Grazie alla plasticità di cui è dotato, tuttavia, il cervello può essere allenato proprio come un muscolo del nostro corpo, attraverso semplici esercizi di training. Vediamo insieme alcuni giochi di memoria per gli anziani, utili per aiutarli nella vita di tutti i giorni.
La memoria e le sue fasi di elaborazione
Secondo lo psicologo americano Endel Tulving, ricordare è come fare un viaggio nel tempo. Una similitudine checalza a pennello, dal momento che il ricordo segna il trascorrere della nostra vita e la continuità della nostra identità personale. Nel mondo animale, siamo gli unici esseri viventi in grado di rivivere il passato e proiettarsi verso il futuro.
La memoria è infatti un’abilità fondamentale, e può essere paragonata ad un grande magazzino che contiene informazioni raccolte e archiviate nel corso della nostra esperienza passata. La letteratura scientifica distingue tre diverse fasi di elaborazione mnestica:
- la fase di codifica: il messaggio viene inserito all’interno di informazioni precedenti e trasformato in un codice
- la fase di ritenzione: il ricordo viene consolidato e stabilizzato
- e infine, la fase di recupero: l’informazione viene richiamata dalla memoria a lungo termine per poterla utilizzare.
Memoria a breve e lungo termine: la differenza
Sentiamo spesso parlare di memoria a breve e lungo termine, ma cosa significa? Questa suddivisione riflette la classificazione della memoria in base alla durata del ricordo. Vediamo insieme quali sono le differenze più significative tra le due tipologie.
- La memoria a breve termine. Attraverso il processo mnemonico a breve termine, siamo in grado di immagazzinare ricordi e conservarli fino a pochi minuti. Se per esempio ascoltiamo un numero di telefono e lo codifichiamo in simboli, siamo in grado di ricordarlo per alcune decine di secondi.
- La memoria a lungo termine. Questo processo consente invece di immagazzinare le informazioni per lungo tempo (giorni, mesi, anni o tutta la vita). Se ripetiamo più volte, nel corso del tempo, il numero che abbiamo codificato, lo impareremo e saremo in grado di ricordarlo a lungo.
Invecchiamento mentale e perdita di memoria
Alcuni processi cognitivi di base, come l’attenzione e la velocità di elaborazione, con l’invecchiamento diventano lentamente meno efficienti e possono compromettere il funzionamento cognitivo generale, compresa la memoria e i suoi sistemi.
Tra le cause principali dell’invecchiamento mentale c’è la perdita dei neuroni nel corso del tempo: un fenomeno naturale, dovuto a un cambiamento fisiologico che si intensifica con l’età avanzata. Il patrimonio neurale di partenza si usa collocare in 100 miliardi di neuroni, cifra del tutto approssimativa, che include neuroni e cellule gliali, oltre a cellule poco influenti sui processi intellettivi come i neuroni del cervelletto.
La perdita neurale riguarda soprattutto alcune strutture come l’ippocampo e la corteccia prefrontale: nel giro dentato dell’ippocampo a 85 anni essa può arrivare al 30%, accompagnata da un assottigliamento della corteccia. Ma vi sono anche molte patologie che possono provocare disturbi della memoria, ad esempio l’ipertensione arteriosa, il diabete e il disordine della tiroide.
Giochi di memoria per gli anziani: gli esercizi per allenare la mente
Spesso si crede che il decadimento cognitivo sia inevitabile, ma la nostra mente è dotata di grande plasticità, che consente alle risorse cognitive di attivarsi attraverso procedure specifiche, come i training di memoria. La Scaffolding Theory of Aging and Cognition ha utilizzato l’immagine dell’impalcatura per evidenziare proprio la capacità che il cervello ha di riorganizzarsi.
In presenza di condizioni particolari, infatti, ad esempio quando apprendiamo nuovi concetti, vengono costruite delle “impalcature” che hanno l’obiettivo di far fronte ai cambiamenti legati all’età e di sviluppare nuove strutture celebrali.
Sfruttando questa capacità della nostra mente è possibile allenarla, attraverso il training cognitivo: una “ginnastica mentale” composta da semplici esercizi da svolgere anche in autonomia. L’associazione di neuropsicologi Assomensana, che dal 2004 si occupa della ricerca anti-aging celebrale e delle sue applicazioni, ce ne suggerisce alcuni: un allenamento adatto a tutti e molto utile per chi, superati i 65 anni, vuole mantenere giovane la propria mente. Nel caso di soggetti molto anziani o con particolari deficit cognitivi, Assomensana consiglia di semplificare gli esercizi, addattandoli.
Memorizzare articoli, notizie e racconti
Quando leggiamo o ascoltiamo un articolo o un racconto, è utile estrapolare le informazioni salienti utilizzando la “Tecnica delle 5 W”: Who, What, When, Where, Why.
Questo metodo facilita il successivo recupero delle informazioni, iniziando dal rispondere a una delle cinque domande. In alternativa, si può provare a ricordare quanto si è letto o ascoltando immaginando il contenuto come se fosse un film.
Memorizzare un indirizzo
Per memorizzare un indirizzo la tecnica che può essere utilizzata è quella dell’associazione: ogni elemento dell’indirizzo che dobbiamo memorizzare possiamo associarlo a qualcosa che ci è noto.
Per esempio, per memorizzare: via Palmiro Togliatti 50 – Bologna, è possibile ricordarlo così: Togliatti è stato un grande politico; 50 è l’anno di nascita di un familiare o un numero che è possibile collegare a qualcosa che mi sta vicino; Bologna è la città dove abita un amico o un personaggio famoso che mi piace.
Memorizzare i nomi
Per memorizzare i nomi delle persone bisogna prestare la massima attenzione nel momento in cui avviene la presentazione. Successivamente, il nome può essere ripetuto più volte nel corso della conversazione.
Memorizzare i numeri e numeri telefonici
Per memorizzare un numero, si può suddividere in cifre e cercare di associare ad ogni cifra un dato autobiografico (una data di nascita, la data di un anniversario o altri eventi particolari).
In alternativa, si può provare a elaborare con il numero un motivetto da cantare o immaginare le proprie mani mentre compongono il numero telefonico sulla tastiera di un telefono.
Memorizzare il posto in cui poniamo gli oggetti
È bene cercare di riporre gli oggetti sempre nello stesso luogo, non appena si è terminato di usarli. Se si è costretti a cambiare posto, ci si dovrà fermare un istante e nominare il luogo scelto, interrompendo il resto dei pensieri per il tempo necessario a focalizzarlo. Come per esempio: “portafoglio, ti lascio sul mobile dell’ingresso”.
Può essere utile anche, prima di uscire da una stanza, immaginare di vedere un semaforo rosso: ci si potrà fermare e pensare agli oggetti che si avevano con sé al momento dell’arrivo e cosa è necessario portare con sé.
Memorizzare liste di parole
Per memorizzare lunghe liste di parole vi sono diversi esercizi possibili:
- Associazione delle parole in coppie affini
Se ad esempio dobbiamo ricordare le parole: mare, dito, chiodo, sole, fame, barca, sete, luna, mano, muro posso riorganizzarle associandole in coppie, in questo modo: mare-barca, dito-mano, chiodo-muro, sole-luna, fame-sete.
- Categorizzazione
Questa tecnica serve per ridurre al minimo le informazioni da memorizzare. Per ricordare la lista della spesa composta da: zucchine, penne, cavolfiore, mele, merluzzo, petto di pollo, tonno, mozzarella, feta, spaghetti, melanzane e macinato, posso riorganizzarla lista in questo modo: verdura, frutta, pesce, carne, formaggio, farinacei.
Costruendo delle categorie ho la possibilità di mantenere nella memoria diverse migliaia di parole. - Visualizzazione
Prendiamo una lista di oggetti da memorizzare. Se per ogni oggetto della lista proviamo a visualizzare nella mente la sua immagine associandola a una storia creata da noi, che chiaramente conterrà quell’oggetto, sarà più semplice memorizzarlo. Per esempio, volendo memorizzare la parola “cane”, potrò utilizzare una narrazione inventata da me, che ha come protagonista il cane della vicina di casa.
Giochi ed esercizi come questi si rivelano un grande aiuto per far fronte all’invecchiamento mentale, soprattutto per le persone anziane. Oltre ad attività stimolanti, come praticare hobby e interessi, per prevenire l‘invecchiamento cerebrale si rilevano indispensabili uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta. È importante anche sottoporsi a controlli periodici, pianificati con l’aiuto del proprio medico, che potrà consigliare il giusto trattamento in caso di disturbi della memoria legati alla terza età.
In questa fase così delicata, si potrà valutare una polizza assicurativa che sostenga l’anziano e i suoi familiari nel caso di problematiche o ricoveri ospedalieri come Assistenza Domiciliare over 65, l’assicurazione sanitaria di UniSalute che offre sostegno ai familiari nella cura dei propri cari, aiutandoli nelle difficoltà della vita quotidiana.
E voi avete mai valutato questa soluzione?
Fonti
assomensana.it
fondazioneveronesi.it
“Potenziamento cognitivo e invecchiamento attivo: uno strumento per migliorare la memoria nella vita quotidiana”. Opuscolo informativo dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
1 commento
Ciao! Per motivi lavorativi sono in contatto con le persone anziane tutti i giorni. Quello che mi sono resa conto in base alla mia personalissima esperienza è che ad un certo punto la persona anziana “si lascia andare” perchè non è più stimolata; magari non viene più considerata dai propri cari o magari a seguito di un lutto. La perdita della memoria in una persona che non presenta particolari sintomi in questo ambito è una diretta conseguenza di questo. L’anziano si chiude in sè e tende e non interessarsi più di ciò che lo circonda, di conseguenza non “spende energie” neanche con la propria attività intellettiva. Cosa ne pensi?