A tutti noi può capitare di avere difficoltà a esprimere sentimenti negativi come la rabbia o la frustrazione. In alcune persone, però, questo comportamento si ripete costantemente nel tempo: il disturbo passivo-aggressivo era quindi stato classificato nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), che fornisce criteri diagnostici per le condizioni di salute mentale. Negli anni Novanta, infatti, era infatti diagnosticato come un comportamento patologico. A seguito di critiche da parte di esperti e delle revisioni, negli aggiornamenti dell’ultima edizione, è stato eliminato, poiché i criteri diagnostici non sono definiti con chiarezza e mancano sufficienti ricerche a riguardo.
Oggi, quindi, si parla di personalità passivo aggressiva e non più di disturbo: in questo articolo vedremo quali sono le sue caratteristiche, da cosa possono dipendere questi comportamenti e quali sono le strategie migliori da adottare quando si ha a che fare con una persona che li manifesta.
Personalità passivo-aggressiva: come si riconosce?
Come abbiamo ricordato, oggi non si effettuano più diagnosi di disturbo passivo-aggressivo. I tratti caratteristici non sono considerati patologici, ma possono diventarlo in alcuni casi, quando determinano l’atteggiamento costante e reiterato di una persona. Si parla quindi di personalità passivo-aggressiva, facendo riferimento a chi ha difficoltà a esprimere e a gestire direttamente i sentimenti di rabbia, frustrazione, delusione.
Comunicare in modo passivo-aggressivo, di tanto in tanto, può capitare a chiunque: è ciò che accade, per esempio, quando rispondiamo a una provocazione negando che le nostre affermazioni avessero il senso recepito dall’interlocutore (“ti sbagli”, “hai capito male”, “non intendevo quello”). Per alcuni, però, questa è la sola modalità possibile: nella personalità passivo-aggressiva prevalgono chiusura e silenzio, accompagnati dal vittimismo e da una serie di atteggiamenti negativisti che si ripetono nel tempo.
L’aggressività passiva spesso comporta:
- amarezza, ostilità o risentimento verso le richieste di altre persone
- atteggiamento cinico e testardo
- ritardare o commettere errori di proposito sul lavoro
- tendenza a mettere il broncio o restare in silenzio quando le cose non accadono come pianificato
- abitudine di incolpare gli altri per i problemi
- lamentele frequenti per sentirsi non apprezzati, incompresi o ingannati
- tendenza a rimandare ciò che non si vuole fare
- abitudine di fare critiche vaghe che non sono dirette a nessuno in particolare.
La persona tende a non dire apertamente che non è d’accordo o che non vuol eseguire un compito, dimostrandosi affabile (è questa la componente passiva), ma poi, nei fatti, dimostra aggressività e rabbia: non rispetta gli accordi presi, si lamenta delle critiche ricevute, a suo dire, ingiustamente, dà la colpa agli altri per qualunque fallimento, si sente sfortunato e preso di mira da tutti.
Ciò che emerge, quindi, è una sorta di scollamento tra parole e azioni: la persona passivo-aggressiva potrebbe affermare di essere uscita di casa per un appuntamento, ma poi arriverà in ritardo; potrebbe accettare un impegno e ribellarsi, per poi cambiare idea, scusarsi e portarlo a termine.
La personalità passivo-aggressiva nelle relazioni
Il comportamento passivo-aggressivo si manifesta anche nelle relazioni, con delle evidenti difficoltà comunicative nei confronti del partner. La persona, infatti, tenderà a sminuire qualunque problema e ad affermare che va tutto bene, ma poi resterà in silenzio o compirà un’azione che dimostra l’esatto contrario. Troncare un rapporto, per esempio, può essere molto difficile: il passivo-aggressivo potrebbe non dire mai che vuole farlo, ma potrà smettere di rispondere al telefono, negarsi, comportarsi in maniera sgradevole tanto da spingere l’altra persona a interrompere la relazione.
Quali sono le cause del comportamento passivo-aggressivo?
Non sono ancora chiare tutte le dinamiche che portano a sviluppare comportamenti passivo-aggressivi, tuttavia gli esperti sono d’accordo nell’affermare che i modelli avuti durante l’infanzia rappresentino un fattore importante, sebbene non sia l’unico. Tra le cause dell’aggressività passiva possiamo trovare:
- un ambiente familiare in cui sono presenti comportamenti aggressivo-passivo, dove esprimere la rabbia è considerato sbagliato, non accettato socialmente, ed è quasi impossibile dire di no;
- la paura del rifiuto o dell’abbandono, che può svilupparsi in seguito a una violenza o a un trauma subiti sia da piccoli che da adulti.
Tutto ciò determina la necessità di mantenere il controllo, il forte timore del conflitto e la conseguente difficoltà a esprimere emozioni e sentimenti. Per queste persone, quindi, il senso di frustrazione che deriva dal dover portare a termine un compito di cui non si ha voglia appare inaccettabile, ma contemporaneamente per loro non è possibile condividere ciò che si prova rispetto a quella situazione, perché potrebbe danneggiare l’amicizia, la relazione o il rapporto di lavoro. Per evitare critiche e conflitti, quindi, non esternano le proprie opinioni e, spesso, non riescono a riconoscere le emozioni indesiderate, scegliendo invece di reagire con aggressività fisica o verbale, perché si sentono sotto attacco.
Come rispondere al comportamento passivo-aggressivo?
Abbiamo visto quali sono le caratteristiche della personalità passivo-aggressiva, ma come ci si può relazionare con chi la manifesta? Se un amico o un partner mostra questo tipo di atteggiamenti in maniera costante, può generarsi una certa tensione nel rapporto, per cui è sempre bene affrontare il problema in modo diretto, soprattutto se c’è confidenza con l’altro. Per prima cosa, bisogna evitare qualunque frase che possa far sentire la persona presa di mira, giudicata o sotto esame: è bene, invece, chiedere come si sente rispetto alla situazione, se ha un’alternativa che ritiene migliore rispetto a quanto proposto, ricordando sempre che condividere ciò che si prova non è sbagliato e che si può esprimere anche il disaccordo. Occorrono pazienza e la volontà di lasciare spazio, senza pressare inutilmente poiché non porterebbe a nessun risultato, ma solo a una chiusura ulteriore. Per superare la rabbia repressa e affrontare ciò che ha portato a sviluppare un comportamento passivo-aggressivo, inoltre, può essere prezioso l’aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Avete esperienza di comportamenti passivo-aggressivi nelle persone che conoscete?
5 commenti
Purtroppo è difficile aiutare queste persone perchè non riconoscono di avere bisogno di aiuto. Sono convinti che siano gli altri ad essere sbagliati. Si comportano da vittime così da essere compatite. In realtà sono molto aggressivi, specialmente all’interno delle mura domestiche.
Penso di avere individuato qualcuna delle caratteristiche appartenenti al mio partner. Quello che cerco di fare è proprio di incoraggiare al pensiero che condividere ciò che si prova non è sbagliato, ma di risposta ho silenzio la maggior parte delle volte, altrimenti risposte vaghe “cercherò, proverò..”. L’idea di un professionista so già che è da escludere per reazione che mi aspetto, anche se di mio glielo consiglierei subito. Questo tipo di personalità può rappresentare davvero un limite per la coppia? O spetta a me la fatica di “capire”?
Ho letto con molto interesse questo articolo
purtroppo ho avuto a che fare ( e tuttora) con 3 persone a me molto vicine di questo tipo. E’ davvero durissima la gestione del rapporto, la pazienza necessaria e la capacita’ di sbloccare la chiusura. A mio avviso solo la psicoterapia puo’, ma di solito manca assolutamente la intenzione, da parte di questi soggetti, di ammettere e soprattutto chiedere aiuto
grazie
mt
Semplicemente, mi riconosco in pieno su quanto detto, sono un passivo aggressivo…!!!
Sono un passivo aggressivo, mi riconosco in pieno su quanto detto, purtroppo…!!