Uno dei pilastri imprescindibili di una vita in salute è l’attività fisica. Una scarsa attività motoria e la sedentarietà rappresentano infatti due fattori di rischio per lo sviluppo di malattie croniche e metaboliche, come quelle cardiovascolari, nel corso degli anni. Per questo, bisogna coltivare buone abitudini fin da piccoli: è stato dimostrato come, quando si inizia a praticare attività fisica già dall’infanzia (che sia uno sport di squadra, individuale o anche soltanto il gioco ricreativo, in caso dei bambini più piccoli), questa tende a diventare parte integrante dello stile di vita di una persona. Svolgerla con regolarità è quindi fondamentale per il corretto e sano sviluppo di bambini e adolescenti dal punto di vista fisico, psicologico e sociale, in quanto permette l’esplorazione e la conoscenza del proprio corpo e dell’ambiente circostante. Purtroppo, però, sono ancora tanti i minori che praticano poca attività fisica e sportiva, o non la praticano affatto.
In questo articolo vediamo insieme perché invece è importante, indagando i benefici dell’attività fisica nei bambini, e quanta bisognerebbe svolgerne.
Bambini e sport: bisogna abbattere la sedentarietà
Lo sport svolge un ruolo cruciale nella crescita e nello sviluppo dei più piccoli. Eppure in Italia, quasi 1 bambino su 5 non pratica attività sportive. In particolare, per alcune fasce d’età: nel 2019 il 18,5% dei bambini tra i 6 e i 10 anni erano inattivi, mentre nel 2021 il 24,9%, toccando addirittura picchi di oltre il 40% per la fascia dei 3-5 anni, secondo quanto riportato da Conibambini.
Tra le motivazioni principali di questa “pigrizia” e poca motivazione: mancanza di spazi adeguati e anche le condizioni economiche del nucleo familiare per il 30% della fascia 6-10 anni. Spesso, praticare attività fisica e sportiva è una questione di accessibilità, sia economica ma anche fisica: basti pensare che solo il 40,8% degli istituti scolastici in Italia è provvisto di palestra o piscina. Ecco allora che diventa essenziale supportare le Regioni con luoghi e impianti dove praticare lo sport, sia all’aperto che al chiuso, e la scuola in quest’ottica ricopre un ruolo essenziale.
I benefici dell’attività fisica nei bambini
Su questo gli esperti sono d’accordo: è fondamentale iniziare a praticare attività fisica fin da piccolissimi. È bene specificare che per “attività fisica”, secondo la definizione dell’OMS, si intende “ogni movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che comporti un dispendio energetico – incluse le attività effettuate lavorando, giocando, dedicandosi alle faccende domestiche, viaggiando e impegnandosi in attività ricreative”. Oltre gli sport veri e propri, anche camminare, correre, andare in bicicletta, ballare o giocare, soprattutto nel periodo della prima infanzia, rientrano quindi in questa definizione.
Ma quali sono i benefici? Vediamoli nel dettaglio.
Benessere fisico
Partiamo da quello più scontato. Mantenersi in movimento e praticare con regolarità attività motoria serve a mantenere un buono stato di salute. Come?
- Aumentando il benessere muscolare e cardiorespiratorio
- migliorando la salute delle ossa
- riducendo il rischio di sviluppare, con gli anni, patologie come ipertensione, malattie cardiache coronariche, ictus, diabete
- diminuendo la possibilità di cadute e di fratture, grazie allo sviluppo di capacità di propriocezione, dell’equilibrio e della stabilità
- controllando il peso corporeo e riducendo quindi il rischio di obesità, che, purtroppo, rappresenta un fattore di rischio importante per alcune patologie.
Sviluppo cognitivo
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione diretta tra attività fisica e funzionamento cognitivo: l’attività motoria migliora la funzione cerebrale, aumentando la soglia dell’attenzione e della concentrazione, ma avendo anche un impatto positivo sulla memoria. Tutte capacità importantissime per bambini e ragazzi in età scolare, che gli permettono di migliorare anche il proprio rendimento.
Salute mentale
L’attività fisica è un tassello fondamentale per costruire la fiducia e l’autostima, alla base dello stare bene con sé stessi anche a livello psicologico. Non solo, lo sport favorisce la produzione di endorfine che neutralizzano lo stress, riducendo lo stato di ansia e migliorando quindi il benessere mentale generale.
Sviluppo di abilità sociali ed emozionali
Lo sport è in primis un gioco, ma è anche un sinonimo di impegno e di costanza. È una sfida che ci mette alla prova, che ci aiuta a superare i nostri limiti e a raggiungere un obiettivo o un traguardo. Attraverso di esso, bambini e adolescenti imparano e affinano life skills importantissime, come l’ascolto, la gestione del tempo, il controllo delle proprie emozioni, il rispetto dell’impegno preso, ma anche l’empatia, il confronto con l’altro e il rispetto, e incanalare l’energia – anche quella negativa – in modo nuovo e positivo.
Divertimento
Attività fisica e sport non si devono tradurre solo in impegno, costanza, sfida e sacrificio. Non deve mancare anche la parte ludica, soprattutto per i più piccoli: deve essere un momento di gioco e di divertimento, senza costrizioni e senza alimentare eccessivamente l’aspetto competitivo o le aspettative di vittoria.
Quanta attività fisica praticare?
Abbiamo visto i numerosi benefici che l’attività fisica, soprattutto nei più piccoli, può apportare. Ma quanta bisogna praticarne? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 7 anni si raccomandano 60 minuti al giorno di attività da moderata a intensa che comprende il gioco, il ballo, una camminata, l’esercizio strutturato, l’educazione fisica, lo sport, gli spostamenti (soprattutto andare in bicicletta), realizzate nel contesto familiare, scolastico e di comunità. Non deve essere necessariamente continuativa: per raggiungere l’obiettivo giornaliero, si possono accumulare sessioni più brevi (ad esempio, 2 sessioni da 30 minuti sono l’ideale).
Per bambini e adolescenti “inattivi” è fondamentale iniziare a praticare attività fisica in modo graduale, aumentando durata, frequenza e intensità di volta in volta. Come sottolinea l’OMS, in ogni caso praticare attività fisica anche sotto i livelli raccomandati ha comunque dei benefici: come dice il detto, meglio poco che niente!
Ogni bambino e ragazzo è diverso: per questo, non esiste uno sport più “giusto” dell’altro. Sarà compito dei genitori, degli insegnanti e degli istruttori ascoltare le loro esigenze e assecondare le loro capacità, trovando lo sport adatto a loro o l’attività alternativa che possono svolgere. Se c’è la possibilità, sarebbe bene alternare diverse attività, così da farli sperimentare, imparare schemi motori differenti ed evitare di sollecitare sempre gli stessi gruppi muscolari (con un rischio maggiore di infortuni in quelle zone).
Ovvio che, nella prima infanzia (attorno ai 3-4 anni), ciò che conta è soprattutto lasciare ai più piccoli la possibilità di muoversi liberamente e in autonomia, e quindi non è necessario individuare uno sport specifico. Il nuoto però può essere una buona scelta per prendere confidenza con l’ambiente acquatico – evitando fobie o insicurezze future nei confronti dell’acqua – e coinvolgere i principali gruppi muscolari.
Attorno ai 5-6 anni si potrebbero invece indirizzare i bambini verso sport in cui associare il movimento a una finalità precisa, come l’atletica leggera, oppure sport di squadra come il calcio, il basket, la pallavolo, il rugby, o anche un’arte marziale. Attorno ai 6-7 anni migliorano le capacità motorie e la coordinazione oculo-manuale, quindi si può orientare la scelta verso sport che prevedono uno strumento, come il tennis o la scherma.
In ogni caso, che sia uno sport individuale o di squadra non importa: ciò che conta è trovare l’attività adeguata all’età e alla condizione fisica di ciascuno, insegnando a bambini e adolescenti le buone abitudini per crescere bene e in salute.
Fonti:
salute.gov.it
epicentro.iss.it
fondazioneveronesi.it
scienzemotorie.com
conibambini.org
Immagine in evidenza: Imgorthand/getty images
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