Il termine caregiving indica l’assistenza a un familiare affetto da una patologia, una disabilità o altre condizioni di vulnerabilità. Si tratta di un compito di grande responsabilità che spesso comporta difficoltà pratiche ed emotive e si scontra con i limiti dell’attuale sistema sanitario. Prospettive incoraggianti arrivano però da strumenti digitali come telemedicina e intelligenza artificiale e programmi di prevenzione che offrono nuove soluzioni per rendere più sostenibile l’esperienza dei caregiver familiari.
Caregiving, da care (‘cura’) e giving (‘dare’): prendersi cura. È questo il ruolo dei caregiver, ovvero di tutte quelle persone che si dedicano all’assistenza a un familiare anziano, ammalato, con disabilità o altre esigenze che richiedono cure continuative.
Ma cosa significa, nel concreto, essere caregiver familiari? Ha provato a rispondere a questa domanda il reportage Prendersi cura, realizzato da Will Media in collaborazione con UniSalute. Un racconto che, attraverso le testimonianze di chi vive questa realtà ogni giorno e il contributo di esperti del settore, vuole mettere in luce le esigenze e le sfide legate all’assistenza familiare, e individuare le migliori strategie in campo per affrontarle.
Caregiver familiari: chi sono? I dati dell’assistenza familiare in Italia
Caregiver familiare è colui o colei che si prende cura di una persona cara bisognosa di cure durature e spesso non in grado di provvedere da sola ai propri bisogni quotidiani. Può trattarsi di un genitore anziano, di un familiare malato o con disabilità o – allargando la prospettiva – di un figlio piccolo che necessita di attenzioni costanti.
Stando ai dati diffusi dal “Sole 24 Ore”, in Italia i caregiver sono oltre 7 milioni, di cui il 38% si occupa di congiunti non più autosufficienti. Si tratta in prevalenza di donne, a conferma di come l’assistenza continui a essere considerata un compito soprattutto femminile.
Il caregiving è, nella maggioranza dei casi, un impegno portato avanti senza godere di un supporto esterno stabile, e che ha dunque un impatto profondo sulla vita e sul benessere psicologico di chi se ne fa carico.
Oltre sei persone su dieci incontrano infatti difficoltà nell’accesso ai servizi di assistenza, e quasi il 60% degli italiani che hanno in famiglia persone con malattie croniche dichiarano di doversi occupare personalmente delle cure. La burocrazia è percepita come il principale ostacolo, insieme alla scarsità di fondi e alla poca flessibilità delle strutture preposte nell’adattarsi alle esigenze delle famiglie. A questo si aggiunge la difficoltà di reperire informazioni chiare sui servizi disponibili nel proprio territorio.
Caregiving familiare: bisogni e sfide quotidiane
Il caregiving familiare diventa così un’esperienza che cambia radicalmente la routine di chi vi è coinvolto. Essere caregiver significa organizzare tempi, spazi e risorse in funzione delle necessità della persona assistita. Richiede presenza costante ed energie, nonché il confronto con frequenti ostacoli:
- lunghi tempi di attesa per accedere a visite ed esami, che rallentano il percorso di cura anche in situazioni delicate
- spese sanitarie spesso gravose, specie quando si ricorre al settore privato per ridurre i tempi o per ottenere prestazioni non disponibili nel pubblico
- difficoltà di conciliare lavoro e assistenza: molti caregiver si trovano costretti a ridurre l’orario lavorativo, rinunciare a opportunità professionali o riorganizzare la propria vita lavorativa per far fronte alle necessità del familiare.
Accanto ai bisogni pratici, c’è la dimensione emotiva. Secondo le ricerche, il 28% dei caregiver vorrebbe poter disporre di un supporto psicologico. La cura giornaliera, infatti, porta con sé un carico emotivo considerevole, che può generare stress, ansia, solitudine e senso di inadeguatezza.

Il caregiving familiare può riguardare l’assistenza a persone con invalidità e disabilità, anziani e altre categorie bisognose di cure durature.
Soluzioni: innovazione e prevenzione al servizio dei caregiver
Se le risposte attuali alle esigenze dei caregiver risultano ancora in molti casi parziali o insoddisfacenti, le innovazioni tecnologiche aprono scenari promettenti. Strumenti e modelli digitali stanno infatti dimostrando di poter semplificare la gestione quotidiana, alleggerire il carico organizzativo e, al tempo stesso, migliorare la qualità delle cure. Le risorse che offrono le migliori prospettive sono in particolare:
- Telemedicina: seguire i pazienti a distanza tramite teleconsulti regolari e riservare le visite in presenza solo ai casi che lo richiedono permetterebbe di ridurre i tempi di attesa e rendere più efficiente l’assistenza. Allo stesso modo, la creazione di un fascicolo sanitario elettronico condiviso tra diversi professionisti consentirebbe di avere sempre a disposizione la storia clinica del paziente, facilitando il confronto in tempo reale sullo stesso caso ed evitando spostamenti e rallentamenti superflui.
- Intelligenza artificiale: l’analisi della grande mole di dati clinici resa possibile dai sistemi di AI può fornire un supporto prezioso ai medici, aiutandoli a valutare i singoli casi e a strutturare percorsi di cura più efficaci.
L’importanza della prevenzione
Accanto alle possibilità che apre la tecnologia, la prevenzione resta centrale, poiché consente di intercettare per tempo eventuali problemi e riduce il rischio di complicanze. I programmi offerti dalle polizze assicurative giocano in questo un ruolo cruciale, garantendo l’accesso a check-up e percorsi di assistenza personalizzata.
In questa direzione si inserisce il piano MySupport di UniSalute, pensato per garantire alle famiglie un sostegno completo, dall’assistenza domiciliare alle prestazioni mediche.
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La telemedicina è uno degli strumenti più promettenti nel migliorare la gestione del caregiving familiare.
Le domande più frequenti dei pazienti
Chi può essere considerato caregiver familiare?
È definito caregiver familiare chi presta assistenza in modo continuativo a una persona cara, come un anziano, un familiare malato o con disabilità.
Quanti sono i caregiver familiari in Italia?
In Italia ci sono oltre 7 milioni di caregiver familiari, e circa il 38% di loro si occupa di congiunti che non sono più in grado di provvedere da soli ai bisogni fondamentali.
Quali difficoltà affrontano i caregiver?
Le maggiori difficoltà riguardano l’accesso ai servizi sanitari, con liste d’attesa lunghe e costi spesso elevati, la difficoltà di conciliare lavoro e assistenza e il peso emotivo che deriva da un compito che richiede energie e presenza costanti.
Quali soluzioni possono aiutare i caregiver?
Tra le risposte più promettenti ci sono la telemedicina, che permette di monitorare il paziente a distanza e ridurre gli spostamenti, il fascicolo sanitario elettronico per condividere dati clinici tra professionisti, e l’uso dell’intelligenza artificiale a supporto dei medici. A queste si affiancano i programmi di prevenzione e i servizi dedicati offerti da polizze sanitarie.


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