Quali sono gli alimenti che stimolano la creatività?

Il cibo non soddisfa solo un bisogno primario, ma è fondamentale per il nostro generale stato di salute come strumento di prevenzione per molte malattie. Non solo, però: ciò che mangiamo influisce infatti anche sul nostro benessere in generale, sul nostro umore, sulla memoria e perfino… sulla creatività! Alcuni alimenti più di altri, infatti, contengono nutrienti preziosi che incidono su alcune capacità cerebrali, stimolando la concentrazione e la lucidità mentale necessaria allo studio e al lavoro, o ancora il pensiero creativo e divergente. 

In questo articolo, scopriamo dunque quali alimenti possono aiutare a stimolare la creatività, ma prima vediamo come funziona.

Cos’è la creatività e come nasce?

Una domanda interessante, ma a cui non è ancora stata trovata una risposta univoca: spiegare cos’è la creatività e come funziona è tutt’altro che semplice. Sono tanti, infatti, i tentativi di dare una definizione a questa facoltà mentale da parte di studiosi, psicologi e filosofi nel corso degli anni. Gli sforzi più importanti per definire la creatività in termini psicologici si devono però allo psicologo statunitense J.P. Guilford, che nel 1950 la considera come “la capacità di produrre elementi ideativi in elevato numero e in modo variato e di carattere inconsueto, di introdurre miglioramenti nella situazione, anche in assenza di un reale problema”. 

cibi acetone bambini

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Si tratta quindi di un processo che implica la creazione di nuove idee e nuovi concetti dal nulla, oppure nuove associazioni tra idee e concetti già esistenti e prima separati tra loro da cui scaturisce un’idea o concetto sorprendente e originale. Bisogna uscire dai consueti schemi mentali, creando o migliorando qualcosa in modo innovativo e guardando la realtà che ben conosciamo attraverso modalità diverse da quelle a cui siamo abituati. 

Creatività: emisfero destro o sinistro?

Il cervello è un organo complesso, la cui parte anteriore è divisa in due emisferi

  • il sinistro controlla il pensiero, la parola, la logica, il ragionamento matematico e l’attenzione al dettaglio;
  • il destro è invece la sede dell’immaginazione, del linguaggio non verbale, della visualizzazione, dell’intuizione, dei processi emozionali e così via.

Per molti anni, si è creduto che i due emisferi operassero non in sinergia e che quindi la creatività fosse una facoltà appartenente in maniera esclusiva all’emisfero destro: i creativi, quindi, usavano con predominanza l’emisfero destro, mentre le persone poco creative quello sinistro. 

Oggi, questa visione semplicista del cervello è stata superata: nessuna funzione cognitiva è mediata in modo esclusivo da una sola regione cerebrale. Tra gli studiosi ed esperti di oggi la tendenza è quella di considerare l’esistenza di diverse aree cerebrali, appartenenti sia all’emisfero destro che sinistro, che si attivano a seconda della natura del processo creativo in atto. La creatività si eserciterebbe quindi rafforzando l’interazione tra i due emisferi del cervello e attingerebbe contemporaneamente a dati reali e all’immaginazione, mettendo in campo l’interazione tra elementi cognitivi e affettivi, tra deduzione e intuizione, tra razionalità ed emozione.

Un altro aspetto interessante è che, fino a qualche anno fa, si credeva che la creatività fosse un’abilità innata all’uomo, un patrimonio esclusivo solo di pochissime persone (considerati “geni”). In parte è vero: la creatività appartiene all’uomo, seppur in quantità e modalità diverse, in maniera innata. Ma è altrettanto vero che può essere senz’altro acquisita, allenata e stimolata.

Come? Ad esempio, nei bambini può essere stimolata grazie al gioco attraverso materiale non strutturato e impostato: questo favorisce l’invenzione di giochi, storie, passatempi unendo elementi tra loro non connessi. Oppure, sia nei più piccoli che nei più grandi, attività come il disegno, la lettura, la scrittura, ascoltare musica possono essere utili per attivare la mente, creare nuove associazioni e quindi potenziali nuove idee.

Dopamina: la molecola della creatività?

Secondo alcuni studi, la dopamina potrebbe essere la chiave della creatività, da un punto di vista neurologico. Questo importantissimo neurotrasmettitore che regola diverse funzioni del cervello – tra cui le dinamiche dell’attenzione, il circuito della gratificazione, il controllo delle emozioni, degli impulsi e delle normali funzioni motorie – pare stimoli anche il pensiero creativo. 

Secondo alcuni studi effettuati sulla malattia di Parkinson, è stata individuata un’importante correlazione tra dopamina e creatività: somministrando il neurotrasmettitore a chi soffre di questa patologia attraverso la terapia dopaminergica, si è notato un aumento esponenziale della produzione creativa. La terapia sembra essere in grado di intervenire sui processi creativi, sviluppando capacità artistiche prima mai manifestatesi o alterandole, fino a livelli patologici e paranoici in caso di abuso di questi farmaci. 

Non solo, la dopamina è un elemento fondamentale anche nei circuiti cerebrali che regolano la motivazione, la ricompensa e la gratificazione, che a loro volta sono strettamente connesse con la creatività. È anche ritenuta responsabile dell’origine di stati d’animo positivi: facilitando il flusso di pensieri, determina associazioni mentali e alimenta la fantasia. 

Alimenti che stimolano la creatività:

colazione salata

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Come “alimentare” la creatività, dunque? 

Abbiamo visto come alcune attività possono aiutarci ad allenarla, ma anche la dieta è essenziale nel favorire la generazione di idee creative. Come? 

Il corpo produce dopamina scomponendo un amminoacido non essenziale importantissimo, la tirosina, che possiamo trovare in numerosi cibi. Ad esempio:

  • cibi ricchi di proteine, come prodotti derivati dalla soia, carne (in particolare pollo, tacchino, manzo, frattaglie), pesci grassi come salmone, pesce azzurro e frutti di mare, latte e nei suoi derivati (parmigiano e pecorino in primis), uova e legumi (soprattutto fagioli e ceci)
  • cereali, come farro, miglio e avena
  • anche nella frutta secca, in particolare arachidi e mandorle, e nei semi oleosi come quelli di sesamo e di zucca
  • e nella frutta e verdura di stagione, come spinaci crudi, banane, kiwi, arance, uva.

Abbiamo visto come la creatività sia associata anche ai pensieri positivi e al buonumore, per cui è indispensabile anche la serotonina, conosciuta come “l’ormone della felicità” e fondamentale per regolare il tono dell’umore. Non a caso, quando nel cervello si registrano alti livelli di serotonina e dopamina, si riscontra una maggiore produzione creativa.

Il precursore della serotonina è il triptofano, un altro amminoacido essenziale che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare, ma che deve essere assunto attraverso il cibo. Tra gli alimenti principali ricchi di triptofano troviamo:

  • cioccolato fondente
  • alga spirulina
  • latte e latticini, in particolare ricotta e yogurt
  • frutta secca, tra cui arachidi, mandorle, nocciole
  • legumi, in particolare ceci e fagioli
  • cereali come avena, grano e riso (preferibilmente integrali)
  • carne bianca, in particolare pollo e tacchino
  • uova
  • pesce (salmone, spigola, orata, sgombro) e frutti di mare
  • verdure, soprattutto quelle a foglia verde come spinaci, lattuga, cavoli, bieta
  • frutta, banane, datteri, kiwi e frutti arancioni e rossi che agiscono contro i radicali liberi.

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Come possiamo notare, molti degli alimenti sono comuni a entrambe le liste e contengono acidi grassi essenziali, vitamine del gruppo B importantissime per la salute cerebrale, ma anche vitamine A, C, D ed E, sostanze antiossidanti e proteine che sostengono la memoria e le facoltà cognitive.

In generale, l’indicazione è quella di seguire una dieta bilanciata e variegata sulla scia di quella mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali e legumi. Inoltre, per la creatività è importante evitare cibi eccessivamente lavorati, quelli ricchi di zuccheri e l’alcol.

Ovviamente, per dare uno slancio alla propria creatività, oltre a seguire una dieta equilibrata, è fondamentale affiancare alcune sane abitudini, come curare il proprio riposo notturno, praticare attività fisica regolarmente e dedicare il giusto tempo alla preparazione dei pasti. In chiusura, ricordiamo che è fondamentale rivolgersi sempre un professionista per studiare insieme una dieta corretta sulla base dell’età, delle proprie esigenze e stato di salute.

Fonti:

stateofmind.it

parkinson.ch

scienzavegetariana.it

 

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