Buone da mangiare sia fresche e crude che essiccate, fanno capolino sul bancone dei supermercati ad aprile per restarvici fino a luglio.
Questo legume è costituito per circa l’85% da acqua, dal 5% di proteine, il 5% di fibre, il 4,5% di carboidrati e da pochissimi grassi, solo lo 0,4%. Le fave sono inoltre ricche di sali minerali, in particolare di ferro, potassio, magnesio, rame e selenio e di vitamine, soprattutto la C (acido ascorbico).
Sia il tegumento esterno che avvolge il seme sia il baccello sono inoltre ricchi di fibre: il consiglio è quindi quello mangiarle con la buccia e di cucinare anche il baccello che, tenero e croccante, ben si presta a ricette veloci e gustose.
Le fave sono un ottimo aiuto in caso di anemia, sia perché ricche di ferro sia perché ricche di vitamina C, che ne aiuta l’assorbimento a livello intestinale. Inoltre, grazie agli steroli vegetali di cui sono ricche, riducono l’assorbimento di colesterolo e sono quindi di grande aiuto a chi ne possiede alti livelli nel sangue. Studi recenti hanno dimostrato come la levodopa, una sostanza presente in tutte le parti delle fave, costituisca il farmaco d’elezione per la cura del morbo di Parkinson: il consumo delle fave pare dia buoni risultati nei pazienti affetti da tale patologia neurodegenerativa.
La Ricetta della salute con cui vogliamo portarle in tavola è quella delle Fave fresche bollite: passaggio dopo passaggio, vediamo insieme come prepararla.
- Sgranare le fave fresche.
- Metterle in una pentola con abbondante acqua salata e tutti gli altri ingredienti.
- Far bollire a fuoco dolce fino a cottura ultimata.
Finché le fave sono tenere, si mangiano sia calde che fredde, schiacciando tra due dita il seme e facendo schizzare la polpa fuori dalla pelle.