In questo contesto si collocano la Giornata Mondiale del Malato che si svolgerà l’11 febbraio e le molte iniziative, a più livelli, che hanno fatto della tutela dei diritti del malato la propria ragion d’essere. Purtroppo, infatti, i casi di malasanità, più o meno gravi, che leggiamo sui giornali, fanno sì che questo principio non sia sempre applicato.
È fondamentale, dunque, tenere gli occhi aperti e informarsi approfonditamente su quali siano i propri diritti, sugli strumenti che abbiamo a disposizione per salvaguardare la nostra salute e su chi sia la figura più adatta a supportarci, se dovessimo trovarci in difficoltà.
Malasanità: gli strumenti utili per tutelarsi
Come segnalare un problema all’ospedale?
Dal momento che, come già ricordato, il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione, è proprio la legge il primo strumento che regola la procedura per segnalare disfunzioni e disservizi. In particolare, l’insoddisfazione per le cure, il trattamento o le condizioni igieniche di un ospedale vanno segnalate, almeno in prima battuta, all’URP ovvero l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dello stesso nosocomio.
La segnalazione può avvenire telefonicamente, di persona oppure via fax in base alla tipologia di problema da segnalare. Ciò che non si può dimenticare è raccogliere tutto il materiale sanitario del caso perché sarà utile per supportare la richiesta. A questo punto, la procedura prevede la stesura di una formale richiesta scritta a cui seguirà l’apertura di un’istruttoria da parte dell’operatore dell’URP.
La legge prevede che venga recapitata una risposta al richiedente entro 30 giorni dalla segnalazione, a cui se ne possono aggiungere 15 nel caso in cui siano necessari ulteriori accertamenti. L’attesa può variare in base alla gravità del problema segnalato, contemporaneamente l’URP ha tuttavia l’obbligo di mantenersi in contatto con il cittadino che ha avanzato la richiesta, tenendolo aggiornato sullo stato della pratica.
Quando la risposta è pronta, toccherà nuovamente all’Ufficio contattare l’utente per comunicargli il responso, concordato e controfirmato dal Direttore Sanitario o Amministrativo dell’ospedale. Se l’esito non sarà ancora soddisfacente, esiste la possibilità di procedere per vie legali con il supporto di un avvocato per perorare la causa.
L’azione legale, come accade in molti ambiti, non si risolve mai in breve tempo. Di conseguenza, è sempre consigliato valutare attentamente il proprio caso, anche consultandosi con il proprio medico di fiducia o con un avvocato. Se si decide di procedere, la prima azione compiuta è la perizia che dev’essere effettuata nella maniera più accurata possibile. Infatti, proprio ciò che emerge, dipenderà il futuro della segnalazione e si deciderà se procedere nell’ambito della giustizia civile, di quella penale o di entrambe.
La valutazione dell’eventuale violazione dei diritti del malato spetta agli specialisti medico-legali, tuttavia i medici consigliano, durante il ricovero o prima delle operazioni, di verificare che siano fornite loro in maniera esaustiva le informazioni sui rischi in cui si potrebbe incorrere, anche in relazione all’età del paziente e al suo stato di salute. Inoltre, è buona prassi richiedere la carta dei servizi dove possiamo trovare molte indicazioni utili.
Il difensore civico
Istituito per legge in ogni Regione, il difensore civico può svolgere una funzione utile per chiarire se la situazione in cui ci troviamo rappresenta una violazione dei diritti del malato oppure no. In particolare, accoglie le richieste dei cittadini che hanno bisogno di informazioni e le segnalazioni di situazioni di malasanità particolarmente gravi o diffuse.
Il difensore civico interviene dopo che sono stati già fatti dei tentativi per risolvere il problema: a quel punto si può procedere con una richiesta di informazioni o direttamente con il reclamo contattando il garante telefonicamente, via lettera, via email o direttamente presso l’ufficio della Regione di residenza, previo appuntamento.
Ciascuna istanza viene esaminata e la risposta conterrà le strade percorribili e la struttura e il tipo di consulenza più adatta a risolvere il problema.
La Carta dei diritti del malato
Con l’obiettivo di informare il cittadino sui diritti di cui gode, è stata promulgata la Carta europea dei diritti del malato. Il decalogo, promosso nel 2002 dall’Active citizenship network, una rete di 12 organizzazioni civiche attive all’interno dell’Unione Europea, mira a garantire un “alto livello di protezione della salute umana”. Fa riferimento non solo alle legislazioni nazionali, ma anche alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea valida in tutti gli stati membri.
Il documento non è vincolante in sé e per sé, tuttavia un numero sempre maggiore di ospedali ha scelto di aderire alla Carta, sostenuta, in Italia, da Cittadinanza attiva, associazione partner del gruppo promotore. Tempo, fiducia, certezza, ma anche informazione, documentazione sanitaria, sicurezza: i principi enunciati mirano a tutelare il soggetto a tutto tondo. Particolarmente importante è osservare come si richiede al servizio sanitario di proteggere ogni essere umano che, a causa del suo stato di salute, si trova in una condizione momentanea o permanente di debolezza, assicurandogli tutta l’assistenza di cui ha bisogno.
Sempre in ottica inclusiva, la Carta ribadisce che ogni cittadino ha diritto di trovare nei servizi sanitari operatori e strutture che agiscano secondo un obiettivo: farlo guarire e migliorare comunque il suo stato di salute. Supportato dalla famiglia e, eventualmente, da associazioni non profit e di volontariato, il malato dev’essere libero di mantenere una propria sfera di decisionalità e responsabilità in merito alla propria salute e alla propria vita.
Viene enunciato esplicitamente anche il diritto alla riparazione dei torti subiti, in tempi brevi e in misura congrua, e si conclude con un principio fondamentale: il diritto al futuro. Non importa la gravità della diagnosi, ciascuno dovrebbe poter trascorrere il periodo della malattia conservando la sua dignità, soffrendo il meno possibile e ricevendo attenzione e assistenza.
In alcuni ospedali pediatrici, è stata adottata una specifica Carta dei diritti dei bambini che integra queste disposizioni con le esigenze specifiche dei piccoli malati. Per esempio, viene sottolineata l’importanza della globalità delle cure affinché sia tutelato lo sviluppo fisico, psichico e relazionale del minore.
Sempre al nostro fianco: le associazioni, le assicurazioni e il “Tribunale del malato”
Negli ultimi anni sono cresciute le organizzazioni e le associazioni pronte a supportarci nei casi di malasanità e ad agire affinché i diritti del malato vengano rispettati a livello globale. Abbiamo già menzionano Cittadinanza attiva che, oltre a farsi promotrice della Carta dei diritti del malato nel nostro Paese, ha istituito nel 1980 il “Tribunale del malato”.
Si tratta di un gruppo di oltre 10.000 volontari distribuiti in tutta Italia che promuove attività di sensibilizzazione per far fronte a problemi collettivi come i tempi di attesa o i costi della sanità. Inoltre, un presidio dell’associazione è presente in molti ospedali. Lo scopo è raccogliere le segnalazioni dei cittadini che vengono visionate gratuitamente da un medico oppure da un avvocato.
Un’altra associazione ben radicata che si occupa della tutela dei diritti del malato è A.VE.M., associazione per le vittime di errori medici, attiva dal 2002. La peculiarità di questa realtà è che segue e assiste il cittadino nell’intero procedimento fino alla conferma o meno del caso di malasanità.
Per assicurarci una cura di qualità, una strategia alternativa è quella che prevede il ricorso alla sanità integrativa. In un contesto protetto, dove vi è anche un occhio di riguardo ai costi delle cure, non manca di certo l’impegno a rispettare i diritti del malato né la volontà di istituire un rapporto di fiducia con chi si affida ai medici e alle strutture convenzionate.
6 commenti
molto interessante. ho avuto molto informazioni su diritti che non sapevo
persone a cui posso rivolgermi
Buongiorno Marianna, siamo felici di esserti stati utili 🙂
Articolo interessante e ben fatto concordiamo nell’avere (se si percorre la via legale) una perizia fatta da un medico legale in modo accurato e approfondito a tutela del paziente stesso che si reputa vittima di malasanità.
Sono vittima errore medici sono malata onlogica pneumologica errore hanno fatto è Manno cambiato diagnosi ho tutto la prova cartella clinica riferito chiedo aiuto urgente febbre continua perdendo equilibrio eschimia cerebrale emmoraggia tiroide parotide linfonodi mammalla,ecc aspetto risposta grazie
Buonasera Jalila, ci dispiace molto che tu stia male. Purtroppo ci è difficile capire esattamente cosa sia successo e quale sia l’errore medico in questione, perché non conosciamo esattamente il tuo caso clinico. Se però sei certa che sia stato fatto un errore, come spieghiamo nel nostro articolo, dovresti rivolgerti all’URP, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, dell’ospedale in cui sei stata curata.
Grazie per averci scritto, speriamo davvero che vada tutto per il meglio e ti auguriamo di guarire prima possibile.
Buona serata, a presto 🙂
Mio fratello ricoverato per peritonite e operatori d’urgenza ha subito effetti collaterali un ictus e adesso dopo 15 giorni dall’intervento ha una forma febbrile da almeno quattro giorni temo per la sua salute graziecosa posso fare