ragazzo con barba triste davanti allo specchio

Disturbo borderline di personalità: cause, sintomi e terapia


Il disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione caratterizzata da instabilità identitaria, emotiva e relazionale. La sua insorgenza è legata a una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali, spesso legati a esperienze traumatiche precoci. La diagnosi richiede una valutazione clinica approfondita fondata su criteri predefiniti. Il trattamento di elezione è la psicoterapia – l’approccio dialettico-comportamentale è considerato tra i più efficaci – eventualmente supportata da farmaci per i sintomi associati. Con un percorso adeguato, la prognosi è favorevole.

Il disturbo borderline di personalità è una delle condizioni psicologiche più complesse e spesso fraintese nel campo della salute mentale. Colpisce circa l’1-2% della popolazione, con una maggiore prevalenza tra le donne, e tende a manifestarsi soprattutto nella prima età adulta, sebbene possa insorgere anche durante l’adolescenza.

In questo articolo esploriamo cosa significa vivere con una personalità borderline, analizzando cause, sintomi e opzioni di trattamento disponibili.

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Che cos’è il disturbo borderline?

Il disturbo borderline (DBP) è una condizione psicologica caratterizzata da una forte instabilità nell’immagine di sé, nelle emozioni e nelle relazioni interpersonali. 

Il significato del termine “borderline” (ovvero ‘linea di demarcazione’, ‘di confine’) va ricercato nella concezione, ormai desueta, secondo cui questa condizione rappresentava una zona di confine tra nevrosi e psicosi. Oggi sappiamo che si tratta invece di un disturbo della personalità caratterizzato da una notevole difficoltà nella gestione delle emozioni e nella creazione di legami interpersonali duraturi.

Quali sono le cause del disturbo borderline?

Le cause del disturbo borderline derivano dall’interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali. 

Dal punto di vista biologico, questa condizione appare correlata a modifiche funzionali in alcune aree del cervello: in molti soggetti borderline sono state rilevate un’iperattività dell’amigdala, responsabile della regolazione emotiva e, viceversa, una ridotta attività della corteccia prefrontale, preposta al controllo degli impulsi. Esisterebbe inoltre una matrice ereditaria: il rischio di sviluppare il disturbo aumenta in modo significativo nelle persone con familiari di primo grado che ne sono affetti.

I fattori psicologici e ambientali giocano un ruolo cruciale. La personalità borderline sembra prevalere in soggetti che sono stati vittime di traumi infantili e hanno patito negligenza emotiva e abbandono.

Quali sono i sintomi del disturbo borderline?

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, i sintomi tipici che accompagnano il disturbo borderline comprendono:

  • disregolazione emotiva, con continui e repentini cambiamenti dell’umore
  • paura dell’abbandono
  • instabilità delle relazioni interpersonali, che oscillano tra due estremi: idealizzazione e svalutazione 
  • instabilità dell’immagine di sé: mancanza di un’identità solida, con cambiamenti marcati nei valori, nelle preferenze e negli obiettivi
  • comportamenti impulsivi, quali guida spericolata, abbuffate, spese eccessive, abuso di sostanze o promiscuità sessuale
  • comportamenti autolesivi e suicidari
  • sensazione di vuoto
  • rabbia incontrollata
  • pensieri paranoici
  • episodi dissociativi o psicotici.

La comorbidità è molto diffusa: la maggior parte delle persone con personalità borderline presenta anche:

giovane donna triste seduta ai piedi del letto

Tra i sintomi del disturbo borderline sono ricorrenti la sensazione di vuoto e pensieri paranoici.

Come si diagnostica il disturbo borderline?

La diagnosi del disturbo borderline della personalità richiede una valutazione clinica approfondita, basata sul riscontro di almeno cinque dei sintomi individuati dal DSM-5.

Un aspetto essenziale è la diagnosi differenziale con altri disturbi della personalità (disturbo bipolare in primis, con cui spesso il disturbo borderline è confuso), disturbi d’ansia e depressivi e con il disturbo da stress post-traumatico

Come trattare il disturbo borderline?

Lo strumento cardine nel trattamento del disturbo borderline è la psicoterapia.

Sono diversi gli approcci che si sono dimostrati efficaci nel ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita.

  • Terapia dialettico-comportamentale (DBT), attualmente il metodo terapeutico più supportato a livello scientifico per il DPB. Derivata dalla terapia cognitivo-comportamentale, insegna a riconoscere e a gestire le emozioni, controllare le condotte impulsive e migliorare la comunicazione interpersonale.
  • Schema-focused therapy: lavora sugli schemi di pensiero e di comportamento disfunzionali, aiutando i pazienti a modificarli con strategie più adattive.
  • Terapia basata sulla mentalizzazione (MBT): rafforza la capacità di comprendere gli stati mentali propri e altrui, e di contenere le reazioni emotive sproporzionate e i fraintendimenti negli scambi relazionali.
  • Psicoterapia focalizzata sul transfert (TFP): esplora i conflitti relazionali del paziente favorendo una loro proiezione nel rapporto con il terapeuta. Così facendo, lo aiuta a decostruirli e a sviluppare una più coerente immagine di sé e degli altri.

Al percorso psicoterapeutico può essere affiancata, a seconda dei casi, una terapia farmacologica, che può prevedere l’uso di antidepressivi, stabilizzatori dell’umore e antipsicotici.

Le prospettive offerte dai percorsi di cura sono incoraggianti. Con un trattamento appropriato, la maggior parte delle persone ottiene un netto miglioramento nella qualità della vita, nelle relazioni e nell’equilibrio emotivo.

 

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giovane uomo seduto sul divano in seduta di psicoterapia

La psicoterapia è l’elemento centrale nel trattamento del disturbo borderline.

Le domande più frequenti dei pazienti

Come ci si accorge che una persona è borderline?

Il disturbo borderline si accompagna a un insieme di sintomi ricorrenti: instabilità emotiva, paura dell’abbandono, relazioni intense e conflittuali, impulsività, un’alterata immagine di sé e degli altri, una sensazione cronica di vuoto e comportamenti distruttivi.

A che età si manifesta il disturbo borderline?

Solitamente i sintomi compaiono all’inizio dell’età adulta, ma possono esserci segnali già in età giovanile.

Quali terapie funzionano di più?
Approcci come la terapia dialettico-comportamentale, la schema-therapy, la terapia basata sulla mentalizzazione e la psicoterapia focalizzata sul transfert sono quelle che hanno dimostrato maggiore efficacia.

I farmaci possono curare il disturbo borderline?
Non ci sono farmaci capaci di curare alla radice il disturbo. In alcuni casi, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore e antipsicotici possono sostenere il percorso di cura tracciato dalla psicoterapia.

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