Partiamo da alcuni dati. Sono 35 milioni gli italiani che abitualmente consumano alcol, tra vino, birra e superalcolici. Si stima che l’alcol sia responsabile di 17.000 decessi (principalmente fra tumori, incidenti stradali e complicanze da cirrosi epatica). Il problema è particolarmente rilevante fra i giovani, dove l’Italia è uno dei paesi europei in cui ragazze e ragazzi bevono più alcolici: il 42,3 per cento dei maschi e il 52,5 per cento delle femmine (11-25 anni) ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno, spesso lontano dai pasti e privilegiando birra e superalcolici.
Quanto alcol possiamo consumare in un giorno? Premesso che le variabili sono molte, rispetto all’età, al peso, alle singole caratteristiche individuali, è importante ricordare che l’organismo femminile, rispetto a quello maschile, risulta essere più vulnerabile agli effetti dell’alcol. Parlando di popolazione adulta le dosi raccomandate dall’OMS parlano di un’unità alcolica al giorno per le donne e due per gli uomini. Si tratta di un limite convenzionale al di sotto del quale i rischi sono ritenuti accettabili, anche se mai nulli. Ma a cosa corrisponde un’unità alcolica? Presto detto: 330 ml di birra (da 4,5°), un bicchiere di vino (gradazione media di 12°), 40 ml di superalcolici. Questa soglia scende quando parliamo di anziani (over 65), mentre l’alcol è da escludere per la popolazione più giovane.
Fonte:
fondazioneveronesi.it
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