In Italia quello giornaliero è mediamente 10,6 g negli uomini e 8,2 g nelle donne. Peccato, però, che secondo l’OMS il consumo di sale al giorno non dovrebbe superare i 5 grammi (pari a 2 grammi di sodio).
Perché è importante ridurlo? Perché il sale notoriamente correla con molte patologie, come ipertensione, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, obesità, osteoporosi e cancro, in particolare all’apparato digerente. Il sodio, in particolare, attiva l’angiotensina, una proteina che stimola la vasocostrizione aumentando quindi la pressione sanguigna.
Come possiamo imparare a ridurlo, senza però rinunciare al gusto? Ecco alcuni consigli. Innanzitutto, provate a diminuirlo gradualmente, per adattare il palato ad un gusto nuovo, e avvicinatevi al mondo del non sale, imparando a insaporire i cibi con erbe, spezie, aglio, limone o aceto nelle insalate.
Attenzione ai più piccoli, si raccomanda di non aggiungere sale nelle pappe dei bambini, almeno per tutto il primo anno di vita. Ed in generale è sempre meglio educare i più piccoli al sapore autentico degli alimenti.
Un’ultima osservazione. Quando parliamo di sale, non si intende solo quello a tavola. La maggior parte di sale che introduciamo nella nostra dieta proviene dai prodotti che acquistiamo. Il consiglio è sempre quello: impariamo a leggere le etichette, dove devono essere riportati, in ordine decrescente, gli ingredienti, e scegliere i prodotti a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g (corrispondenti a 0.12 g di sodio).
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