Alla luce di questi dati, proviamo ad analizzare le ragioni che tengono gli italiani lontano dai medici e cerchiamo di capire quanto l’abitudine a controlli periodici incida sulla qualità di vita e sulla salute.
Costi della sanità: i dati dell’Istat
Per la prima volta, l’Istat ha reso pubbliche le stime a proposito della spesa sanitaria nel nostro paese, analizzate nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2016. Ciò che emerge, oltre al dato generale a cui abbiamo fatto riferimento nell’introduzione, è che l’elemento che incide maggiormente è l’assistenza per cura e riabilitazione che supera gli 82 miliardi di Euro e rappresenta il 5% del Pil. A seguire, prodotti farmaceutici e altri apparecchi terapeutici superano i 30 miliardi di euro, mentre gli ospedali restano i principali luoghi della sanità in Italia: secondo l’Istat, infatti, incidono per il 45,5% sul totale della spesa sanitaria.
L’istituto di ricerca compara, poi, i dati italiani con quelli degli altri paesi europei: è interessante rilevare come nel nostro Paese si spendano, a livello statale, circa 2.400 euro per abitante, mentre nel Regno Unito, in Francia e in Germania la cifra pro capite salga tra i 3.000 e i 4.000 Euro. In Italia, quindi, si spende di meno, ciò implica che si spenda meglio? Il crescente ricorso alla sanità integrativa, la parziale attenzione alla prevenzione e il peso che le questioni legate alla salute hanno sul portafoglio degli italiani sembrano rispondere di no, ma vediamo più nello specifico quanto costa agli italiani prevenire e che soluzioni esistono a disposizione per risparmiare, senza però rinunciare alla salute e alla prevenzione.
La prevenzione può salvarci la vita?
“La prevenzione è uno dei tasselli più importanti per potersi garantire una salute duratura: purtroppo stiamo registrando nel sistema Italia un allontanamento da queste buone tecniche, sia nel pubblico che nel privato”. Fiammetta Fabris, amministratore delegato di UniSalute, già direttore generale, individua in questa intervista il nocciolo della questione: sottoporsi a screening e controlli periodici è una delle buone pratiche di chi ha a cuore il suo benessere, ma per vari motivi oggi gli italiani non la considerano una priorità. Eppure i vantaggi sono essenziali: esami non complicati come quelli cardiovascolari o per la misurazione del colesterolo sono basilari per la prevenzione di svariate patologie. Danno delle risposte importanti, “con le quali – dice Fiammetta Fabris – si affrontano meglio sfide e situazioni”.
Mangiare correttamente e svolgere attività fisica regolare, come abbiamo spiegato nel nostro decalogo del benessere, sono regole fondamentali per allontanare rischi da patologie, ma può anche non bastare: insieme a uno stile di vita sano, le armi più importanti in possesso di chi vuole stare bene e vivere più a lungo possibile sono proprio controlli e screening, che devono avere caratteristiche diverse in relazione al sesso, all’età e agli stili di vita.
Come abbiamo detto a proposito della prevenzione dei tumori femminili infatti, la diagnosi precoce spesso può addirittura salvarci la vita, perché permette di individuare eventuali formazioni in fase iniziale, di diminuire i tempi di cura e gli effetti collaterali delle terapie.
La sfiducia degli italiani nei confronti dei medici
Che Italia la cultura della prevenzione non sia radicata è un dato di fatto: un italiano su 5 nel 2015 non si è sottoposto a visite mediche a causa delle tariffe, il 42% invece dice di aver fatto solo quelle strettamente indispensabili quando ne ha avuto davvero bisogno, rinunciando perciò a controlli di carattere preventivo.
Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, che da 20 anni si occupa di prestazioni integrative in ambito salute e di promuovere l’importanza della prevenzione medica. Numeri significativi, che danno un’idea della sfiducia generalizzata nelle prestazioni mediche, sia pubbliche che private.
La percezione di quasi la metà degli intervistati (46%) è che i costi della salute siano aumentati, senza distinzioni tra pubblico e privato: in particolare le visite specialistiche, quelle che hanno subìto i maggiori rincari, sono state snobbate dal 71% del campione interpellato.
Un’indagine svolta da Altroconsumo, inoltre, evidenzia il concreto divario che si è insinuato tra medico e paziente: il 34% degli assistiti, per esempio, sostiene di seguire in maniera rigorosa le indicazioni fornite dagli specialisti, mentre solo il 9% di essi ci crede. Inoltre, un medico su 5 è convinto di comprendere a fondo le problematiche del paziente che, al contrario, si sente generalmente non capito: solo l’8% degli assistiti si dichiara “compreso” dal proprio medico.
La situazione è ancor più preoccupante se si punta l’attenzione su farmaci e sintomi: l’86% dei medici ritiene essenziale essere informato sui medicinali assunti autonomamente, ma solo il 19% dei pazienti è trasparente su questo punto; mentre sono solo 3 su 10 gli assistiti che compilano una lista sincera ed esaustiva dei sintomi che accusano, attività fondamentale per giungere ad una diagnosi efficace, almeno per il 60% degli specialisti.
Quanto al futuro, il 16% del campione di italiani interpellato da UniSalute si sente già di escludere di potersi permettere le visite mediche, mentre il 52% dichiara che continuerà a fare solo quelle strettamente necessarie. Controlli banditi, dunque, se non urgenti: proprio l’opposto di quanto si dovrebbe fare secondo le buone pratiche della prevenzione.
Costi degli esami medici e delle visite specialistiche: una questione “privata”?
Eppure, come visto in apertura, gli italiani si trovano comunque costretti a spendere molto per la propria salute e a farlo privatamente, spesso proprio per acquistare farmaci o accedere a cure per patologie previste. Nondimeno, il 63,4% degli italiani si dice insicuro rispetto alla copertura sanitaria futura, mentre il 54% indica come priorità la riduzione delle liste di attesa.
Il quadro, dunque, è completo. Sono essenzialmente due le cause del mancato ricorso alla prevenzione: la scarsa educazione a questa pratica e la crisi che l’Italia sta vivendo. Ma a queste motivazioni va aggiunta anche la sfiducia nella sanità pubblica: tempi lunghi e una sensazione generalizzata di scontento.
“Purtroppo – aggiunge Fiammetta Fabris – in Italia non esiste ancora una radicata cultura della prevenzione. Sicuramente le spese mediche possono rappresentare una voce importante nel bilancio di una famiglia, ma crediamo che il mercato della sanità integrativa offra già soluzioni che permettano di non rinunciare a controlli e cure di qualità con risparmio sui costi”.
Fondi e assicurazioni: prevenire risparmiando
Una soluzione intelligente, che permette di avere un occhio per la prevenzione e uno per il portafogli, potrebbe essere dunque una polizza assicurativa, che permette di risparmiare sulle tariffe di visite, esami e screening, e di predisporre un piano di controlli, sempre a costo agevolato, consigliato da esperti a seconda delle esigenze. Un modo per trasformare una spesa necessaria in investimento sul futuro.
Ma non si tratta della sola opzione che abbiamo a disposizione: infatti, non tutti sanno che servizi in ambito sanitario possono essere inclusi all’interno dei piani di welfare aziendale, soluzioni che, anche grazie agli sgravi fiscali previsti dalla legge, sono sempre più diffuse anche in Italia. Direttamente nel proprio contratto di lavoro possono essere inclusi piani sanitari aziendali, soluzioni particolarmente vantaggiose per il rimborso delle spese mediche, assicurazioni sanitarie vere e proprie, e anche fondi e casse sanitarie integrative.
Le soluzioni, dunque, per far sì che la prevenzione si trasformi in una buona pratica concreta e quotidiana ci sono, così come esistono proposte personalizzate e personalizzabili sia per privati che per aziende come quelle promosse da UniSalute Servizi e dal suo marchio SiSalute. Anni di esperienza proprio nel settore della sanità e della salute fanno sì che conoscano, infatti, le reali esigenze degli italiani e quali sono effettivamente i servizi più richiesti: siete d’accordo?
Fonti:
– Istat
– AltroConsumo
– Osservatorio UniSalute
Articolo scritto con il contributo di Renzo Sanna
2 commenti
Bravissimi
Grazie Claudio, siamo felici che tu abbia trovato utile il nostro articolo. 🙂