L’allergia alle arachidi è un problema comune che affligge molte persone, sia bambini che adulti. Questa condizione può variare da lieve a grave, con sintomi che vanno da un semplice prurito a una reazione potenzialmente letale, chiamata anafilassi. Ma come si fa a capire se si è allergici alle arachidi? E come agire se si scopre di esserlo? In questo articolo daremo una risposta a queste domande e forniremo informazioni utili per aiutarvi a gestire questa allergia.
Che cosa sono le arachidi e perché si diventa allergici
Le arachidi, conosciute anche come noccioline o mandorle americane, sono semi commestibili che crescono nelle regioni tropicali e subtropicali di tutto il mondo. Nonostante la maggior parte delle persone creda che facciano parte della stessa famiglia delle noci, sono in realtà delle leguminose, parenti strette di fagioli e piselli.
Le arachidi sono un’ottima fonte di proteine e nutrienti. Tuttavia, per alcuni individui, il contenuto proteico di questo cibo può innescare una reazione allergica. In questi casi, il sistema immunitario interpreta erroneamente la presenza di proteine come una minaccia, proprio come succede anche con le graminacee, provocando una risposta immunitaria eccessiva.
La reazione che si manifesta può essere di varia entità, da lieve a grave, manifestandosi attraverso sintomi specifici che approfondiremo nei prossimi paragrafi.
Perché le arachidi sono uno degli allergeni più diffusi e conosciuti
Le proteine che possono scatenare una reazione immunitaria nei soggetti allergici sono molto resistenti al calore e alla digestione, il che significa che possono provocare una reazione allergica anche dopo essere state cotte o parzialmente digerite.
In secondo luogo, le arachidi sono ampiamente presenti in molti tipi di alimenti. Possono essere infatti consumate da sole, utilizzate in dolci e snack, o come ingredienti in salse e marinati.
Sintomi dell’allergia alle arachidi
Le reazioni avverse date da questa allergia variano notevolmente da persona a persona, e possono anche cambiare in gravità da un episodio all’altro, nello stesso soggetto. In linea generale, di solito, chi convive questa condizione sperimenta sintomi entro pochi minuti fino a due ore dal consumo di arachidi o di un prodotto a base di questo alimento.
I sintomi più comuni dell’allergia alle arachidi includono reazioni cutanee, come per esempio sfoghi sulla pelle rossi e pruriginosi anche noti come orticaria, o gonfiori intorno alla bocca o ad altre aree del viso (edemi). Alcune persone, inoltre, sperimentano anche una sensazione di forte prurito o un formicolio nella cavità orale o nella gola.
Altri sintomi molto comuni si manifestano a livello gastrointestinale e includono nausea, vomito, diarrea e crampi allo stomaco. Spesso, infine, questo genere di allergia porta ad avere difficoltà respiratorie, con naso che cola, starnuti e problematiche più gravi, come la mancanza di fiato, il respiro sibilante o un senso di costrizione in gola, fino ad arrivare potenzialmente all’anafilassi, una conseguenza della reazione che rende difficile o impossibile respirare.
Come si diagnostica l’allergia alle arachidi
Se si sospetta di avere un’allergia di questo tipo, è importante consultare subito un medico o un allergologo, che potrà prescrivere le visite più consone per confermare la presenza di questa condizione.
La diagnosi dell’allergia alle arachidi può includere un test cutaneo, in cui vengono applicate piccole dosi di diversi tipi di allergeni sulla pelle con piccole punture di ago. Le aree della cute che diventano rosse e pruriginose indicano una risposta allergica. Inoltre, può essere eseguito anche un esame del sangue per misurare il numero di anticorpi – ovvero le cellule della risposta immunitaria – nel sangue. Una quantità anomala di certi tipi di anticorpi è uno degli indicatori per confermare la presenza di un’allergia.
Cosa fare se si riceve una diagnosi di allergia alle arachidi
Confermare una diagnosi di allergia alle arachidi può essere inizialmente preoccupante, soprattutto considerando che questo piccolo alimento è presente in modo abbondante nella nostra dispensa, anche se non ce ne accorgiamo. Sapere di essere soggetti a questa condizione, però, è solo un fondamentale primo passo per riuscire a gestirla efficacemente.
In primo luogo, è importante ovviamente evitare del tutto il consumo di arachidi e di prodotti a base di questo ingrediente. Potrebbe sembrare un’ovvietà, ma, appunto, le arachidi possono essere nascoste in una varietà di alimenti inaspettati, come salse, dolci, cereali e anche in alcuni tipi di cucina etnica, come quella thailandese o vietnamita. Pertanto, diventa essenziale leggere attentamente le etichette degli alimenti e chiedere informazioni sugli ingredienti quando si mangia fuori casa.
Inoltre, è importante informare dell’allergia familiari, amici, colleghi e, nel caso di bambini, il personale scolastico e gli educatori. Un’accortezza che può aiutare a prevenire l’esposizione accidentale alle arachidi e garantire che le persone intorno a voi sappiano come reagire in caso di emergenza.
Infine, per chi ha già manifestato reazioni gravi a questo allergene, è consigliabile avere sempre a portata di mano, sia in casa che all’esterno, un autoiniettore di epinefrina, nota anche come adrenalina: un ormone che svolge un ruolo chiave nelle risposte di “lotta o fuga”, aumentando la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e il metabolismo, trattando emergenze mediche come l’anafilassi. Assicurarsi di saperlo utilizzare e che anche le persone care attorno a voi sappiano come iniettarlo, può fare davvero la differenza.
Per chi ha una storia di reazioni allergiche lievi alle arachidi, potrebbe non essere necessario avere un autoiniettore, ma questa è una decisione che dovrebbe essere presa in consultazione con il proprio medico o allergologo.
Prevenzione e cura dell’allergia alle arachidi
La prevenzione dell’allergia alle arachidi dovrebbe iniziare già nei primi anni di vita di una persona. L’introduzione di alimenti contenenti arachidi in piccole quantità durante l’infanzia, nella fase dello svezzamento, può infatti ridurre il rischio di sviluppare un’allergia negli anni a venire. Tuttavia, questa decisione dovrebbe essere presa in accordo con un medico o un allergologo, soprattutto se il bambino ha già mostrato segni di altre allergie alimentari o ha sviluppato un eczema, un’infiammazione della pelle che, secondo alcuni studi, aumenterebbe le probabilità per il piccolo di sviluppare allergie.
Attualmente, non esiste ancora un vaccino per l’allergia alle arachidi, a differenza di altre, per esempio quella al gatto o agli acari. Tuttavia, la ricerca è in corso e ci sono alcuni trattamenti promettenti in fase di sviluppo.
Sebbene non esista un trattamento vero e proprio per questa condizione, chi riceve una diagnosi sa bene che una gestione intelligente e attenta dell’allergia diventa il vero modo di affrontarla e condurre un’esistenza serena e senza eccessive preoccupazioni.
Oltre a evitare del tutto le arachidi, potrebbe essere necessario l’uso di farmaci per gestire i sintomi delle reazioni: questi possono includere antistaminici per alleviare sintomi lievi e corticosteroidi per ridurre l’infiammazione in caso di sfoghi più persistenti.
In alcune situazioni potrebbe essere consigliata una terapia di desensibilizzazione, un trattamento che può aiutare a ridurre la gravità delle reazioni allergiche. Questo metodo, noto anche come immunoterapia orale, implica l’assunzione di piccole quantità di arachidi sotto la supervisione di un medico, con l’obiettivo di aumentare la tolleranza nel tempo.
Sebbene gestire un’allergia possa sembrare una sfida, con le corrette informazioni e le giuste precauzioni è possibile vivere una vita piena e sana. La salute è ciò che abbiamo di più importante, e per tutelarla al meglio UniSalute offre UniSalute Spese Mediche Sanicard, una polizza assicurativa sanitaria che fornisce un rimborso per le spese mediche associate a ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici, esami diagnostici e consultazioni specialistiche.
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Conoscevate i sintomi dell’allergia alle arachidi?
Fonti:
mayoclinic.org
nhs.uk
clevelandclinic.org
Immagine in evidenza di martinedoucet/gettyimages.it
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