi in cui le pazienti sono state anche inviate da psicologi e psichiatri per la ricerca di una diagnosi. Ovviamente non tutte le situazioni sono così complesse da individuare e, la maggior parte delle volte, è possibile riconoscere la malattia più facilmente”, specifica il medico.
Quanto influisce una diagnosi precoce sulla possibilità di avere figli?
Tornando al rapporto tra endometriosi e gravidanza, ciò che è importante sapere è che una diagnosi precoce, sebbene non sia sempre facile da raggiungere, incide sulla possibilità di avere figli. Come spiega il Prof. De Iaco, infatti, “nelle fasi iniziali della malattia, l’impatto sulla fertilità è minore. Al contrario, come hanno dimostrato alcuni studi sperimentali, negli stadi avanzati la fertilità crolla a meno del 50%”.
Per questo è fondamentale che la donna non sottovaluti determinati sintomi e che si rivolga al proprio ginecologo per un consulto: sarà lui che, eventualmente, la potrà indirizzare verso centri specializzati in questa patologia.
Endometriosi e fertilità: cosa fare per favorire una gravidanza
Per capire qual è il percorso più idoneo per favorire una gravidanza nelle donne con endometriosi – sempre premesso che non tutte le donne affette hanno difficoltà a restare incinta – dobbiamo capire come viene curata la malattia, in quanto i due aspetti sono strettamente correlati. La terapia che viene intrapresa, infatti, permette di frenare lo sviluppo della patologia e, di conseguenza, di creare le condizioni migliori per consentire una gravidanza futura.
“L’endometriosi viene curata prevalentemente riducendo la quantità di ormoni circolanti che stimolano la crescita delle cellule endometriali. La terapia – afferma l’intervistato – è costituita dall’assunzione di estroprogestinici, dunque pillole anticoncezionali a basso dosaggio, oppure con esclusivo contenuto progestinico. La chirurgia serve solo in situazioni particolarmente importanti e diffuse, dove la terapia medica non riesce a controllare i sintomi, come i dolori e gli effetti di compressione sugli organi vicini (vescica, retto e uretere)”.
“L’uso della pillola anticoncezionale – continua il medico – evita che la malattia evolva e questo permette di migliorare al massimo la possibilità di una successiva gravidanza. In Italia l’età in cui si ricerca il primo figlio è più avanzata rispetto al passato: per questo la cura dell’endometriosi deve essere iniziata il prima possibile per limitare i danni all’apparato genitale”.
I passi da seguire quando la donna con endometriosi decide di avere un figlio
Chiarito che questo tipo di approccio consente di trattare l’endometriosi, che cosa accade nel momento in cui la donna decide di provare ad avere un figlio? “Nel momento in cui, all’età scelta dalla paziente, si decide di cominciare a cercare una gravidanza, si interrompe l’assunzione della pillola anticoncezionale”. C’è comunque la possibilità che, nonostante la terapia seguita, la donna abbia difficoltà a restare incinta spontaneamente. “Qualora si verificasse questa situazione, si può intraprendere la strada della procreazione medicalmente assistita, ambito in cui esistono diverse tecniche e modalità di stimolazione”, conclude il Prof. De Iaco.
La gravidanza influisce sull’endometriosi e i suoi sintomi?
Nel momento in cui una donna che soffre di endometriosi riesce a rimanere incinta, è lecito chiedersi cosa succeda al tessuto endometriosico in questi mesi. La gravidanza infatti può influire su questa patologia e spesso si sente dire che possa curarla, ma è veramente così?
“Quando la donna resta incinta, l’elevata concentrazione di progesterone nel sangue, determinato dalla gravidanza, ha un’azione di blocco sulle cellule endometriali ectopiche (dunque situate al di fuori dell’utero). La gravidanza, quindi, tende ad avere un’azione di freno sull’endometriosi e a dare sollievo dal punto di vista dei sintomi. Talvolta, riesce addirittura ad arrestare le endometriosi meno avanzate. Questa regressione della malattia può permanere per lungo tempo, oppure concludersi quando termina la produzione ormonale dopo la gravidanza e l’allattamento. In questo caso, con la ripresa dei cicli mestruali regolari, la crescita dei focolai di endometriosi tende a ripartire progressivamente”, spiega l’intervistato, che specifica “esistono casi in cui la gravidanza non porta alcun miglioramento dell’endometriosi e in cui i dolori, dunque, non regrediscono”.
Per quanto riguarda i possibili rischi di una gravidanza in una donna con questa malattia, il medico aggiunge che “l’endometriosi porta a un rischio un po’ più alto, rispetto a una condizione normale, di complicanze quali aborto, parto pretermine, placenta previa (ossia quando la placenta non cresce nella sua normale posizione) e parto cesareo”.
In conclusione, fare attenzione al proprio corpo e ad eventuali sintomi, senza trascurarli e sottovalutarli, è quindi un passo fondamentale per accorgersi quanto prima di una malattia non sempre facile da individuare e che, se non trattata tempestivamente, può avere un forte impatto sulla fertilità della donna. Per questo è importante, oltre che avere uno stile di vita sano, in particolare seguendo un’alimentazione varia e bilanciata e facendo un’adeguata attività motoria, sottoporsi a controlli regolari e tenere monitorato il proprio stato di salute.
Conoscevate il rapporto tra endometriosi e gravidanza e i modi per favorire la fertilità quando si è affetti da questa malattia?
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