È ormai riconosciuto il ruolo di dieta bilanciata e attività fisica per mantenere l’organismo in salute, ma i dati scientifici confermano come alcuni cibi e un miglioramento dello stile di vita possano trasformarsi in veri e propri fattori preventivi per patologie che, fino a solo pochi anni fa, non lasciavano scampo. È il caso di alcuni tumori femminili il cui tasso di mortalità è progressivamente calato, “il frutto di un lavoro importante – aggiunge Marco Bianchi ma c’è ancora molto da fare.”
Marco Bianchi, sei Food Mentor, volto televisivo e hai pubblicato ben 14 libri sulla sana alimentazione. Ora, per la prima volta, collabori con una compagnia di assicurazione sanitaria. Perché hai scelto di sostenere l’impegno di UniSalute nella diffusione di buone pratiche di prevenzione?
Marco Bianchi: “Semplicemente perché credo fortemente che la prevenzione sia l’unica arma per poter davvero fare del bene per noi stessi. Oggi dobbiamo lavorare sul domani e la prevenzione è l’unico aspetto su cui possiamo agire e farlo con coscienza e consapevolezza. Quando ho scoperto l’attività di UniSalute, ho trovato un progetto di tutela della salute completo in cui si parla di prevenzione da tutti i punti di vista e l’ho sposato ad occhi chiusi”.
Hai un diploma come Tecnico di Ricerca Biochimica presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRCCS), dopo il quale hai iniziato a lavorare presso l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM) di Milano. Oggi sei divulgatore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi. In che modo nel tuo percorso hai unito scienza e gusto?
M.B.: “Ho iniziato come tecnico di ricerca biochimica, ero appunto un ricercatore e lavoravo in laboratorio, accanto al paziente, ma in incognito. È stato naturale osservare come esistessero sempre più dati e prove scientifiche a dimostrazione del nesso tra stile di vita e salute. È vero che esistono anche altre componenti importanti, come quella genetica, tuttavia lo stile di vita è determinante perché è un aspetto su cui si può lavorare. Questa è stata una motivazione forte, che mi ha spinto a concentrami sulla divulgazione, individuando un bisogno che nasce dalle cartelle cliniche dei pazienti. Leggendole, mi sono fatto prendere la mano e il cuore: perché tante persone seguivano una dieta scorretta per poi stare così male? Sentivo di dover fare qualcosa, nel mio piccolo, e così ho iniziato con consigli e suggerimenti per migliorare le loro abitudini di vita.
Negli anni, ho scelto di concentrarmi sul rapporto tra gusto e salute, perché agli italiani piace mangiare e qui si potrebbe mangiare molto bene proprio a partire dai prodotti del territorio.
Abbiamo scoperto che la dieta mediterranea è ricca di moltissime funzionalità e potenzialità nutrizionali interessanti, era un peccato non farlo sapere! Così sono partito con un progetto in sordina, qualche post e qualche link. Solo dopo è nato un vero e proprio lavoro che mi dà oggi molta soddisfazione, perché c’è un legame fortissimo con il pubblico.
Sono colpito anche da come, ormai, l’Italia abbia capito come scienza e gusto vadano di pari passo. E lo noto sia nella grande azienda che produce biscotti o cracker rispettosi di un certo equilibrio nutrizionale che sui media dove trovo ci sia sempre più attenzione.”
Dopo aver promosso #TiriamoleFuori, campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al testicolo, porti avanti anche la campagna Pink is Good, per sostenere il lavoro dei ricercatori che dedicano la loro vita allo studio e alla cura del tumore al seno. UniSalute è da sempre convinta che prevenzione e cura passino anche attraverso una corretta informazione, per cui è fondamentale dare spazio ai dati e tenersi sempre aggiornati sui progressi in campo scientifico. Qual è lo stato attuale della ricerca, in particolare nei confronti dei cosiddetti big killers?
M.B.: “La buona notizia è che stiamo già annientando, poco alla volta, i famosi big killers. Il tasso di mortalità per via dei tumori è sceso, si sono allungate le prospettive di vita anche grazie alla prevenzione, e, in virtù della diagnosi precoce, è possibile individuare prima la malattia e non alimentare i tumori stessi. Non dimentichiamo che sia il movimento che l’alimentazione nella quotidianità fanno parte di questo gruppo di alleati, preziosissimi, che combattono i big killer.”
Oggi il cancro non è più la malattia che era fino a qualche anno fa, infatti secondo i più recenti dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), è una patologia prevenibile e in molti casi curabile, motivo per cui UniSalute sostiene e promuove iniziative ed eventi pubblici per diffondere la cultura dei corretti stili di vita. Non solo, oggi il cancro si può considerare una malattia cronica, come il diabete o le cardiopatie. Quali sono, secondo la tua esperienza, i passaggi e gli elementi fondamentali che hanno portato a questa “rivoluzione”?
M.B.: “Tutta la nostra classe medica ha scelto di portare alla luce una serie di evidenze scientifiche per le quali le terapie sono molto migliorate. Contemporaneamente, e finalmente, la nuova classe medica ha iniziato a parlare sempre di più di stili di vita, convincendo anche i colleghi più anziani di quanto lavorare su questo aspetto sia una priorità.
Dal lato del paziente, invece, il fatto di poter ricevere dal Ministero della Salute o da professionisti come divulgatori scientifici, medici o operatori sanitari delle informazioni attendibili ha attivato un passaparola virtuoso.
Mi accorgo che si sta lavorando molto in questo senso, perché sono molti i medici che mi scrivono e sfruttano i miei post o le mie pillole di salute per spiegare a tutti dei concetti fondamentali per mantenersi in salute. A mio avviso, il web ci sta aiutando e facilitando, ed è giusto parlare di una vera e propria rivoluzione che avviene in maniera molto veloce. Bastano poche parole per trasmettere messaggi molto chiari. Dal canto mio, mi sono accorto di come l’autorevolezza di ciò che spiego sia cresciuta con l’allargamento della community che è formata, oggi, da persone che si fidano.”
La comunità scientifica concorda sul fatto che il giusto apporto di fibre nell’alimentazione agisca come scudo contro le malattie croniche: perché questi nutrienti fanno così bene?
M.B.: “Tutto parte dell’intestino: la risposta immunitaria e anche quella antinfiammatoria. Quindi, meglio lo alimentiamo, più è felice. Le fibre, nello specifico, aumentano la massa fecale, danno un senso di sazietà anche quando mangiamo un po’ meno, riducono colesterolo, trigliceridi, zuccheri circolanti. Se, poi, siamo così bravi da introdurre probiotici (ovvero cibi che vanno ad alimentare il microbiota intestinale) contribuiamo a mantenere in maniera vitale i batteri buoni.
Dovremmo assumere ogni giorno 30 grammi di fibre, alternando e combinando cereali integrali e legumi, variando molto e prediligendo sempre il mondo vegetale. Ricordiamoci che nei pasti ci deve sempre essere un cereale integrale.
Durante la giornata, invece, suggerisco uno spuntino a base di frutta secca e poi almeno 3/4 pasti alla settimane di proteine vegetali, prevalentemente legumi. Senza dimenticare 3 porzioni di frutta fresca quotidiane dove ogni frutto ha un peso di circa 150 grammi. Di fatto dovremmo, quindi, consumare mezzo kg di frutta al giorno, ma non dobbiamo farci spaventare: un’arancia da sola già pesa 200 g, basta poco ad arrivare alla quota necessaria per l’organismo.”
UniSalute, grazie alla propria specializzazione sanitaria, si occupa da tempo di prevenzione primaria e corretti stili di vita. Sappiamo, infatti, che la prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare un tumore, in particolare per alcuni tumori femminili. Quali sono le buone regole di prevenzione del cancro?
M.B.: “Dal punto di vista alimentare, consiglio sempre di immaginare il proprio piatto del pasto diviso in quattro parti, di cui tre devono essere di origine vegetale e la quarta può essere anche di origine animale.
Una parte è composta da frutta, una da verdura, una a base di carboidrati semintegrali e una più libera che può essere a base di legumi, latte, formaggio fresco, pesce azzurro, oppure carne bianca. È necessario, invece, limitare la carne rossa (ovvero maiale, manzo, agnello e cavallo) che non deve superare i 500 grammi alla settimana, mentre a proposito delle carni bianche non c’è limite, perché non sono state dimostrate correlazioni con altre patologie. Infine, ricordo di prestare molta attenzione alle carni rosse processate, a insaccati e salumi: in questo caso, l’allarme suona oltre i 50 grammi settimanali.
Se queste sono regole che valgono per tutti, dal punto di vista della prevenzione al femminile, è importante sottolineare come la donna debba stare molto attenta al consumo di vino che alimenta questo tipo specifico di tumori, soprattutto quello alla mammella: “per questo andrebbe limitato a poche occasioni: se proprio è necessario, meglio che sia un solo bicchiere”.
Non denigriamo assolutamente né la frutta secca né la soia che sono protettive per la donna. È importante ribadire, infatti, che non esiste, attualmente, alcuna prova che questi alimenti siano cancerogeni. Ugualmente importanti sono fibre e omega 3, assunti attraverso frutta secca e pesce azzurro.”
Una cosa è la prevenzione, attraverso l’educazione a corretti stili di vita, altra cosa è la diagnosi precoce, attraverso esami e controlli, altrettanto fondamentali nella lotta al cancro. Il Ministero della Salute ha individuato tre programmi organizzati di screening, due dei quali specifici per la salute della donna. Quali sono i principali esami diagnostici femminili e perché ogni donna dovrebbe prestarvi attenzione?
M.B.: “Invito sempre tutte le donne ad ascoltarsi perché spesso siamo tutti troppo presi dalla frenesia quotidiana, dal lavoro, dalla famiglia, e ci trascuriamo. Invece, comprendere quanto non sta funzionando nel nostro organismo è fondamentale: parlo quindi dell’autopalpazione al seno, del monitoraggio del ciclo, della percezione di dolori, di linfonodi ingrossati o noduli.
Altrettanto importante è partecipare con costanza e attenzione ai programmi di screening che prevedono, per le donne, il PAP Test, il vaccino anti HP, soprattutto per le donne giovani, e la mammografia. Questi esami salvano la vita, e averli a disposizione, gratuitamente, è una grande fortuna. Partecipare è un piccolo gesto, ma che può fare concretamente la differenza.”
Proprio perché la prevenzione, al femminile, è una priorità assoluta, UniSalute promuove la campagna #DonneInSalute: un’occasione per approfondire, sul nostro blog e su quello di Marco Bianchi, questo argomento grazie ad approfondimenti, consigli e suggerimenti che, come ricorda il Food Mentor, possono fare la differenza, senza rimandare a domani la buona pratica che può fare bene alla nostra salute già oggi.
6 commenti
Marco è una bella persona ed unico nel suo genere per ora , noi lo seguiamo già da molto tempo nel suo blog è stata la mia signora a farmelo conoscere. buona fortuna Marco
Ma il vino rosso, escludendo i problemi derivanti dall’alcol, non ha funzioni protettive?
Ciao Domenico, l’alcool preso in modica quantità (1-2 bicchieri al giorno) è considerato da gran parte della classe medica, supportata da varie documentazioni scientifiche, benefico per il sistema circolatorio (con qualche dubbio) sia per il suo contenuto alcoolico (in genere non molto elevato e quindi non tossico) sia per la presenza di resveratrolo (che è un contenuto della buccia dell’uva e che ha effetti, antiossidanti ed antiinfiammatori specie a carico delle arterie), peraltro nei vini in quantità non molto elevate e quindi non sempre veramente utili.
Molto interessante, Marco lo seguo già da parecchio tempo ed è bravissimo
Buongiorno,ho da tempo un dolore strano alla sx della testa.Che analisi potrei fare per essere tranquilla che non ci sia nulla di grave?
Ciao Angela, dovresti consultare un neurologo, il quale ti suggerirà gli esami più opportuni per una precisa diagnosi: parecchie sono le cause di cefalee, anche se le più frequenti possono dipendere da infiammazione rachide cervicale ed emicrania.
Ti auguriamo di risolvere presto 🙂