L’Escherichia coli è un batterio in grado di provocare un’infezione intestinale – con sintomi e conseguenze talvolta anche gravi – la cui trasmissione è soprattutto legata all’ingestione di cibi o acqua contaminati. Alla fine di luglio scorso, proprio a causa di questo patogeno, diversi tratti di spiaggia lungo la Riviera Romagnola sono stati sottoposti a divieto di balneazione, in seguito a valori anomali di Escherichia coli rilevati dopo i consueti controlli effettuati da Arpae (Agenzia prevenzione ambiente energia Emilia-Romagna). Fortunatamente il divieto è stato rapidamente revocato, perché i valori sono tornati presto alla normalità. La presenza del batterio sembra infatti essere stata provocata dalle temperature sopra la norma registrate questa estate, come ha spiegato la Regione, che avrebbero favorito la proliferazione batterica.
Ma come si contrae esattamente l’Escherichia coli e quali conseguenze comporta l’infezione? Quali sono le accortezze da seguire per evitarla, soprattutto durante la preparazione dei cibi? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Che cos’è l’Escherichia coli?
L’Escherichia coli (E.coli) è un batterio che normalmente vive nell’intestino dell’uomo e di altri animali a sangue caldo, in quanto fa parte del microbiota intestinale. Di solito non causa problemi perché la maggior parte dei ceppi del batterio è innocua, tuttavia, alcuni di essi possono determinare infezioni sia all’apparato digerente, con diversi livelli di gravità, sia alle vie urinarie o altre parti dell’organismo.
Tra i ceppi più diffusi e conosciuti in grado di causare problematiche di questo tipo c’è l’Escherichia coli O157:H7, che produce una tossina in grado di danneggiare il rivestimento interno dell’intestino, azione che può dare origine a diarrea sanguinolenta, come vedremo meglio tra poco.
Escherichia coli: come si contrae?
Il bestiame viene considerato il principale serbatoio di E.coli O157:H7, soprattutto i bovini, e l’infezione può essere trasmessa all’uomo tramite l’ingestione di alimenti o acqua contaminati oppure attraverso il contatto con gli animali stessi. A differenza di altre malattie, inoltre, basta una piccola quantità di batteri per infettarsi. Vediamo meglio le principali modalità di contagio.
Carne cruda o poco cotta
Tra gli alimenti più a rischio rientrano la carne cruda o poco cotta. In particolare, secondo gli esperti, bisogna prestare attenzione a quella di manzo macinata, come l’hamburger. Durante la lavorazione, infatti, eventuali patogeni presenti sulla superficie possono diffondersi anche all’interno della polpetta: per questo è necessario cuocerla in modo accurato per essere certi di eliminarli completamente. Un’altra potenziale fonte di trasmissione è il latte non pastorizzato: il batterio, infatti, può trasferirsi a esso dalla mammella della mucca oppure dall’attrezzatura utilizzata per la mungitura.
Frutta o verdura contaminata
Un altro possibile veicolo è rappresentato dai vegetali (frutta, ortaggi e germogli); in particolare, il rischio riguarda quelli che vengono consumati crudi e non sbucciati, ad esempio lattuga e spinaci. La contaminazione, in questo caso, può avvenire a causa del contatto dell’alimento con le feci degli animali durante la sua coltivazione o manipolazione.
Vengono inoltre sconsigliati i succhi di frutta non pastorizzati.
Acque contaminate
Ci si può infettare anche bevendo acqua contaminata, non adeguatamente disinfettata con cloro, durante un bagno, ad esempio in piscina, sempre se l’acqua è contaminata.
Trasmissione dell’infezione tra persone
La trasmissione dell’infezione può verificarsi anche da persona a persona per via oro-fecale (il batterio passa dalle feci del soggetto malato all’apparato digerente di uno sano), soprattutto se chi ne è affetto non si lava le mani con cura. Dato che l’E.coli necessita di un contatto stretto per diffondersi, non è raro che questa modalità di contagio avvenga principalmente nei contesti familiari o scolastici, in particolare nelle scuole d’infanzia.
Un altro possibile veicolo di infezione è entrare in contatto con animali portatori del batterio durante una visita ad allevamenti o fattorie didattiche.
Escherichia coli: quali sintomi e conseguenze provoca?
I sintomi appaiono mediamente 3-4 giorni dopo l’esposizione al batterio, ma può accadere che si manifestino anche prima oppure più tardi, fino a una settimana dopo. Di solito comprendono:
- forti crampi addominali;
- diarrea acquosa che, nei casi più seri, può diventare sanguinolenta. La persona, inoltre, potrebbe avvertire la necessità di evacuare ma senza riuscirci.
- Nausea e vomito.
È fondamentale rivolgersi al medico in presenza di diarrea persistente, grave o sanguinolenta.
Le possibili complicanze causate dal batterio
Nella maggior parte delle situazioni, la persona guarisce in massimo dieci giorni. Tuttavia, in una piccola percentuale di casi il batterio può causare conseguenze più gravi come la sindrome emolitico-uremica. I soggetti più a rischio di questa complicanza sono i bambini piccoli e gli anziani.
La sindrome emolitico-uremica, purtroppo, è una condizione potenzialmente rischiosa per la vita e tende a svilupparsi circa una settimana dopo la comparsa dei primi sintomi dovuti all’Escherichia coli. La sua pericolosità deriva dal fatto che causa anemia emolitica, dunque la distruzione dei globuli rossi, e insufficienza renale, provocando l’accumulo nel sangue di sostanze tossiche.
Escherichia coli nelle urine e altre possibili infezioni
Come abbiamo detto, l’Escherichia coli può determinare infezioni anche al di fuori dell’apparato digerente, in modo particolare alle vie urinarie, ma anche in altre aree del corpo: il batterio, infatti, può causare polmoniti, infezioni al piede nelle persone diabetiche, infezioni delle ferite, per fare degli esempi. Bisogna però precisare che queste circostanze tendono a riguardare principalmente soggetti particolarmente debilitati.
Come si tratta l’Escherichia coli?
Attualmente non esiste una terapia in grado di curare l’infezione o di prevenire le conseguenze più gravi: generalmente, al paziente viene indicato il riposo e l’assunzione di liquidi per evitare affaticamento e disidratazione. Gli antibiotici di solito non vengono prescritti perché pare che non aiutino a curare l’infezione e che possano aumentare la possibilità di complicanze. Anche gli antidiarroici, in genere, sono sconsigliati. In ogni caso sarà il medico a indicare il trattamento più idoneo al caso specifico, ed è bene rivolgersi a lui per qualsiasi dubbio o domanda.
Il quadro cambia, naturalmente, se insorge la sindrome emolitico-uremica, che richiede il ricovero in ospedale e trattamenti come l’emodialisi.
In presenza di infezioni a carico di parti del corpo diverse dall’apparato digerente, si agirà invece con una terapia mirata (in genere a base di antibiotici) adatta al singolo caso.
Come si previene l’infezione da Escherichia coli?
Date le modalità di trasmissione, è chiara l’importanza di intervenire sul fronte preventivo, mettendo in pratica una serie accortezze, soprattutto in ambito domestico. La prevenzione, infatti, comincia dalla produzione e lavorazione degli alimenti, quindi a livello agricolo e industriale, ma continua nelle nostre cucine, dove è necessario attuare pratiche igieniche adeguate. Ecco alcuni comportamenti a cui prestare attenzione.
Evitare di consumare cibi a rischio
Per quanto riguarda il consumo dei cibi è bene:
- cuocere accuratamente la carne. Alimenti come gli hamburger, in particolare, dovrebbero essere ben cotti prima di essere mangiati. Per accertarsene è consigliabile utilizzare un termometro alimentare e verificare la temperatura interna della carne che, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dovrebbe essere di almeno 70°C.
- Lavare con attenzione frutta e verdura prima del consumo, in particolare se verrà mangiata cruda e non sbucciata. Soprattutto con le verdure a foglia verde è importante essere meticolosi.
- Bere latte pastorizzato, evitando di consumare latte crudo e prodotti caseari realizzati con questo ingrediente. Come abbiamo accennato in precedenza, inoltre, sono sconsigliati anche i succhi di frutta non pastorizzati.
Fare attenzione alle contaminazioni incrociate
In cucina bisogna tenere alcuni comportamenti igienici fondamentali:
- usare taglieri separati per tagliare la carne cruda e alimenti come verdura o frutta;
- non mettere la carne cotta su un piatto dove è stata precedentemente appoggiata della carne cruda, senza averlo prima lavato accuratamente;
- lavare bene taglieri, coltelli e piani da lavoro che sono stati usati per la carne cruda o per altri alimenti crudi, usando acqua calda e sapone.
Lavarsi le mani
Le mani vanno sempre lavate con attenzione prima di cucinare. Lo stesso vale, naturalmente, dopo essere stati in bagno, aver cambiato il pannolino a un bambino o essere stati in contatto con gli animali, i loro oggetti o il loro ambiente.
Si tratta di un’accortezza importante sempre, ma in modo particolare se si assistono persone anziane, bambini piccoli o soggetti immunodepressi, che sono maggiormente esposti al rischio di infezioni.
Ricordiamo di evitare di ingerire acqua quando si nuota o si fa il bagno in laghi, stagni, fiumi o piscine per non esporsi al rischio di contagio qualora questa fosse contaminata.
Fonti:
who.int
mayoclinic.org
epicentro.iss.it
humanitas.it
msdmanuals.com
hopkinsmedicine.org
food.gov.uk
regione.emilia-romagna.it
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