L’Adhd, sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd, dall’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder), infatti, è un disturbo molto comune: secondo le stime del National Institute of Mental Health americano, riguarda il 5% dei bambini. In Italia, uno studio del 2012 pubblicato sulla rivista “Medico e Bambino“, indica come l’1,2% la popolazione di età compresa tra 6 e 18 anni affetta da questa patologia.
Le prime diagnosi ad aver dato un nome, nel nostro Paese, a particolari forme di iperattività nei bambini risalgono a tempi piuttosto recenti, alla fine cioè degli anni ‘90, quando negli Stati Uniti la terapia per questo disturbo, ormai ben conosciuto, era già definita da protocolli psicofarmacologici rodati da molto tempo.
In questo articolo proveremo a fornire le informazioni necessarie per aiutare i genitori di bambini particolarmente energici a capire se ci si trovi in presenza di Adhd o, semplicemente, di un’eccessiva vivacità che caratterizza molti bambini.
Che cosa è la sindrome da deficit di attenzione e iperattività o Adhd
L’Adhd è un disordine dello sviluppo neurale e psichico del bambino che causa principalmente disattenzione, impulsività e iperattività nel bambino affetto.
Questa sindrome non permette di concentrarsi su un’attività specifica come seguire le istruzioni degli insegnanti o svolgere i compiti assegnati a scuola senza distrazioni e frequenti errori. L’Adhd non dipende da un ritardo mentale e può persistere anche da adulti, ha pesanti ricadute quindi sulle relazioni sociali, sullo sviluppo e sul rendimento scolastico.
Bambini iperattivi: come riconoscerli
I bambini iperattivi affetti da Adhd sono iperattivi per definizione.
Il Diagnostic and statistical manual of mental disorder ne distingue tre forme tutte accomunate però da sintomi principali quali difficoltà di concentrazione e di controllo del comportamento:
- inattentiva, meno frequente
- operattiva o impulsiva, la forma classica
- la forma combinata, ovvero l’unione delle due in diversi modi.
Accanto a queste forme ve ne possono essere delle altre determinate dall’unione di disturbi comportamentali secondari, dette forme comorbide.
Per poter definire la presenza di qualunque forma di Adhd, i sintomi devono sempre essere presenti da almeno 6 mesi, verificarsi prima dei 7 anni di età del bambino ed in almeno due contesti, a scuola e a casa, ad esempio.
Alcuni esempi esplicativi di sintomi classici possono essere:
- difficoltà ad attendere il proprio turno;
- difficoltà a pianificare e portare a termine un compito;
- bisogno di muoversi continuamente;
- difficoltà ad andare a dormire la sera;
- bisogno di toccare tutto ciò che li circonda;
- manifestazione di frustrazione quando le richieste non vengono esaudite;
- necessità di interrompere l’altro durante una conversazione;
Naturalmente, si tratta di comportamenti manifestati dalla maggior parte dei bambini in molte occasioni ma che i bambini iperattivi affetti da Adhd mostrano con enorme frequenza e maggiore gravità.
Le cause dell’Ahdh
Ad oggi non sono note le cause dell’Adhd. Alcuni studi suggeriscono essere una sindrome multifattoriale per la quale vengono coinvolti alcuni neurotrasmettitori, come la dopamina, che interagendo con alcuni fattori ambientali danno luogo al disturbo. Per nessuno di tali fattori però, esiste a oggi la conferma scientifica di un causa diretta.Tra questi, ancora oggetto di studi, annoveriamo:
- il fumo di sigaretta
- l’abuso di alcol in gravidanza
- traumi ostetrici
- traumi cranici
- nascita prematura
- l’uso di vernici e piombature negli impianti idraulici
- alcuni additivi alimentari tra coloranti e conservanti
- pesticidi
Non ci sono indicazioni certe su come prevenire l’Adhd, tuttavia, considerata la tipologia di cause ad oggi oggetto di indagini, è probabile che uno stile di vita sano in gravidanza sia in grado di ridurre il rischio di avere un figlio affetto da Adhd.
Come comportarsi con i bambini iperattivi e a chi rivolgersi?
Non esistono test specifici per diagnosticare la Adhd; per scoprire se un bambino è affetto dal disturbo vengono invece utilizzate interviste diagnostiche, scale di valutazione dei sintomi e questionari per genitori ed insegnanti.
In genere è il pediatra che, in presenza di un sospetto, dopo aver visitato il bambino richiede il consulto di un neuropsichiatra infantile, il quale, prima di diagnosticare l’Adhd, esclude alcune condizioni fonte di irrequietezza come:
- problemi alla vista
- problemi all’udito
- epilessia
- depressione
- disturbo bipolare
- sindrome di Tourette
- disturbi nell’apprendimento
- disturbo della condotta
- disturbo oppositivo provocatorio
- problemi socio-familiari
- celiachia
- malattie della tiroide.
Completata la diagnosi – che, come abbiamo detto, si basa sulla valutazione dei sintomi – al bambino viene somministrata una terapia, che consiste nella somministrazione di farmaci specifici e nell’impiego di terapie psico-comportamentali.
È bene sottolineare che alcuni problemi possono essere risolti migliorando l’ambiente in cui il bambino svolge la sua vita quotidiana: lo specialista quindi formulerà sempre un piano terapeutico che include lo psicologo, gli insegnanti e la famiglia, e solo se questo piano non porterà risultati si passerà alla terapia farmacologica.
Come si cura l’Adhd
I farmaci utilizzati per curare l’Adhd sono il metilfenidato e l’atomoxetina.
Il primo blocca la ricaptazione della dopamina da parte della sinapsi neuronale e interrompe il circuito cerebrale iperstimolato; il secondo, invece, agisce bloccando la ricaptazione della noradrenalina e della serotonina.
Entrambi controllano i sintomi dell’Adhd ma non la curano, vanno ovviamente assunti solo se prescritti e sotto lo stretto controllo del medico curante, coadiuvato dallo specialista in neuropsichiatria infantile.
Il registro nazionale dell’Adhd
In seguito all’immissione in commercio del metilfenidato in Italia è stato attivato un Registro nazionale dell’ADHD per i soggetti affetti.
Presso l’Istituto superiore di sanità è stata così creata una banca dati anonima, allo scopo di monitorarne l’uso e di gestire le terapie dei pazienti in maniera organizzata, attraverso la rete dei neuropsichiatri e dei centri di riferimento regionali.
Terapie psico-comportamentali
Le terapie comunemente utilizzate per il trattamento del disturbo Adhd sono di tipo psico-comportamentale e sottintendono il parent training, il child training ed il counseling agli insegnanti. Ogni terapia viene adattata alle esigenze dei singoli bambini.
Parent training e child training
Ai genitori viene spiegato cos’è l’Adhd, come applicare strategie utili alla gestione della quotidianità e viene fornito loro supporto per affrontare lo stress e la frustrazione derivante dalla presenza di questa patologia nel figlio.
Counseling per gli insegnanti
La consulenza agli insegnanti è necessaria per aiutarli ad avere un atteggiamento costruttivo nei confronti del bambino con Adhd, creando così un ambiente idoneo a scuola.
Dieci consigli ai genitori di bambini iperattivi affetti da Adhd
- Tenete sotto controllo lo stress dormendo, mangiando bene e praticando esercizio fisico;
- non dimenticate che il comportamento di un figlio affetto da Adhd non è intenzionale ma è legato al disturbo;
- siate disposti a fare compromessi, mettete dei limiti senza essere repressivi;
- i bambini iperattivi hanno necessità di regole;
- i bambini con ADHD subiscono spesso critiche e rimproveri: premiate vostro figlio quando raggiunge risultati, anche se piccoli;
- non andate in cerca della perfezione creando aspettative impossibili;
- stilate un elenco di aspetti positivi e negativi di vostro figlio ed aiutatelo a sviluppare l’autosservazione ed il senso di responsabilità;
- create una routine e suddividete i compiti più grandi in tanti più piccoli: i bambini iperattivi con ADHD riescono a portare a termine un compito quando le attività vengono svolte seguendo uno schema;
- incoraggiate il movimento e il buon riposo;
- mantenete un atteggiamento positivo.
Come abbiamo visto, il percorso di diagnosi di undi un disturbo come l’ Adhd comincia grazie alle accortezze del proprio pediatra di fiducia, una figura di riferimento essenziale per le famiglie, di cui è importante potersi fidare. La preparazione e la professionalità del medico sono infatti determinanti per la crescita dei nostri figli e per la diagnosi di patologie su cui è importante intervenire in tenera età. Per questo, molte famiglie decidono di affidarsi a polizze sanitarie per bambini, come Protezione Famiglia Ragazzi, dedicata alla cura ed al benessere dei minori.
Con Protezione Famiglia Ragazzi sarà possibile infatti beneficiare del servizio “Il pediatra risponde”, grazie al quale sarà possibile chiedere ai pediatri UniSalute tutte le informazioni di cui si ha bisogno sulla salute del proprio figlio.
Allora perché non approfittare di questo utile e semplice strumento di controllo per la salute dei bambini?
Fonti
salute.gov.it
protocollo diagnostico e terapeutico della sindrome da iperattività e deficit di attenzione per il registro nazionale adhd
istruzione.lombardia.gov.it
marionegri.it
istitutobeck.com
nimh.nih.gov
medicoebambino.com
aidaiassociazione.com
aifa.it
psicologo.bergamo.it
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