Il vaiolo è stato una grave malattia infettiva di origine virale, in molti casi letale. Si trasmetteva per via aerea o tramite contatto diretto con le lesioni o oggetti contaminati e provocava febbre alta, cefalea, spossatezza e caratteristiche lesioni cutanee. Nel 1980 è stato dichiarato eradicato dall’OMS in seguito al successo di una campagna di vaccinazione di massa. Da allora, data l’assenza di casi, il vaccino non è più somministrato; è previsto solo per personale di laboratorio che lavora a stretto contatto con altri virus della stessa famiglia.
Il vaiolo è stato una delle malattie infettive più temute della storia: causata dal virus Variola, ha accompagnato l’umanità per secoli, provocando epidemie devastanti e la morte di milioni di persone. La sua eradicazione, dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980, è considerata una delle più grandi conquiste della medicina moderna, simbolo dell’importanza della vaccinazione. Ripercorriamo le sue modalità di trasmissione, i sintomi, e il percorso che ha portato alla sua sconfitta.
Storia del vaiolo
Il vaiolo è una malattia infettiva causata dal virus Variola, della famiglia Orthopoxviridae. Allo stesso genere appartengono anche il virus del vaiolo bovino (cowpox virus), il virus del vaiolo delle scimmie (monkeypox virus) e quello vaccinico (vaccinia virus), in grado di infettare sia l’uomo sia gli animali.
Le prime testimonianze storiche della presenza del vaiolo tra la popolazione mondiale risalgono ad almeno tremila anni fa, mentre l’ultimo caso di infezione è stato rilevato in Somalia nel 1977.
Per secoli il vaiolo ha colpito ciclicamente la popolazione mondiale, con un tasso di mortalità molto elevato e conseguenze permanenti per i sopravvissuti, come cicatrici diffuse e, in alcuni casi, cecità.
Un’importante svolta nella lotta a questa malattia si registrò sul finire del Settecento con gli studi condotti dal medico britannico Edward Jenner, considerati l’origine della vaccinazione moderna. A distanza di due secoli, grazie a campagne di immunizzazione su scala globale e protocoli di sorveglianza coordinati dall’OMS, il vaiolo è stato ufficialmente dichiarato eradicato nel 1980, diventando la prima malattia infettiva debellata dall’uomo.

Una testimonianza sul quotidiano francese “Petit Journal” di un’iniziativa gratuita di vaccinazione tenutasi nella sede del giornale.
Vaiolo: come si trasmette?
Il vaiolo si diffondeva principalmente attraverso le vie respiratorie. Le modalità di contagio erano due:
- inalazione di goccioline emesse da un soggetto malato parlando, tossendo o starnutendo
- contatto diretto con le lesioni cutanee o con oggetti contaminati (specialmente indumenti e lenzuola).
Che cosa provoca il vaiolo?
Il virus si manifestava, dopo un periodo di incubazione della durata media di 10-14 giorni, con una tipica eruzione cutanea. Questa era anticipata da una fase caratterizzata da:
- febbre alta, spesso accompagnata da brividi
- mal di testa intenso
- dolori muscolari diffusi
- spossatezza marcata
- mal di schiena
- in alcuni casi, vomito.
Le lesioni cutanee si sviluppavano in fasi successive:
- dapprima comparivano sotto forma di macchie rosse diffuse su viso, braccia e gambe, e successivamente sul tronco
- dopo uno-due giorni, evolvevano in vescicole e poi in pustole piene di liquido
- nel giro di 9-10 giorni diventavano croste che lasciavano spesso cicatrici permanenti.
Il virus si presentava in due forme principali.
- Variola major, la variante più aggressiva e diffusa, con un tasso di mortalità intorno il 30% dei casi
- Variola minor, una forma più lieve che, pur provocando sintomi simili, aveva un tasso di mortalità di gran lunga inferiore, intorno all’1%.
La contagiosità risultava massima nella fase iniziale dell’infezione, quando nei malati comparivano febbre e le prime eruzioni cutanee, mentre diminuiva dopo la caduta delle croste.
Terapia e vaccinazione
Durante i secoli in cui il vaiolo era diffuso, non si poteva fare affidamento su terapie mirate. Il trattamento era principalmente di supporto e aveva lo scopo di alleviare i sintomi. Con il tempo sono stati sviluppati farmaci antivirali contro gli orthopoxvirus, sebbene non siano mai stati testati sull’essere umano, considerata l’eradicazione del virus e l’assenza di nuovi casi di infezione.
La vera arma vincente contro il vaiolo è stata la vaccinazione di massa tramite la somministrazione di un vaccino contenente un virus meno pericoloso del vaiolo: il virus vaccinia, di origine bovina. La somministrazione prevedeva l’inoculazione di piccole dosi del virus sotto pelle. Nella sede dell’iniezione si formava, entro pochi giorni, una piccola lesione che mutava prima in vescicola, poi in crosta, fino a cadere lasciando una caratteristica cicatrice. L’efficacia del vaccino si attestava al 95%.
Con la scomparsa del vaiolo, la vaccinazione di routine è stata sospesa in tutto il mondo: in Italia si è interrotta nel 1977 ed è stata abolita ufficialmente nel 1981.
Oggi sono disponibili vaccini di nuova generazione, più sicuri perché attenuati o non replicanti: vengono impiegati in contesti particolari, perlopiù per il personale di laboratorio che lavora a contatto con il virus vaccinia o con altri orthopoxvirus.

La vaccinazione di massa è stata l’arma vincente per debellare il vaiolo.
Le domande più frequenti dei pazienti
Che cos’è il vaiolo?
Il vaiolo è una patologia scatenata dal virus Variola, appartenente al genere Orthopoxvirus. È stata una delle malattie infettive più severe della storia, ma dal 1980 è considerata eradicata grazie alla vaccinazione di massa.
Come si trasmetteva il vaiolo?
Il contagio avveniva principalmente attraverso le goccioline respiratorie emesse da una persona malata e, in alcuni casi, tramite contatto diretto con le lesioni cutanee o con oggetti contaminati.
Quali sintomi provocava il vaiolo?
I sintomi includevano febbre elevata, forte spossatezza, dolori muscolari, lombalgia e cefalea, seguiti dalla comparsa di un’eruzione cutanea che evolveva in vescicole e croste, lasciando cicatrici permanenti.
Il vaiolo esiste ancora oggi?
No, non esistono più casi naturali di vaiolo dal 1980. Alcuni campioni del virus sono conservati in condizioni di massima sicurezza in due laboratori, rispettivamente negli Stati Uniti e in Russia.
Il vaccino contro il vaiolo viene ancora somministrato?
Data l’eradicazione della malattia, il vaccino antivaioloso non viene più somministrato alla popolazione, se non a categorie professionali particolari, come addetti di laboratorio che entrano in contatto con il virus vaccinia o altri orthopoxvirus.

Nessun commento