L’alveolite dentale è una complicanza piuttosto rara che si può verificare dopo l’estrazione di un dente. Si chiama così proprio perché comporta un’infiammazione dell’alveolo, cioè della cavità ossea in cui si trovano le radici dei denti.
Si tratta di una problematica con una bassa incidenza, ma è legittimo, se dopo un intervento odontoiatrico si avvertono forti dolori e fastidi costanti, domandarsi se si tratti di alveolite e rivolgersi sempre al proprio dentista di fiducia.
In questo articolo parleremo di questa patologia, oltre a condividere con voi una serie di consigli molto utili per prevenirla ed evitarla.
Cos’è l’alveolite dentale?
L’alveolite dentale può essere definita come un’infezione localizzata e reversibile che si verifica in genere dopo l’estrazione di un dente, di solito entro le 24-72 successive.
Per capire la causa di questa patologia, bisogna sapere che dopo un’estrazione dentale si produce un coagulo di sangue nella fessura che viene lasciata libera.
Il coagulo aiuterà a proteggere l’area trattata, ma se non si dovesse formare o si rompesse, l’alveolo sarà esposto, dando così libero accesso ai batteri e a qualsiasi agente esterno che potrebbe causare infezioni.
Si stima che la probabilità di soffrire di alveolite dentale dopo un’estrazione vada dall’1 al 3%; nel caso in cui l’intervento riguardi i denti del giudizio, la probabilità è più alta (tra il 20% e il 30%).
Sintomi dell’alveolite dentale
Il dolore acuto è senza dubbio il sintomo più evidente dell’alveolite dentale: questo dolore può comparire, come dicevamo, entro le 24-72 ore dall’intervento odontoiatrico.
Dopo un’estrazione è del tutto normale avvertire disagio o dolore nella zona interessata dall’intervento, ma nel caso il fastidio sia acuto e persistente è probabile che si tratti di alveolite ed è importante rivolgersi immediatamente a uno specialista, che saprà come arginare il problema.
Un altro sintomo comune dell’alveolite dentale è la presenza di un cattivo sapore nel cavo orale, che può portare ad un’alitosi temporanea.
In sintesi, i sintomi più evidenti dell’alveolite dentale sono:
- dolore acuto nella zona dell’estrazione;
- dolore alla mandibola;
- cattivo gusto in bocca;
- alitosi.
Trattandosi di un’infiammazione, possono presentarsi anche alcuni sintomi secondari, soprattutto se l’alveolite è particolarmente grave, come:
- febbre;
- ingrossamento dei linfonodi;
- mal di testa.
Quali sono le cause dell’alveolite dentale?
Sulle cause legate all’insorgenza dell’alveolite le opinioni degli esperti sono varie. L’estrazione di un dente può di per sé essere considerata un evento scatenante, ma è la sua combinazione con determinati fattori di rischio che facilita l’insorgere di questa fastidiosa infiammazione.
Ecco quali sono i principali fattori di rischio:
- estrazione del dente particolarmente traumatica;
- applicazione di suture dopo l’estrazione (alcuni frammenti di cibo ingeriti dopo l’operazione potrebbero rimanere impigliati nei punti);
- infezione preesistente e non trattata del cavo orale;
- fumo;
- parodontite cronica (una malattia infiammatoria del cavo orale);
- l’uso di contraccettivi per via orale;
- scarsa igiene orale.
Tutte le condizioni sopra elencate aumentano la probabilità di contrarre un’alveolite dentale. Alcune di queste, come il fumo, ritardano la completa guarigione della ferita dopo l’estrazione ; altre, come i punti di sutura o la parodontite, aumentano il rischio di infezioni.
Diagnosi dell’alveolite dentale
La maggior parte delle diagnosi di alveolite dentale può essere svolta presso il proprio studio odontoiatrico di fiducia. Il professionista esaminerà il cavo orale e valuterà le condizioni della zona dolorante. La zona interessata da un’alveolite poco grave (che è anche la condizione più comune) si presenterà come gonfia, arrossata e dolorante al tocco.
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Nei casi più gravi, potrebbe essere presente anche della secrezione purulenta. Il pus, tuttavia, potrebbe far assomigliare l’alveolite a un’osteomielite (un’infezione ossea che si manifesta attraverso il dolore, la febbre e l’essudato purulento): in caso di dubbi, il dentista sottoporrà il paziente a una normale radiografia.
Come si cura l’alveolite dentale?
L’alveolite, nonostante il dolore che la caratterizza, è facilmente curabile e non ha conseguenze preoccupanti. Il trattamento terapeutico mira ad eliminare il dolore e favorire il graduale processo di guarigione dell’alveolo.
Oltre ai farmaci analgesici sistemici per alleviare il dolore, la terapia per il trattamento dell’alveolite segue i seguenti passaggi:
- rimozione di eventuali tessuti o residui di cibo presenti nell’alveolo;
- pulizia della parte interessata con acqua fisiologica o liquidi medici specifici;
- applicazione di una garza sterile.
La medicazione dell’alveolo deve avvenire frequentemente, soprattutto nei primi giorni di trattamento. Sarà il dentista a valutare la frequenza delle medicazioni in base alla gravità dell’alveolite.
Prevenire l’alveolite dentale
Prima dell’estrazione del dente è bene prestare particolare attenzione ad alcune buone pratiche odontoiatriche, che possono aiutare a prevenire l’insorgenza di un’alveolite dentale.
Innanzitutto sarebbe opportuno programmare, almeno un paio di settimane prima della procedura di estrazione, una seduta di igiene dentale profonda, per eliminare il tartaro e quindi ridurre il rischio di infezioni.
È consigliabile inoltre evitare di assumere, nei giorni precedenti l’intervento chirurgico, farmaci che potrebbero rallentare la guarigione delle ferite, come ibuprofene o aspirina.
Assolutamente da evitare il fumo e l’alcol, sia prima che dopo l’estrazione del dente. È importante anche prestare una maggiore attenzione alla propria igiene orale quotidiana: un consiglio utile non solo per prevenire le alveoliti dentali, ma che favorisce la generale salute dei denti.
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