E’ quanto emerge dalla recente ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, compagnia del gruppo Unipol che da 20 anni si occupa di assistenza sanitaria.
Colpa del costo delle prestazioni
A quanto pare non si tratta di paura del dolore quanto di preoccupazione per il proprio portafoglio, motivo che ha portato il 27% degli intervistati a non andare dal dentista, anche quando avrebbero avuto bisogno di cure.
Questa situazione non vale solo per gli emiliani. L’Istat conferma che “a causa dei costi elevati le cure odontoiatriche hanno subìto una flessione negli anni della crisi economica”, sottolineando anche un grave divario tra Nord e Sud del paese. Nel Mezzogiorno, infatti, solo il 27,7% delle persone dai 3 anni in su è ricorsa a visite odontoiatriche nell’anno in esame: quasi 10 punti percentuali in meno della media nazionale (dati 2013).
Tra i bolognesi il 35% di coloro che si sono recati dal dentista hanno riscontrato un aumento dei prezzi nell’ultimo anno.
Inoltre molti rinunciano alle cure perché il Servizio Sanitario Nazionale consente l’esenzione totale dei costi delle cure dentistiche solo per ristrette fasce di popolazione soggette a vulnerabilità:
- sociale: svantaggio economico calcolato in base al reddito riferito al nucleo familiare
- sanitaria: condizione riferita a particolari pazienti in stato di salute già compromesso, con malattie congenite o in attesa di trapianto.
Non stupisce allora come negli ultimi anni siano cresciute le offerte di cure dentistiche low-cost all’estero, in particolare in Croazia, Ungheria e Romania.
Il rischio in agguato è quello di cure di massa, dove pullman di pazienti vengono scaricati a gruppi davanti ai centri medici, con dentisti che devono lavorare velocemente e garantire grandi numeri, spesso a scapito della qualità.
Questo preoccupa il 39% dei bolognesi, che si dichiara diffidente e preferisce non affidarsi a questo tipo di cure.
Prevenire è meglio che curare
Che si tratti della famosa mela al giorno o di un controllo odontoiatrico, il principio di precauzione secondo il quale “prevenire è meglio che curare” è sempre valido, soprattutto nella salute.
Tuttavia, anche coloro che si sono sottoposti a visite nell’ultimo anno lo hanno fatto solo per curare un problema, non per un controllo. Questo dato è emblematico in quanto conferma un trend generale legato al rapporto tra gli italiani e la salute: le visite mediche e, in particolare quelle dentistiche, sono riservate all’emergenza, alla cura indispensabile. Manca in Italia un’adeguata cultura della prevenzione.
Un costante controllo e buone regole di igiene orale permetterebbero di evitare l’insorgere di patologie che a lungo andare porterebbero pesanti conseguenze in termini di salute, ma anche di spese mediche.
Tutti sappiamo che una corretta igiene orale richiede, oltre alle cure quotidiane, un costante monitoraggio, attraverso regolari visite dal dentista (generalmente consigliate 1 o 2 l’anno) per effettuare:
- controllo di carie, denti e gengive
- pulizia
La sanità integrativa
Qual è, allora, la soluzione? Come sempre più spesso accade, la parola d’ordine è integrare.
La sanità integrativa può essere l’alternativa più valida per chi non può affrontare spese esorbitanti, ma non vuole neanche rassegnarsi al low-cost o rinunciare del tutto alle cure.
“I dati degli ultimi anni evidenziano come quelle dentistiche siano tra le prime prestazioni a cui gli italiani rinunciano, molto spesso a causa di costi non sostenibili per le famiglie” afferma Fiammetta Fabris, Direttore Generale di UniSalute. “Nell’ambito di questo scenario credo che il mercato della sanità integrativa possa offrire soluzioni personalizzate, a costi contenuti, anche per le spese odontoiatriche. Sta crescendo infatti l’attenzione verso polizze individuali, mono prestazione che consentono di accedere a strutture odontoiatriche di qualità a basso costo”.
Gli italiani, bolognesi compresi, non hanno più scuse per evitare il lettino del dentista.
Nessun commento