immunoterapia oncologica

Immunoterapia oncologica: una nuova strategia contro il cancro è possibile?

La ricerca scientifica ci consegna una nuova speranza per i pazienti oncologici. Infatti, il 3 marzo 2017 per la prima volta è stato approvato dalla Commissione europea l’impiego di un trattamento immunoterapico per cinque tipi di tumore: melanoma, cancro ai reni, tumore ai polmoni, linfoma di Hodgkin e tumore di testa-collo. È la prima volta che l’immunoterapia oncologica viene autorizzata in Europa, in linea con gli studi più avanzati che evidenziano come questo tipo di approccio possa migliorare concretamente la vita di alcuni pazienti, anche nel caso di tumori infantili.

Vediamo, dunque, in cosa consiste l’immunoterapia oncologica e per quali patologie sono stati registrati i miglioramenti più significativi.

Immunoterapia oncologica: di cosa si tratta

vaccino immunoterapia bambino

L’immunoterapia è una strategia di cura di una patologia che agisce direttamente sul nostro sistema immunitario, inducendo, amplificando o sopprimendo una sua reazione contro un agente esterno. Un esempio di immunoterapia di attivazione sono i vaccini che agiscono contro alcuni agenti infettivi. Si è osservato che, nel tempo, le cellule tumorali possono produrre sostanze che “disattivano” il sistema immunitario, oppure alterare la presentazione degli antigeni che, quindi, non vengono riconosciuti come malati dall’organismo. Tuttavia gli studi e le sperimentazioni dell’immunoterapia oncologica suggeriscono che sia possibile rompere questo stato di inerzia del sistema immunitario.

È stato osservato come questo tipo di approccio abbia degli effetti positivi anche nel trattamento di patologie tumorali di vario genere. In particolare, l’immunoterapia oncologica sfrutta il fatto che le cellule maligne presentano all’esterno molecole che le differenziano dalle cellule sane. Il sistema immunitario, quindi, se adeguatamente stimolato, può riconoscere questi antigeni tumorali e attaccare le cellule dove si trovano.

Immunoterapia attiva e passiva

Come spiega l’Associazione Italiana Oncologia Medica in una guida pensata proprio per i pazienti, ad oggi esistono due tipologie di immunoterapia oncologica, l’una passiva e l’altra attiva. Nel primo caso, vengono somministrati farmaci sotto forma di anticorpo monoclonale che colpisce una cellula tumorale, di infusione di linfociti T “natural killer” che vengono modificate affinché possano colpire solo le cellule malate, e di infusione di virus oncolitici che possono uccidere le cellule infette.

Nel caso della terapia attiva, invece, vengono somministrati al paziente vaccini o farmaci inibitori con l’obiettivo non di supportare il sistema immunitario, ma proprio di attivarne la risposta.

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Che terapie sono state sperimentate?

Allo stadio attuale delle ricerche, esistono tre differenti approcci terapeutici fondati su questo principio. Vediamo quali sono e come agiscono.

Terapia cellulare

In primo luogo, c’è la terapia cellulare che prevede la somministrazione di quelli che vengono comunemente chiamati “vaccini contro il cancro”. Si tratta di un processo per cui vengono prelevate alcune cellule immunitarie da un paziente malato, e attivate in modo che riconoscano gli antigeni tumorali e reimmesse nell’organismo. A quel punto dovrebbero essere in grado di aggredire le cellule attaccate dal cancro. In Europa, è stato approvato un solo “vaccino” di questo tipo, il Provenge®, impiegato nel contrasto del cancro alla prostata.

Terapia anticorpale

Molto diffusa per i suoi benefici su più tipi di tumori, la terapia anticorpale sfrutta la capacità degli anticorpi del nostro organismo di riconoscere un elemento esterno e attaccarlo, disinnescandone l’effetto negativo. In particolare, l’immunoterapia in questo caso prevede che vengano creati in laboratorio alcuni anticorpi specifici per l’antigene tumorale del paziente in cura. Questa terapia viene impiegata soprattutto per leucemie, cancro al colon-retto, e melanomi avanzati.

immunoterapia oncologica vaccini

Terapia con citochine

Le citochine sono delle proteine responsabili della comunicazione tra le cellule che compongono il sistema immunitario. La terapia sfrutta questa caratteristica per far sì che si attivi la reazione di difesa dell’organismo anche contro le cellule tumorali. Per questo motivo possono essere impiegate anche in ottica immunoterapica, in particolare nei casi di melanoma, cancro al rene e leucemia.

Controindicazioni dell’immunoterapia oncologica

L’immunoncologia è uno dei campi di studio più attivi e vivaci, per questo motivo sono ancora in fase di monitoraggio tanto i benefici quanto gli effetti collaterali. Tuttavia l’AIOM sottolinea come, in primo luogo, questa terapia possa provocare stanchezza, sensazione di affaticabilità, dolori diffusi ai muscoli e alle articolazioni, ma soprattutto, agendo sul sistema immunitario, esiste il rischio che si scateni una possibile reazione autoimmune.

La questione è particolarmente delicata perché i sintomi possono presentarsi anche dopo la conclusione della somministrazione dei farmaci:

  • una percentuale compresa tra il 47 e il 68% dei pazienti trattati con il ipilimumab segnalano prurito e altre reazioni cutanee;
  • il 40% presenta disturbi gastrointestinali come diarrea, dolori addominali e, talvolta, perdita di sangue nelle feci;
  • più rari i casi di alterazioni endocrine quali ipotiroidismo (con sintomi quali stanchezza, depressione, inappetenza) o ipertiroidismo;
  • talvolta si registrano anche casi di secchezza alla gola, riduzione della lacrimazione o tosse secca.

Per ciascuno di questi casi, sottolineano gli esperti, è possibile agire arginando le possibili conseguenze cliniche della terapia, a patto che si possa intervenire prontamente e che, di conseguenza, si mantenga un contatto costante tra l’equipe medica e il paziente.

I benefici dell’immunoterapia: un centro d’eccellenza a Siena

Per quanto riguarda il carcinoma renale, è stato dimostrato da alcuni studi che, grazie a nivolumab, il rischio di morte cala del 27%, che corrisponde a 5 mesi di vita in più rispetto ad un paziente non sottoposto ad immunoterapia. Inoltre, il tasso di sopravvivenza globale ad un anno è stato del 76%.

Secondo quanto rilevato dall’equipe guidata dal dottor Robert Ferris che ha pubblicato una ricerca sul The New England Journal of Medicine, i benefici dell’immunoterapia sul tumore alla testa-collo implicano una riduzione del 30% del rischio di morte per questa patologia.

Per l’Istituto Toscano Tumori, invece, l’immunoterapia risulta essere più efficace della chemioterapia nella riduzione della massa tumorale nel caso di carcinoma polmonare. Un ottimo segnale proprio perché riguarda una delle forme tumorali più diffuse in Italia e più complesse da debellare.

immunoterapia contro il cancro

Esiste, inoltre, un portale web interamente dedicato all’immunoterapia oncologica: qui è possibile trovare gli studi più recenti, le novità più interessanti e una lista sempre aggiornata dei farmaci disponibili (tipologia e tipo di tumore per cui possono essere impiegati). Non mancano anche i contributi video di esperti, uno su tutti il professor Michele Maio, responsabile del Centro di Immuno-oncologia dell’AOU Senese, che rispondono ad alcune tra le domande più sentite tra chi sta cercando di saperne di più.

Le incoraggianti scoperte scientifiche nell’ambito dell’immunoterapia oncologica non devono, tuttavia, farci perdere di vista la fondamentale importanza della prevenzione. Infatti, non dobbiamo dimenticare quali sono gli screening annuali più importanti e prestare attenzione ai controlli specifici per le donne. Senza dimenticare che una strategia preventiva vincente passa anche attraverso una vita attiva e una dieta ricca di quelli che gli esperti chiamano “smartfood”, cibi adatti a mantenerci in salute. Conoscevate già le possibilità offerte dalla immunoterapia oncologica?

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    12 commenti

  1. In realtà spesso sono studi approssimativi, che danno risultati su pazienti che nel frattempo sono defunti…purtroppo ci sono passata sulla mia pelle per ben due volte!!! ho visto morire due mie amiche di 40 anni nel giro di un mese grazie allo IEO di Milano. Pazienti oncologici lasciati a parlare con i call center, livello di umanità bassissimo, professionalità sotto lo zero ed empatia…beh dico solo che il giorno della morte hanno chiesto il certificato di morte per poter completare la ricerca. ANIMALI

    • Buonasera Valeria, ci dispiace moltissimo per la sua esperienza. Ci auguriamo davvero che casi come quelli di cui parli siano un’eccezione e non la regola. Un caloroso saluto.

  2. Grazie per questo articolo, molto interessante. Chi bisogna contattare per avere un appuntamento e vedere se questo trattamento puo’ funzionare per il mio tipo di tumore ?

  3. Buongiorno
    avrei una domanda da porvi…
    ma l’immunoterapia viene/verrà usata
    anche su paziente affetti da colangiocarcinomi
    epatici e delle vie biliari?
    Se si mi potreste indicare qualche centro di riferiemento?
    Grazie
    Alberto

    • Buonasera Alberto, come scriviamo nell’articolo, si tratta di terapie ancora in via di sperimentazione, pertanto (vista soprattutto la delicatezza dell’argomento) è difficile rispondere alla tua domanda. Possiamo però dirti che è stato da poco inaugurato a Siena il primo centro in Europa interamente dedicato al trattamento dei tumori con l’immunoterapia: se sei interessato ad avere maggiori informazioni ti consigliamo dunque di rivolgerti direttamente a questa struttura. Questo il sito internet: http://www.ittumori.it/ITA/dipartimenti-oncologici/aou-senese-immunoterapia.shtml

    • Buongiorno Monic, scusa il ritardo della risposta. Il Rituximab è un farmaco costituito da anticorpi antimonoclonali, pertanto rientra nella immunoterapia specifica. Speriamo di esserti stati utili, grazie per averci scritto e (speriamo) a presto.

  4. Sono stata in questo ipotetico centro di eccellenza. Intanto ci hanno fatto attendere moltissimo. Poi si sono presi i documenti senza che si siapotuto descrivere cose e circostanze. Infine viene un medico che trascrive quel promemoria che avevo preparato. Il cancro alla bocca non è stato nemmeno guardato e per niente visitato. Mi hanno detto a differenza della telefonata di prenotazione che la immunoterapia la fanno non per tutti i tumori e dopo che ha fallito la chemio. Cioè prima ammazzano il malato e poi gli allungano la vita di due mesi. Questo è il centro di eccellenza. Non solo nel referto della visita ha avuto lardire di scrivere che lha visitata alla bocca. Da galera. . Per sapere queste cose abbiamo speso due voli andata e ritorno e due giorni di albergo e quattro bus. Il tutto con mia sorella che si alimenta con il sondino ed i vari disagi. Vergognoso sfruttamento e negligenza.

    • Buongiorno Antonietta, ci dispiace moltissimo, ci auguriamo davvero che tu riesca a trovare la cura più adatta alla tua patologia e che tutto vada per il meglio. Per quanto riguarda la tua esperienza, comprendiamo perfettamente la tua rabbia, ma è difficile per noi dare un giudizio sulla vicenda, dal momento che non conosciamo nello specifico il tuo quadro clinico né le ragioni e il contesto che hanno spinto i medici del centro a questa condotta. Ci auguriamo davvero che la tua insoddisfazione nei confronti della struttura sia un caso isolato.
      Grazie per averci scritto e ancora auguri di buona guarigione.

  5. Buongiorno, avrei bisogno di sapere qualcosa sull’immunoterapia oncologica per il tumore al fegato.
    Grazie. Giovanni