Comprendere e gestire le proprie emozioni è sempre complicato, a qualunque età. Ma per i più piccoli può esserlo di più, soprattutto quando si tratta di emozioni forti come paura, preoccupazione e ansia. Di per sé l’ansia non è un’emozione negativa, ma può esserlo se le sue manifestazioni non vengono gestite, ascoltate o accolte adeguatamente dai genitori, diventando persistenti ed eccessive e compromettendo il benessere generale del bambino anche già in tenera età.
In questo articolo cerchiamo insieme di capire cos’è l’ansia e come riconoscerla nei bambini attraverso alcuni importanti segnali e sintomi, ma soprattutto come aiutare i genitori.
Cos’è l’ansia: emozione o disturbo?
L’ansia può essere definita come uno stato emotivo caratterizzato da paura intensa, preoccupazioni e apprensione che si manifesta anticipatamente di fronte alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso o a un evento negativo futuro, che non è presente e potrebbe accadere.
È bene specificare che l’ansia non è un fenomeno anomalo o sempre patologico. È un’emozione comune di base, come la paura, che innesca nella persona una serie di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche quando una situazione viene percepita come “pericolosa”. In una certa misura, l’ansia è fisiologica e ha la sua utilità: informa il nostro cervello che ciò che stiamo per affrontare può essere più o meno pericoloso o comunque importante (come un esame scolastico o un evento sportivo), predisponendo l’intero organismo in modo tale da anticipare e pianificare una risposta efficace a quella determinata situazione. Ad esempio, aumenta la frequenza del battito cardiaco e quella respiratoria per portare più ossigeno ai muscoli, migliorando così l’attenzione e rendendo il nostro corpo più efficiente e pronto a reagire. Provare ansia anche da bambini, quindi, è normale, ad esempio prima di una gara importante, di una verifica o un’interrogazione, oppure di una recita scolastica, e può aiutare i più piccoli a essere vigili e a migliorare la prestazione.
Ma come tutte le cose, troppa ansia può far male. In alcuni casi, infatti, può assumere connotazioni eccessive ed essere espressa attraverso comportamenti disfunzionali o inappropriati. Se uno stato d’ansia perdura oltre lo stimolo che l’ha innescata, ecco che assume una connotazione negativa in quanto va a compromettere la quotidianità. Facciamo un esempio: se dopo la conclusione di una verifica il bambino continua a rimuginarci sopra, ad avere grosse preoccupazioni, e magari arriva a non dormire la notte per i pensieri negativi e a manifestare sintomi fisici come nausea, mal di testa o altro, in questo caso l’ansia sta compromettendo la sua vita quotidiana.
Livelli intensi, elevati e frequenti di ansia, quindi, se non gestiti e trattati correttamente e magari sottovalutati dai genitori e dalle persone che si occupano del bambino, possono strutturarsi in un vero e proprio disturbo.
Le cause dell’ansia nei bambini
Purtroppo, i disturbi d’ansia tendono a esordire proprio nell’infanzia o nell’adolescenza e a persistere nel corso della vita, se non vengono riconosciuti e se non si interviene efficacemente. Ma quali sono le cause? Spesso non esiste “una” causa: i fattori scatenanti possono essere diversi. Ad esempio:
- fattori biologici e genetici: se uno o entrambi i genitori hanno sofferto o soffrono di ansia, il bambino potrebbe avere una predisposizione genetica. O ancora, alcuni problemi di salute importanti o alcune patologie (come il disturbo da deficit di attenzione o iperattività) possono scatenare stati d’ansia;
- fattori psicologici: è normale provare emozioni negative, ma se queste non vengono trattate correttamente o vengono considerate come “sbagliate”, il bambino può arrivare a manifestare ansia;
- fattori sociali, come la famiglia, la scuola, il circolo di amicizie e l’ambiente circostante in generale sono elementi fondamentali che incidono sullo sviluppo psichico del bambino;
- eventi stressanti come conflitti familiari, divorzi, la perdita di una persona cara, ma anche solo un trasloco o la nascita di un fratellino o di una sorellina;
- traumi, incidenti e abusi sono fattori importanti.
Ansia: quali sono i sintomi
Come anticipato, l’ansia agisce su differenti livelli – cognitivo, comportamentale e fisiologico – innescando reazioni e sintomi che incidono sui diversi apparati (soprattutto cardiovascolare, respiratorio e gastrointestinale).
A livello cognitivo possiamo riscontrare sintomi come preoccupazione intensa e persistente, scarsa concentrazione, problemi o vuoti di memoria, rimuginio di pensieri, presenza ricorrente di pensieri negativi.
A livello comportamentale, invece, sintomi come irritabilità, condotta da evitamento, difficoltà ad addormentarsi e agitazione psico-motoria.
A livello fisiologico, l’ansia può manifestarsi con:
- sensazione di irrigidimento
- tensione muscolare
- iper-sudorazione
- tachicardia
- sensazione di soffocamento
- secchezza delle fauci
- tendenza a urinare spesso
- tremore
fino a dolori al petto, brividi, spasmi, vertigini e altri sintomi più severi.
Come riconoscere l’ansia nei bambini?
Nei bambini, l’ansia si può manifestare in maniera differente e a seconda dell’età. Ma in generale, i segnali a cui bisogna prestare attenzione sono:
- eccessiva preoccupazione per l’andamento scolastico e le proprie prestazioni (ad esempio, a livello sportivo)
- paura, timore eccessivo e incontrollabile anche in situazioni “normali”
- preoccupazione costante e sproporzionata per il futuro o per eventi improvvisi
- tendenza a evitare determinate situazioni e atteggiamenti rinunciatari
- irrequietezza
- difficoltà di concentrazione e attenzione
- difficoltà a calmarsi
- problemi di sonno, agitazione notturna e incubi frequenti
- sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco o nausea, tendenza a urinare spesso
- difficoltà nella gestione delle emozioni, ad esempio con scoppi di pianto apparentemente senza motivo, crisi di rabbia o altre reazioni “esagerate”.
Ribadiamo che una certa dose di ansia è fisiologica e “normale”, anche nei bambini più piccoli. Diventa un problema quando questa è eccessiva e sproporzionata rispetto all’evento da affrontare, si manifesta anche al di fuori di esso, magari in momenti inappropriati, incide profondamente sulle normali attività quotidiane e perdura nel tempo.
Come aiutare i bambini con l’ansia?
Riconoscere l’ansia e le sue cause è tutt’altro che semplice. Spesso, infatti, soprattutto in tenera età, i bambini non sono in grado di esprimere a parole ciò che provano e il loro disagio e di conseguenza anche aiutarli può essere difficile. E anche i genitori, di fronte a un bambino in crisi, non sanno come affrontarlo.
Come possiamo aiutare i bambini a gestire l’ansia? Vediamo alcuni consigli su cose da fare e cose da non fare.
Cose da evitare:
- non agitarsi, ma mantenere il più possibile la calma: questo è fondamentale, in quanto i bambini percepiscono le emozioni dei genitori e ne vengono condizionati.
- non ritenere l’ansia come qualcosa di sempre e necessariamente tossico, dannoso, irrazionale e improduttivo: come visto, in una certa misura l’ansia è positiva e può aiutarci ad affrontare alcune situazioni di stress.
- Non ignorare, sminuire o criticare le emozioni che il bambino sta provando in quel momento, soprattutto quando si tratta di paura, preoccupazione o ansia, magari rimproverandolo o punendolo quando le manifestazioni sono “eccessive”.
- Non spiegare mai come ci si dovrebbe sentire: si può discutere sul comportamento (che si può correggere), ma non sull’emozione, né sulla persona.
- Non offrire soluzioni confezionate, perché ogni bambino e situazione è diversa.
- Non insegnare a reprimere l’ansia: se si cerca di reprimere le proprie emozioni o le sensazioni che si stanno provando in quel momento, c’è il rischio che queste diventino ancora più forti e ingestibili.
Cose da fare:
- spiegare al bambino che cos’è l’ansia e aiutarlo a dare un nome alle emozioni che prova, offrendo una guida per “addomesticarle” e non farsi travolgere. È importante parlare con lui per capire cosa sta succedendo e come si sente.
- Insegnare al bambino che anche le emozioni che possiamo percepire come negative o spiacevoli (ad esempio l’ansia) non sono sbagliate e possono invece essere un’opportunità di conoscenza di sé e di crescita personale.
- Mostrarsi disponibili all’ascolto e alla comprensione, ponendosi come un alleato con cui aprirsi e affrontare le situazioni anche più difficili.
- Empatizzare con il bambino e le sue emozioni, usando parole gentili e non giudicanti, ma al tempo stesso è importante comunicargli fiducia e aiutarlo ad acquisire maggior confidenza con l’incertezza. Sperimentare una certa dose di ansia, senza dargli subito delle rassicurazioni, gli permette di trovare nuove strategie per gestirla.
- Far comprendere che non bisogna evitare le paure, ma al contrario bisogna imparare ad affrontarle, seppure con cautela e gradualmente, per evitare condotte da evitamento.
- Aiutare il bambino a risolvere i problemi a trovare una soluzione, senza però sostituirsi a lui, in quanto è importante incoraggiarlo a essere autonomo.
Non solo: in generale, cercare di assicurare il più possibile un ambiente casalingo tranquillo e rilassante, ridurre le fonti di stress e incoraggiare a uno stile di vita sano, con un’alimentazione bilanciata e attività fisica regolare, può aiutare il bambino a vivere una vita serena e senza ansia.
In ogni caso, se temete che il vostro bambino soffri di disturbi di ansia che interferiscono con il suo benessere e la sua serenità, è fondamentale chiedere un supporto e rivolgersi a un professionista qualificato in igiene mentale e specializzato in età evolutiva. Iniziare un percorso diagnostico e psicotepeutico è essenziale per provare a rintracciare la causa scatenante dell’ansia, alleviare i sentimenti di angoscia e preoccupazione e, soprattutto, imparare a gestirli quando arrivano, senza esserne sopraffatti.
Fonti:
centroterapia.it
uppa.it
ospedalebambinogesu.it
msdmanuals.com
grupposandonato.it
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