Tra tutti i test e gli esami ambulatoriali diagnostici a cui ci si può sottoporre, dalla risonanza magnetica fino ad arrivare alla colposcopia, l’elettrocardiogramma da sforzo è uno dei più comuni. Si tratta di un test rapido e non invasivo, spesso obbligatorio per chi conduce un’attività sportiva a livello agonistico, oppure consigliato a chi soffre di disturbi del cuore, perché permette di tenere monitorata l’attività cardiaca e valutare se sono presenti anomalie o patologie.
In quest’articolo cercheremo di comprendere bene come funziona, in quali casi si rivela utile e quanto dura.
Elettrocardiogramma da sforzo: che cos’è
La terminologia elettrocardiogramma da sforzo (o sotto sforzo) è piuttosto comune e spesso è abbastanza fuorviante, perché con essa si può fare riferimento a due differenti tipi di esame:
- Elettrocardiogramma (ECG) durante sforzo: monitora il cuore del paziente durante lo sforzo fisico, di solito d’intensità crescente.
- Elettrocardiogramma (ECG) dopo sforzo: monitora la frequenza cardiaca alla fine dell’esercizio e questo consente di calcolare l’IRI (indice di recupero immediato), che stima la funzionalità cardiovascolare del paziente. Più basso è il valore della frequenza, migliore è l’efficienza, perché il recupero avviene in meno tempo.
Questo secondo test viene anche definito la “prova del cubo”, perché lo sforzo è eseguito facendo salire e scendere su un cubo adattato al sesso e all’altezza (da 30 a 50 cm). Inoltre, si tratta di uno vari esami che possono essere effettuati durante la visita di idoneità sportiva per ottenere il certificato medico sportivo, e quindi è obbligatorio per chiunque conduca uno sport a livello agonistico.
In questo articolo, ci occuperemo dell’elettrocardiogramma sotto sforzo, che adesso vediamo nel dettaglio.
Elettrocardiogramma sotto sforzo: a cosa serve
Come sottolinea il nome stesso, l’elettrocardiogramma da sforzo o Test Ergometrico Massimale (TEM) prevede l’attuazione di uno sforzo fisico finalizzato a valutare l’andamento del sistema cardiocircolatorio in caso di affaticamento, e ciò permette di evidenziare eventuali alterazioni che non sono riscontrabili “a riposo”. In altre parole, registra l’attività del cuore, e in particolare verifica se, con l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa a causa di uno stress fisico, compaiono segni elettrocardiografici o sintomi dolorosi a causa di ostruzioni delle arterie coronarie. Quindi, l’ECG sotto sforzo è un esame fondamentale per valutare casi di aritmia cardiaca o di cardiopatie ischemiche con dolore toracico.
Quando effettuare l’elettrocardiogramma da sforzo?
L’elettrocardiogramma sotto sforzo o TEM è un esame molto utilizzato nella medicina sportiva come esame di “secondo livello”, oppure per valutare la condizione del sistema cardiocircolatorio in soggetti considerati a rischio. Vediamo in quali casi l’indagine è obbligatoria.
- Atleti under 40 in cui sono state riscontrare anomalie elettrocardiografiche sospette durante l’ECG dopo sforzo, durante la visita di idoneità agonistica di primo livello.
- Atleti over 40. Oltre quella soglia d’età, il TEM è più efficace, rispetto all’ECG dopo sforzo, nell’individuare patologie a rischio e serve a garantire una totale sicurezza nel momento dell’esercizio fisico.
- Atleti di alto livello agonistico.
- Soggetti nei quali è necessario valutare la riserva coronarica, ovvero la capacità del circolo coronarico di aumentare il flusso di sangue in rapporto all’aumento delle richieste metaboliche del muscolo cardiaco.
Al di là di questo, data la sua importanza e attendibilità nel monitorare l’attività cardiaca, si tratta di un test fondamentale per lo screening cardiologico e, quindi, consigliato per controllare nel tempo il comportamento di una cardiopatia ischemica già nota, oppure per effettuare valutazioni sull’efficacia di una terapia farmacologia, di un’angioplastica o di un intervento di by-pass, e infine per gli accertamenti cardiologici nei pazienti soggetti a diabete.
In cosa consiste un ECG sotto sforzo?
Nella pratica, l’elettrocardiogramma da sforzo è un esame in cui il paziente viene invitato a pedalare su un’apposita cyclette (il cicloergometro) oppure a correre sul Treadmill. Vengono applicati degli elettrodi sul torace e sul dorso, mentre attorno al braccio il manicotto per la rilevazione della pressione: dopo la registrazione di un elettrocardiogramma di base, inizia l’esercizio fisico e, durante lo sforzo, il cardiologo monitora la frequenza cardiaca, i battiti e la pressione arteriosa, attraverso un monitor a cui sono collegati gli elettrodi. Un elemento importante è la gradualità con cui questo test si svolge: infatti, è fondamentale il passaggio da una condizione di “riposo” a una di “non riposo”; perciò si incrementa mano a mano la resistenza dei pedali (oppure la velocità della pedana mobile), fino a raggiungere un valore predeterminato di frequenza cardiaca, che è calcolato dal medico specializzato in base al peso e all’età del soggetto, per evidenziare variazioni del tracciato, alterazioni del battito o altri disturbi.
Come prepararsi all’elettrocardiogramma da sforzo
Prima di sottoporsi all’ECG sotto sforzo, è importante rispettare comunque alcuni accorgimenti.
- Si consiglia di indossare abiti sportivi e scarpe da ginnastica, perché si tratta a tutti gli effetti di un vero e proprio esercizio fisico, e perciò è importante essere comodi.
- Non consumare pasti eccessivamente pesanti prima della prova: meglio qualcosa di leggero almeno 3-4 ore prima.
- Non fumare nelle due ore che precedono l’inizio dell’esame.
- Non sottoporsi a grossi sforzi o compiere attività fisica il giorno della prova.
- Infine, è opportuno presentarsi all’esame con tutta la documentazione relativa a visite o esami precedenti (se si è in possesso), e informare il medico se sono stati avvertiti eventuali disturbi nelle 48 ore precedenti l’esame.
Quanto dura l’esame?
La durata della prova è variabile: lo scopo è infatti quello di raggiungere una determinata frequenza cardiaca in maniera progressiva e graduale, e questo dipende da una serie di fattori, come l’età del paziente o dal grado di allenamento e di sopportazione dello sforzo fisico. Mediamente, però, sottoporsi all’elettrocardiogramma richiede dai venti ai trenta minuti.
La prova comporta rischi per il paziente?
L’elettrocardiogramma da sforzo è un test abbastanza rapido, come abbiamo appena ricordato, e non invasivo. Tuttavia, comporta uno sforzo fisico crescente, ed è quindi importante effettuare prima un’anamnesi completa dello stato di salute del paziente e rendergli note le possibili complicanze. Per questa ragione è necessario firmare un consenso informativo.
Quali sono i rischi? Principalmente, si tratta di affaticamento, possibile comparsa di dolore anginoso, di segni di ischemia coronarica, di aritmie o eccessivo aumento della pressione. Gli esperti, però, tranquillizzano, perché si tratta proprio di quei “sintomi” che si vanno a cercare con questo test, e infatti l’ECG sotto sforzo è un test “provocativo”: di solito, i sintomi sono transitori e passano quando si interrompe lo sforzo. L’esame deve però essere effettuato da medici esperti e provvisti di tutti gli strumenti idonei per fronteggiare eventuali complicanze, anche se si tratta di un’eventualità molto rara.
Elettrocardiogramma da sforzo: chi non può effettuarlo
Per le ragioni elencate sopra, l’elettrocardiogramma è controindicato se il paziente:
- denuncia una grave insufficienza cardiaca
- ha subito un infarto recente (meno di un mese)
- presenta aritmie pericolose
- soffre di pressione molto alta, di stenosi aortica grave, angina instabile, miocardite o pericardite; in caso di aneurisma all’aorta o di pericolosi scompensi cardiaci.
Inoltre, possono sussistere eventuali impedimenti di tipo fisico, come difficoltà a correre o a pedalare, casi di artrosi grave, ecc.
I risultati dell’ECG sotto sforzo
Gli esperti sono concordi nel dire che l’elettrocardiogramma da sforzo è preferibile rispetto all’ECG dopo sforzo come metodo di prevenzione delle cardiopatie ischemiche e altre patologie. Tuttavia, è bene sapere che esistono alcune problematiche che possono limitare la portata preventiva di questo test.
- Può accadere che il test non venga spinto al massimo per disagi palesati dal paziente, come pedalare oltre una certa resistenza oppure problemi muscolari o respiratori a causa di uno stile di vita sedentario.
- Si stima, inoltre, che circa il 20% delle risposte in pazienti con stili di vita sedentari sia costituito da falsi negativi (la diagnosi dell’esame è normale, ma in realtà le coronarie sono malate) e, quindi, il medico può consigliare di sottoporsi ad altri esami più complessi e specifici, come la scintigrafia miocardica da sforzo.
- Possono crearsi anche dei falsi positivi, ossia l’esame risulta alterato, ma in realtà le coronarie sono sane.
Quindi, in conclusione possiamo affermare che l’elettrocardiogramma da sforzo è un test strumentale che, in linea generale, è da considerarsi attendibile per quanto riguarda la rilevazione di determinate patologie e il monitoraggio dell’attività cardiaca.
Raccontateci la vostra esperienza: vi siete mai sottoposti a un elettrocardiogramma sotto sforzo?
Fonti:
gavazzeni.it
gvnet.it
humanitas.it
4 commenti
Buongiorno, io ho fatto l’esame dello sforzo è quando sono uscito dall’ospedale dopo 2 ore ho cominciato stare male poi in seguito arresto cardiaco per BRUGADA. Chiedo una domanda quando si fa l’esame dello sforzo bisogna stare in osservazione per precauzione? entrato 2 giorni prima al PRONTO SOCCORSO pe dolore toracico?
Grazie.
Ciao Andrea, ci dispiace molto per le difficoltà che hai incontrato. Come team di InSalute, non possiamo fornire indicazioni mediche personalizzate o consigli specifici sulla tua situazione. È importante ricordare che ogni persona è unica e le valutazioni mediche devono essere effettuate da professionisti esperti. Ti consigliamo vivamente di consultare un medico competente o di parlare con il personale sanitario che ha eseguito l’esame dello sforzo per discutere delle tue preoccupazioni e porre loro la tua domanda specifica riguardo alla necessità di osservazione dopo l’esame. I medici sono in grado di valutare la tua storia clinica completa, i risultati degli esami e i sintomi che hai sperimentato per fornirti le indicazioni adeguate alle tue necessità. Ti incoraggiamo a cercare un parere medico professionale per ricevere le risposte di cui hai bisogno e affrontare al meglio la tua situazione. Ti auguriamo una pronta guarigione.
E’ possibile che il falso positivo si presenti perchè la prova da sforzo è stata eccessivamente spinta al limite?
Salve Grazie, ci dispiace ma non possiamo rispondere alla domanda che ha posto, le suggeriamo di consultare il suo medico di fiducia.